tutte le novità su pensioni, Irpef e bonus in diretta

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La Manovra 2025 è legge: in diretta l’approvazione al Senato. In tempo reale le novità sulle misure nel testo, dalla riforma dell’Irpef alle pensioni, passando per il taglio del cuneo fiscale, l’Ires premiale e tutti i nuovi bonus in arrivo dal 2025. È ufficialmente concluso l’iter della legge di bilancio. Il Senato ha dato il via libera con 108 voti favorevoli e 63 voti contrari, oltre a un astenuto. Il centrodestra porta definitivamente ‘a casa’ la sua terza manovra dall’inizio della legislatura. Il Senato ha chiuso la seduta.

Oggi durante le dichiarazioni di voto tra gli interventi più accesi quello di Matteo Renzi, che ha contestato l’iter accelerato della manovra e anche la norma ‘contro’ di lui, che impedisce redditi esteri per i parlamentari. Durante un battibecco con il presidente del Senato, Renzi ha gridato: “Camerata La Russa, lei deve imparare a rispettare l’opposizione”.

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Manovra 2025 in diretta dal Senato, ultime news sulla legge di bilancio:

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Come cambiano gli stipendi con la nuova legge di bilancio

Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato per il 2025, ma il meccanismo funzionerà in modo diverso. Per molti lavoratori dipendenti le differenze saranno poco significative rispetto alla busta paga di quest’anno, mentre per altri potrebbero esserci delle sorprese, soprattutto se hanno altre entrate oltre allo stipendio o se sono vicini alla soglia dei 40mila euro di reddito: ecco che effetti avrà il nuovo taglio del cuneo.

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Le parole di Giorgia Meloni dopo il via libera definitivo alla Manovra

La presidente del Consiglio ha commentato con una nota l’approvazione della legge di bilancio: “È una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere”, ha affermato. Meloni ha detto che con le “limitate risorse a disposizione” il governo ha “rafforzato le principali misure introdotte in questi anni, rendendone alcune strutturali e con una platea più estesa, a partire dal taglio del cuneo fiscale”. Nel complesso, ha dichiarato la premier, “teniamo i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma elettorale che abbiamo presentato agli italiani”. Si tratta, ha concluso, di “un altro passo in avanti per costruire un’Italia più giusta, forte e competitiva”.

I nuovi scaglioni Irpef, le aliquote del 2025 e chi dovrà pagare più tasse con la legge di bilancio

L’anno prossimo saranno confermate le tre aliquote Irpef in vigore quest’anno. Questo, insieme al taglio del cuneo fiscale e anche alla riduzione delle detrazioni per i redditi più alti, fa sì che alcuni contribuenti pagheranno meno tasse e alcuni, invece, ne pagheranno di più. Ecco chi ci guadagna e chi ci perde con le novità inserite nella manovra per il 2025.

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Ecco le novità che riguardano le pensioni nella legge di bilancio 2025

C’è spazio anche per alcuni interventi sulle pensioni nella manovra, che si è concentrata su altri temi. Ecco le più importanti novità, dai requisiti per lasciare il lavoro in anticipo agli aumenti per le pensioni minime, fino alla rivalutazione obbligatoria per tutti gli assegni.

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Tutti i bonus del 2025 ora che la Manovra è diventata legge

La legge di bilancio contiene diversi bonus e, ora che il testo ha avuto il via libera definitivo, si può dire con certezza quali scatteranno nel 2025. Si va dagli incentivi edilizi, come il bonus mobili, bonus ristrutturazioni, Ecobonus ma anche bonus elettrodomestici, a misure pensare per la natalità, come il bonus da mille euro per i nuovi figli. Torna anche il bonus psicologo e una forma di bonus per gli affitti che deve ancora essere formulata, ma è già stata finanziata.

La Manovra 2025 è legge: via libera del Senato con 108 favorevoli e 63 contrari

È ufficialmente concluso l’iter della legge di bilancio. Il Senato ha dato il via libera con 108 voti favorevoli e 63 voti contrari, oltre a un astenuto. Il centrodestra porta definitivamente ‘a casa’ la sua terza manovra dall’inizio della legislatura. Il Senato ha chiuso la seduta.

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Il Senato approva la fiducia sulla Manovra: ora il voto finale

Con 112 voti a favore e 67 contrari, il Senato ha approvato la fiducia al governo Meloni sulla legge di bilancio. Arriva ora il voto finale.

Il taglio del cuneo fiscale diventa strutturale

Nel 2025 il taglio del cuneo fiscale diventerà strutturale, quindi non avrà più bisogno di essere confermato di anno in anno. Il meccanismo cambierà, ma di fatto le buste paga resteranno sostanzialmente identiche per la maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici, con gli aumenti di qualche decina di euro varati negli ultimi anni.

