Francesco Augurusa, presidente dell’Ucid Calabria e vicepresidente vicario nazionale dei Giovani Imprenditori Cristiani, lancia un appello per costruire un futuro nella regione e garantire il diritto dei giovani a restare nella propria terra: dalla formazione al lavoro, fino al dialogo intergenerazionale.
Si parla tanto del diritto dei giovani a restare in Calabria. Quali sono le azioni più urgenti per garantirlo?
La Calabria è una terra dal futuro incerto, come evidenziato dal Rapporto Svimez 2024. È urgente promuovere uno sviluppo continuativo e una coesione socio-territoriale, sfruttando il ruolo strategico che la regione avrà nel Mediterraneo nei prossimi decenni.
Serve creare sinergie tra i principali attori profit e non-profit per azioni coordinate: rafforzare la pubblica amministrazione, migliorare i servizi essenziali e formare una nuova classe politica orientata ai valori.
Quali settori, secondo lei, possono diventare il motore per trattenere i giovani nella regione?
I giovani restano se hanno prospettive di futuro. È essenziale puntare sia sulla creazione di lavoro sia sull’imprenditorialità in settori strategici come agricoltura 4.0, energie rinnovabili, smart manufacturing e intelligenza artificiale. Le competenze non mancano, basti pensare che quest’anno l’UniCal è stata celebrata come la migliore tra i grandi atenei d’Italia.
PER APPROFONDIRE: Calabria e il diritto dei giovani a restare, Vito Teti: «È la sfida per il futuro»
Moltissimi professori di rango internazionale si sono trasferiti qui per insegnarvi. In questa direzione, con la Fondazione Antonio Emanuele Augurusa – di cui sono presidente – abbiamo creato un modello di formazione professionale e inclusione socio-lavorativa, il Virtus Lab, per ridurre lo skill mismatch e rispondere alla sfida della disoccupazione giovanile. Con questo strumento abbiamo creato centinaia di posti di lavoro anche al Sud.
C’è un modello che può aiutare i giovani a costruire il proprio futuro qui?
La Fondazione Augurusa ha sviluppato il paradigma della Restituzione Generativa, fondato sulla volontà e capacità di creare circuiti virtuosi di impatto sociale e sviluppo sistemico, sostenibili e autoalimentati nel tempo. Si concretizza attraverso modelli operativi, piattaforme multi-stakeholder che favoriscono il community engagement e la cooperazione tra attori, per garantire che la società partecipi al proprio sviluppo e ciascuno restituisca in proporzione alle proprie capacità finanziarie, strategiche e relazionali, creando valore condiviso per territorio e comunità. La Restituzione Generativa può valorizzare i giovani come primi attori di cambiamento e driver di trasformazione nei loro paesi d’origine, assicurando loro un elemento spesso dato per scontato: la libertà di scegliere se restare o partire, collaborando e condividendo.
Cosa manca oggi in Calabria per trasformare il diritto a restare in un’opportunità concreta?
I giovani in Calabria vivono un precariato esistenziale. Secondo Eurostat 2024, la regione è la più povera dell’Unione Europea, con quasi il 50% della popolazione in deprivazione e a rischio di povertà o esclusione sociale. In questo contesto, il diritto a restare, senza garanzie concrete, rischia di essere uno specchietto per le allodole. È indispensabile lavorare sugli strumenti mancanti per garantire diritti fondamentali come famiglia, lavoro e salute. Serve un radicale cambio di mentalità che vada al cuore del problema e non proponga semplici soluzioni-palliativo.
Anche alla luce anche della sua nuova nomina in Ucid, quale messaggio si sente di condividere con i giovani della sua Calabria?
Invito le giovani generazioni a non cedere alla rassegnazione per questa nostra terra, amara quanto meravigliosa. L’emigrazione dal Sud è una storia antica, che ci accompagna nei racconti degli anziani e riecheggia nel presente. Eppure, possiamo ancora invertire la tendenza. Come nuovo Vice-presidente Vicario dei giovani imprenditori cristiani, lancio la sfida “Re-shape Calabria 2050”.
Con UCID, puntiamo a costruire un dialogo intergenerazionale, intrecciando tradizioni e innovazione per delineare il futuro della Calabria. A guidarci è il sentimento della Restanza, come ben lo definisce il professor Vito Teti: «sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente».
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