L’esercito israeliano ferma l’assalto via aria anche da Gaza. La Francia colpisce Daesh in Siria. Due persone uccise nel nord dell’enclave palestinese durante un attacco di uomini armati a un convoglio di aiuti del World Food Programme
In 21 giorni poco più di 35 mila siriani ha lasciato la Turchia per fare ritorno in Siria
In 21 giorni poco più di 35 mila siriani ha lasciato la Turchia per fare ritorno in Siria. A rendere noto il dato è il ministro degli Interni di Ankara, Asi Yerlikaya, che ha inoltre annunciato che il governo turco aprirà presto un ufficio a Damasco. L’obiettivo è agevolare il ritorno dei siriani che in questi 13 anni sono fuggiti dal regime della famiglia Assad e hanno vissuto in Turchia. Yerlikaya in un’intervista televisiva ha specificato che è la provincia di Aleppo l’area che ha visto il ritorno a casa della maggior parte dei 31,114 che hanno lasciato la Turchia dove si trovano ancora quasi tre milioni di profughi siriani.Yerlikaya ha aggiunto che quest’ultimo dato include 800 mila bambini nati in Turchia in questi anni, ai quali pero’ non e’ stata concessa la cittadinanza. “Con la fine dell’anno scolastico vi sarà prevedibilmente un aumento del flusso di profughi in uscita’”, ha dichiarato Yerlikaya.
Tre membri delle forze di sicurezza curde sono rimasti uccisi dopo un attacco di combattenti filo-turchi ad un posto di blocco ad Aleppo
Tre membri delle forze di sicurezza curde sono rimasti uccisi dopo che combattenti filo-turchi hanno attaccato un posto di blocco ad Aleppo, nel nord della Siria. Lo riferisce una Ong in quello che è il primo attacco di questo tipo nella seconda città della Siria da quandoi ribelli hanno preso il potere all’inizio di dicembre. Durante la loro fulminea avanzata su Damasco, i ribelli a guida islamica hanno conquistato tutta Aleppo, tranne i due quartieri a maggioranza curda di Sheikh Maksoud e Ashrafieh, datempo controllati dalle forze curde. “Un posto di blocco delle Forze di sicurezza interna (a guida curda) nel quartiere di Ashrafieh, a maggioranza curda, è stato attaccato da uomini armati sostenuti dai turchi e da droni carichi di esplosivo, uccidendo tre membri del personale di sicurezza e ferendone 7 in modo grave”, ha dichiarato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. “E’ il primo attacco di questo tipo nella zona dalla caduta del regime di Basharal-Assad”, ha aggiunto.
Il ministro dell’Informazione siriano: “I mass media del Paese cambieranno radicalmente”
Il ministro dell’Informazione siriano, Muhammad al-Omar, ha affermato che i mass media della Siria subiranno cambiamenti radicali e ha sottolineato che i professionisti dei media che hanno abbandonato il regime all’inizio della rivoluzione giocheranno in questo processo un ruolo fondamentale. “Non vogliamo continuare con i media su cui faceva affidamento il precedente regime. Abbiamo ereditato istituzioni mediatiche basate sul settarismo e questa eredità deve cambiare per riflettere le aspirazioni del popolo siriano e gli obiettivi della rivoluzione” ha affermato Al-Omar citato da Sky News Arabia, aggiungendo che “i media saranno uno strumento essenziale per costruire una nuova Siria e raggiungere giustizia e uguaglianza”.
Netanyahu alla Knesset due giorni dopo un intervento alla prostata, i medici contrari
Meno di due giorni dopo l’intervento chirurgico alla prostata, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lasciato l’ospedale per partecipare a un voto importante sul bilancio alla Knesset, ovvero il Parlamento d’Israele. Netanyahu è apparso con un’aria stanca e tirata. Lo riportano i media israeliani, che precisano che i medici erano contrari alla sua presenza in Parlamento. Poco dopo il suo arrivo, il premier ha lasciato la plenaria in compagnia del suo medico personale.