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Chi guadagna fino a 20mila euro all’anno – si parla di reddito complessivo – avrà un’indennità in busta paga pari a una percentuale del proprio stipendio. Chi guadagna da 20mila a 32mila euro otterrà una detrazione Irpef da mille euro, che anche in questo caso finirà in busta paga. Da 32mila a 40mila euro di reddito questa detrazione si abbasserà gradualmente, fino ad azzerarsi, perciò i guadagni saranno sempre più ridotti. Quest’anno, invece, il taglio del cuneo andava fino a 35mila euro di reddito e poi si interrompeva, senza passaggi graduali.

Inizia il voto per la fiducia al Senato

Il voto per la fiducia sarà nominale: ciascun senatore sarà chiamato personalmente per indicare il proprio voto, e in caso non risponda ci sarà una seconda chiama successiva. Il primo senatore chiamato, per sorteggio, è stato Matteo Salvini, al momento assente. Si procede in ordine alfabetico.

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Concluse le dichiarazioni di voto, a breve la votazione finale sulla legge di bilancio 2025

È terminata la dichiarazione di Nicola Calandrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha rivendicato che “oggi i lavoratori scelgono noi, e grazie alla stabilità economica garantita dal governo cresciamo in Europa e nel mondo. Gli italiani sanno di avere una maggioranza che non si presta a giochi di palazzo e di potere. L’Italia è un Paese credibile nonostante voi”. Ora che tutti i gruppi parlamentari si sono espressi, il Senato voterà la fiducia al governo sulla manovra.

Boccia (Pd): “Romeo sarebbe più a suo agio tra i banchi dell’opposizione”

“Le ultime dichiarazioni del presidente Romeo ci spingono a far posto qui tra i banchi dell’opposizione. Si sentirebbe più a suo agio”. Lo ha detto Francesco Boccia, capogruppo del Pd, in dichiarazione di voto. “Anche se, forse”, ha aggiunto, “il presidente Romeo sentirebbe sulle spalle il peso di fallimenti che sono sotto gli occhi di tutti”, dato che negli ultimi anni “la Lega è il partito che ha passato più tempo in assoluto al governo”.

L’intervento polemico di Romeo (Lega) sul governo Meloni e sulla norma anti-Renzi

“La serietà, la prudenza e la responsabilità premiano”, ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo elogiando la legge di bilancio dal punto di vista economico, rivendicando in particolare i risultati voluti dal Carroccio. Ma non sono mancati degli appunti polemici al governo: “I Comuni stanno andando in sofferenza con i bilanci, lo Stato deve intervenire e trovare una soluzione di aiuto. Sulle province, bisogna accelerare sulla riforma per l’elezione diretta. Il concordato preventivo va migliorato e reso più fruibile. Sulla norma anti-Renzi, il senatore Renzi non ha tutti i torti, per usare un eufemismo”.

E ancora sull’Autonomia: “Qualcosa sui Livelli essenziali delle prestazioni bisognerà pur mettere”. Sui sostegni alle imprese: “Chiediamo al governo una maggiore attenzione a dove si concentra la produttività in Italia”. Infine, sull’Ucraina: “Fossi nel governo non perderei l’occasione che l’Italia sia un Paese pilota per negoziati e ricostruzioni, cominciando a prendere le distanze dalle leadership europee più bellicose”. Per poi concludere: “Che Dio ci benedica”.

Patuanelli (M5s): “Tutto quello che avete fatto ha portato l’Italia in recessione”

Stefano Patuanelli, capogruppo M5s, ha detto in dichiarazione di voto: “Cosa sarebbe successo se questa legge di bilancio l’avesse presentata l’opposizione? Avreste detto che questo è il governo nemico dell’impresa. Avreste detto che non sappiamo far crescere il Paese. Che cresciamo più della media europea è una bugia. Avreste detto che siamo contro la crescita. Di chi sbaglia i conti sul concordato, avreste detto che siamo degli incapaci. Avreste detto che mettiamo a rischio la coesione del Paese”. E ancora: “Siamo di fronte a una legge di Bilancio che certifica un dato: questo Paese è in recessione. Tutto quello cha avete fatto voi, al di fuori del Pnrr, ha portato l’Italia in recessione”.

Le misure del pacchetto famiglia contenute nella Manovra finanziaria 2025

Alcuni dei bonus già citati rientrano tra le misure dedicate alle famiglie nella nuova legge di bilancio. Proprio alle famiglie si è rivolto il ministro dell’Economia Giorgetti, dicendo che il suo “rammarico” è non aver fatto di più per loro. Nella manovra è contenuto un bonus dall’importo di mille euro per chi fa un figlio nel 2025, senza requisiti di reddito. C’è un potenziamento dell’Assegno unico e universale, che sarà incrementato del 50% nel primo anno di vita del bambino. C’è, come detto, un bonus asili nido che per chi le fasce più basse di Isee può arrivare fino a 3.600 euro all’anno.

Gasparri (FI): “Manovra blindata? È successo con tutti i governi”

“Si discute dell’approvazione monocamerale”, ma “siamo al 28 dicembre e io ho approvato manovre il 30 dicembre con i governi Conte e Draghi”, ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato. “Dobbiamo mettere mano ai regolamenti e dare una data certa di approvazione: forse questo potrebbe servire a contenere le fiducie, altrimenti c’è ipocrisia perché tutti i governi ci hanno fatto i conti”. Per quanto riguarda i contenuti della legge di bilancio, FI ha annunciato il voto favorevole sulla fiducia perché il governo è “un esempio di stabilità, di serietà, invidiato in Italia e nel mondo”.

Tutti i nuovi bonus nella prossima Manovra del governo Meloni

La legge di bilancio ha confermato diversi bonus che resteranno in vigore anche l’anno prossimo, ma con delle differenze. Ad esempio, resta detassato il fringe benefit aziendale, che potrà arrivare fino a 5mila euro per i dipendenti con reddito sotto i 35mila euro che si trasferiscono a oltre 100 chilometri di distanza per il lavoro. O il bonus madri lavoratrici, che sarà esteso alle lavoratrici autonome con almeno due figli, reddito fino a 40mila euro e niente regime forfettario. Lo stesso vale per il bonus asili nido, fino a 3.600 euro, e i bonus edilizi fino al 50% (per le prime case). Ma ci sono anche novità: un bonus da mille euro per i nuovi nati, ad esempio, o un bonus elettrodomestici che può arrivare fino a 200 euro.

Renzi contro il presidente del Senato: “Camerata La Russa, deve rispettare l’opposizione”

In Aula c’è stato anche un primo momento di tensione. Renzi ha criticato una “rumorosa componente della maggioranza” che parlava durante il suo intervento, dicendo che “il presidente del Senato evidentemente” non se n’era accorto. La Russa, con toni accesi, ha invitato Renzi a non dare lezioni e ha detto che il rumore era accettabile. A quel punto l’ex premier ha sbottato: “Lei deve abituarsi, camerata La Russa, a rispettare l’opposizione in quest’Aula”. Tra le proposte della maggioranza, ha aggiunto: “Pensavo di farle un complimento, si figuri”.

Renzi attacca la legge contro di lui: “Mai successo, precedente pericoloso”

“Da un mese la presidente del Consiglio ha dato mandato ai suoi uffici di studiare una norma contro di me. Ma la norma non è contro di me, perché le conferenze posso anche andare a farle gratis. Il punto è che con la riformulazione di un emendamento notturno la maggioranza ha scelto di intervenire sullo status di alcuni senatori e non di altri. È un precedente pericoloso non per me, per voi”. Matteo Renzi, parlando in dichiarazione di voto, ha riguardato la norma che impedirà anche a lui di avere entrate da Stati esteri: “Per la prima volta il capo del governo è intervenuto sullo stato di un senatore dell’opposizione, cosa che non era mai avvenuta. Non fate una norma che dice che chi fa il parlamentare deve fare solo quello: io ve la voterei, ma voi non volete perché tra voi molti fanno altro oltre ai parlamentari”.

Come cambiano le detrazioni fiscali con la finanziaria 2025

Nel 2025 scatta un tetto alle detrazioni per chi ha un reddito superiore ai 75mila euro. Chi guadagna tra 75mila e 100mila euro potrà scalare al massimo 14mila euro dalla dichiarazione dei redditi, mentre per chi supera i 100mila euro la soglia massima scende a 8mila euro. Non solo: la somma dipende anche dalla composizione della famiglia. Ad esempio, chi guadagna 75mila euro e ha due figli a carico potrà detrarre 14mila euro; chi ha le stesse entrate ma non ha figli a carico avrà diritto al massimo alla metà, 7mila euro. Da questi calcoli sono lasciate fuori le spese sanitarie e gli investimenti per start up e Pmi innovative, che si potranno sempre detrarre. Incluse invece le spese per l’istruzione, quelle per la casa e tutti gli altri tipi di detrazioni.