Gli Usa colpiscono gli Houthi in Yemen, bombardati i centri da cui partono gli attacchi alle navi americane
Gli Stati Uniti hanno colpito obiettivi dei ribelli Huthi in Yemen utilizzati negli attacchi alle navi americane nell’area. Lo riferisce il Comando Centrale, Centcom, in una nota.
Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti hanno condotto molteplici attacchi di precisione contro obiettivi Houthi anche in località costiere, all’interno del territorio controllato dai ribelli in Yemen, il 30 e 31 dicembre, si legge nel post su X.
Navi e aerei della marina statunitense hanno preso di mira una struttura di comando e controllo degli Houthi e strutture di produzione e stoccaggio di armi convenzionali avanzate che includevano missili e droni. Il Centcom ha precisato che non ci sono stati feriti o danni al personale o alle attrezzature statunitensi in nessuno degli attacchi.
Media, raid aerei su Sanaa contro obiettivi Houthi, britannici o americani
Aerei da guerra hanno martellato oggi a Sanaa diversi siti Houthi. Lo riferisce Al Arabiya online secondo cui si tratta di raid americani o britannici che hanno preso in particolare il complesso di sicurezza di Al-Ardi, il campo del Corpo di Manutenzione nel centro di Sanaa. Secondo un corrispondente di Sky News Arabia, è stato colpito l’edificio del Ministero della Difesa, il complesso Al-Ardi nel centro della capitale e il complesso 22 maggio nella direzione di Al-Thawra. La radio dell’esercito israeliano ha negato che i raid su Sanaa fossero israeliani, aggiunge la stessa fonte.
La Francia annuncia di aver bombardato postazioni di Daesh in Siria
Aerei da guerra francesi hanno bombardato postazioni dello Stato islamico in Siria, ha detto oggi il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu. “Le nostre forze armate restano impegnate nella lotta al terrorismo nel Levante” ha scritto Lecornu su X. “Domenica, le risorse aeree francesi hanno effettuato attacchi mirati contro Daesh sul suolo siriano” ha aggiunto, utilizzando il nome arabo per Isis. Il Ministero della Difesa ha detto all’Afp che i caccia Rafale francesi e i droni Reaper di fabbricazione Usa “hanno sganciato un totale di sette bombe su due obiettivi militari appartenenti a Daesh nella Siria centrale”.
Yemen: gli Houthi rivendicano due attacchi missilistici contro Israele
I ribelli Houthi dello Yemen sostenuti dall’Iran hanno rivendicato oggi la responsabilità di due attacchi missilistici contro Israele: la rivendicazione segue un comunicato pubblicato ieri sera dall’esercito israeliano, in cui l’Idf dichiarava di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen prima che entrasse nello spazio aereo del Paese. Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, ha affermato che sono stati lanciati due missili: il primo diretto verso l’aeroporto Ben Gurion vicino a Tel Aviv e il secondo verso una centrale elettrica a sud di Gerusalemme. Gli Houthi hanno lanciato numerosi attacchi missilistici e con droni contro Israele dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza.
Media: a Gaza la popolazione è diminuita del 6% in un anno
La popolazione di Gaza è diminuita del 6% a causa della guerra di Israele. Lo riporta l’agenzia Anadolu citando i dati ufficiali dell’ufficio centrale palestinese di statistica (Pcbs). Secondo il capo dell’ufficio, Ola Awad, la popolazione del territorio palestinese è scesa a 2,1 milioni: in calo di 160mila persone rispetto al 2023. Awad ha affermato che quasi 45.500 persone sono state uccise negli attacchi israeliani e altre 100mila sono fuggite dall’enclave dal 7 ottobre 2023. Parlando delle vittime, ha poi sottolineato che tra queste si registrano 17.581 bambini e 12.048 donne, mentre quasi 107mila sono i feriti e circa 11mila i dispersi.