Calenda alla maggioranza: “La manovra contraddice tutte le promesse che avete fatto agli elettori”

“La verità di questa finanziaria è che ha punti che funzionano e punti che non funzionano. Tiene in ordine i conti dello Stato, sì, e ha un importante taglio del cuneo fiscale. Ma contraddice ogni singola cosa che avete detto agli elettori italiani. Volevate uscire dall’Euro, abbattere la Fornero, invece avete fatto una manovra prudente e conservatrice”, ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, in dichiarazione di voto. “Non c’è una singola funzione dello Stato che avete iniziato a migliorare. La scuola, la sanità, la sicurezza…questo Paese non ha più servizi essenziali, da anni lo Stato è impotente, e ora l’indifferenza si sta trasformando in rancore”.

È iniziata la seduta del Senato: partono le dichiarazioni di voto sulla legge di bilancio

A Palazzo Madama è iniziata l’ultima seduta di lavori sulla legge di bilancio. Sbrigate le procedure iniziali, a breve partiranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia per la manovra. Parleranno tutti i gruppi parlamentari. Ci si aspetta che la votazione finale arrivi in mattinata.

Irpef 2025, le nuove aliquote nella prossima Manovra

La legge di bilancio per il 2025 conferma in modo strutturale le tre aliquote Irpef in vigore già quest’anno. Si pagherà:

  • il 23% per i redditi fino a 28mila euro
  • il 35% per i redditi tra 28mila e 50mila euro
  • il 43% per i redditi oltre i 50mila euro

Sono saltati i tentativi di abbassare l’aliquota centrale, portandola al 33% ed eventualmente allargandola fino ai redditi da 60mila euro. Dunque, per l’anno prossimo, si partirà con le stesse fasce in vigore nel 2024. Il governo ha comunque detto che potrebbe arrivare un intervento successivo per ridurre, temporaneamente, l’aliquota di mezzo. Ma non è ancora chiaro quando potrebbe accadere

Le novità sulle pensioni anticipate a 64 anni

Come detto, una delle modifiche nella legge di bilancio sulle pensioni riguarda il pensionamento anticipato con 64 anni di età e 25 anni di contributi. Questo è possibile solo per chi è pienamente nel regime contributivo, quindi ha iniziato a versare contributi solo dopo il 1995. Chi vuole approfittare di questa possibilità deve anche raggiungere almeno un certo livello di pensione: un assegno che valga almeno tre volte l’assegno sociale, quindi circa 1.600 euro al mese in tutto. La novità della manovra è che per raggiungere questa soglia si potranno sommare anche le rendite ottenute da eventuali fondi pensione privati. In ogni caso, la misura dovrebbe riguardare poche centinaia di persone nei prossimi anni.

Qual è il “rammarico” del ministro Giorgetti sulla Manovra

Ieri, intervenendo sulle dimissioni del relatore alla manovra Guido Liris (FdI), in polemica contro il fatto che il passaggio al Senato sia di fatto una formalità senza nessuna possibilità di modificare il testo, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato: “Non so da quanti anni purtroppo è così”. Il ministro ha detto che “siccome la legge di stabilità bisogna comunque riformarla in base alle nuove regole europee, è già partito un lavoro preliminare”. Anche se, ha specificato, una materia “parlamentare e non di governo, l’iniziativa su queste cose deve essere parlamentare. Poi, guardando ai contenuti della legge di bilancio, Giorgetti ha lodato “l’atteggiamento di prudenza adottato dal governo”, ma ha detto di avere un “rammarico”. In particolare: “Avrei voluto fare di più per famiglia e figli”.

Come cambiano le pensioni nella prossima Manovra 2025

Le pensioni non sono stati uno dei temi su cui il governo ha puntato in questa manovra. Nel 2025 le modalità per lasciare il lavoro in anticipo restano le stesse: principalmente la pensione di anzianità della riforma Fornero (42 anni e 10 mesi di contributi, o 41 anni e 10 mesi per le donne), Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi), Ape sociale o Opzione donna. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 potrà accedere alla pensione contributiva a 64 anni e 25 di contributi (già esistente) con la novità che potrà cumulare anche la rendita dei fondi di previdenza complementare per raggiungere un assegno più alto. Le pensioni minime aumenteranno di appena 1,90 euro al mese: da 614,77 a 616,67 euro.

Cosa prevede la prossima legge di bilancio: tutte le misure nel testo

Nella manovra 2025, da 30 miliardi, ci sono diverse novità che vanno dal bonus nuove nascite, alla mini rivalutazione delle pensioni minime, dal bonus casa al 50% solo per le prime abitazioni al contributo chiesto a banche e assicurazioni.

Durante l’esame alla Camera sono state apportate al testo alcune novità, per esempio in tema di pensioni. Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.

Come agevolazioni per le famiglie, è arrivato il bonus per le attività extra-scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con reddito Isee fino a 15mila euro: sarà il fondo ‘dote famiglia’, con 30 milioni per il 2025, ad erogare il contributo ad associazioni, società sportive dilettantistiche ed enti del terzo settore.

Dopo non poche polemiche, u ministri e i sottosegretari non parlamentari non avranno stipendi equiparati a quelli dei colleghi eletti, ma solo un rimborso delle trasferte per il tragitto “da e per il domicilio o la residenza”. In corsa è stata introdotta anche la cosiddetta norma anti-Renzi, anche per i membri del governo, oltre che per i governatori e i parlamentari, eccetto quelli eletti all’estero: non potranno accettare durante il mandato compensi erogati fuori dall’Ue; ad esclusione dei membri del governo, il divieto salta con la preventiva autorizzazione degli organi di appartenenza, se il compenso non supera i 100.000 euro l’anno.

Cosa succede se la Manovra 2025 non viene approvata oggi

Se la manovra non venisse approvata, e non si arrivasse al via libera definitivo entro il 31 dicembre, il governo entrerebbe nel cosiddetto ‘esercizio provvisorio’, cioè una fase durante la quale la spesa pubblica è permessa “per dodicesimi”, cioè prendendo la previsione di spesa fatta dal governo nella legge di Bilancio dell’anno precedente e dividendola per dodici mesi. Ma è un’ipotesi che in Italia non si verifica dal 1988, e che viene scongiurata proprio comprimendo i tempi dell’esame nel secondo ramo del Parlamento, in questo caso il Senato.

Cosa succede oggi al Senato, come funziona il voto sulla legge di bilancio

Oggi si chiude l’iter parlamentare della manovra, approvata dal consiglio dei ministri del 15 ottobre. Ieri, poco prima della richiesta della fiducia da parte del ministro Ciriani, il Senato ha approvato le tabelle del bilancio. Le dichiarazioni di voto sono previste a partire da oggi alle 11, e il voto finale dovrebbe arrivare entro l’ora di pranzo.

Dove seguire il voto finale sulla Manovra 2025 in diretta tv e streaming

Il voto finale sulla manovra 2025 si può seguire in diretta streaming sul canale di Fanpage.it, sul sito del Senato e anche in diretta tv.

Manovra 2025 in diretta, oggi il voto finale al Senato: tutte le novità sulle misure

La manovra 2025 da 30 miliardi di euro sta per ottenere l’ok finale al Senato. Dopo un passaggio rapido in commissione Bilancio a Palazzo Madama, dove si sono registrate le ‘dimissioni’ del relatore Fdi Guido Liris, come gesto di protesta per i tempi eccessivamente compressi per l’esame nel secondo ramo del Parlamento, la legge di Bilancio è arrivata in Aula senza mandato al relatore: “In commissione si è preso atto dell’impossibilità di esaminare utilmente il provvedimento, e pertanto, come accaduto negli scorsi anni, non si è potuto dare mandato ad alcun relatore: non era questione di dimissioni”, ha spiegato Liris. Il Governo aveva trasmesso la manovra in tempo utile per un esame approfondito, ha sottolineato il parlamentare di Fdi, ma “purtroppo dal 2018 ad oggi la legge di Bilancio viene esaminata senza la doppia lettura nelle due Camere”. Il governo ieri sera ha posto la questione di fiducia sul testo, che sarà votata in mattinata.

La parte più cospicua della manovra è rappresentata dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre aliquote, che viene stabilizzata: per quanto riguarda il taglio del cuneo, ai redditi fino a 20mila euro verrà riconosciuto un bonus, per quelli tra 20 e 40mila una detrazione con decalage. Inoltre, il tetto dei fringe benefit sale a 1.000 per tutti, 2.000 per chi ha figli; importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. È prorogata per tre anni la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività per i redditi fino a 80mila euro. Tra le misure anche l’Ires premiale per le imprese: l’imposta sui redditi delle società è ridotta di 4 punti per chi accantona almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinveste in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023).

Per quanto riguarda il pacchetto famiglia, si allargano da 2 a 3 i mesi di congedo parentale all’80%. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (con Isee fino a 40mila euro). Per accedere all’agevolazione inoltre si potrà escludere l’assegno unico dal computo dell’Isee. È confermata poi ed estesa alle autonome (con reddito fino a 40mila euro) la decontribuzione al 100% per le lavoratrici con almeno due figli, il cosiddetto bonus mamme.





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