Idf, a inizio dicembre ucciso il capo dell’unità missilistica della Jihad nel nord di Gaza
L’Aeronautica militare israeliana (Iaf) ha eliminato all’inizio del mese il comandante dell’unità missilistica della Jihad islamica nel nord di Gaza, Anas Muhammad Saadi Masri: lo ha reso noto oggi l’Esercito (Idf) su Telegram. “All’inizio di dicembre, l’Iaf ha condotto un attacco basato sull’intelligence per eliminare il terrorista Anas Muhammad Saadi Masri, il comandante dell’unità missilistica della Jihad islamica nel nord della Striscia di Gaza” si legge in un comunicato. Saadi Masri, prosegue la nota, “era responsabile del comando e dell’esecuzione di numerosi attacchi contro civili israeliani e soldati dell’Idf. Sia il 7 ottobre che dopo, Saadi Masri ha comandato attacchi con razzi sparati dal nord di Gaza contro comunità nel sud di Israele”.
Iran: “In Siria è nata una nuova resistenza dopo l’occupazione di Israele”
“La resistenza non si è indebolita dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad, anzi, dopo la recente occupazione delle terre siriane da parte di Israele, è nata una nuova Resistenza che si manifesterà nei prossimi anni” ha detto il capo del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniano, Ali Akbar Ahmadian, in un incontro con il ministro degli Esteri dell’Oman, Badr al-Busaidi, secondo quanto riportato dall’Isna. Ahmadian ha anche detto nell’incontro che la dottrina iraniana sulle armi nucleari non è cambiata e che il Paese è impegnato sui suoi obiettivi. “Ora, la palla è nel campo dell’altra parte. Dovrebbero rispettare gli impegni” ha aggiunto.
Siria, il leader militare di HTS (Hayat Tahrir al-Sham) nominato ministro della Difesa
Il leader militare del gruppo islamico radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts), Mourhaf Abou Qasra, è stato nominato ministro della Difesa nel governo di transizione in Siria. Lo hanno annunciato le nuove autorità. Hts ha guidato la coalizione di gruppi ribelli che ha spodestato il presidente Bashar al-Assad l’8 dicembre dopo una violenta offensiva.
Onu: “La sanità di Gaza è sull’orlo del collasso totale”
L’assistenza sanitaria nel territorio palestinese è sull’orlo del collasso a causa degli attacchi israeliani contro gli ospedali della Striscia di Gaza: lo affermano le Nazioni Unite in un rapporto pubblicato oggi. “Il modello di attacchi mortali di Israele contro e vicino agli ospedali di Gaza, e i combattimenti associati, hanno spinto il sistema sanitario sull’orlo del collasso totale, con effetti catastrofici sull’accesso dei palestinesi all’assistenza sanitaria e medica” afferma l’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani in una dichiarazione che accompagna il rapporto.
Siria: una donna a capo della banca centrale, primato assoluto
In Siria nomina senza precedenti di una donna a capo della Banca centrale: le nuove autorità hanno incaricato Maysaa Sabrine, funzionario dell’istituzione, di “gestirne gli affari”. Specialista di finanza pubblica, Maysaa Sabrine ricopre la carica di primo vice governatore della banca centrale siriana dal 2018. E’ già operativa come “governatrice della banca incaricata della gestione degli affari correnti”, ha detto un funzionario della banca centrale che ha chiesto l’anonimato.
Questa nomina da parte del nuovo potere dominato dagli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), in un Paese in piena transizione dalla caduta di Bashar al-Assad l’8 dicembre, rappresenta la prima in assoluto per una donna. Avviene pochi giorni dopo le dichiarazioni del capo dell’Ufficio per le questioni femminili che hanno fatto scalpore.
In un’intervista alla televisione turca Trt sullo “spazio” che sara’ dato alle associazioni femministe in Siria, Aicha al-Debs ha invitato le donne a “non oltrepassare le priorita’ della loro natura creata da Dio”, cioe’ “il loro ruolo educativo all’interno della famiglia e della societa’”.
Domenica, come a voler placare critiche e sdegno, il capo della diplomazia siriana, Assaad al-Chibani, ha affermato su X che le autorita’ “si schiereranno al fianco” delle donne “e sosterranno pienamente i loro diritti”. “Crediamo nel ruolo attivo delle donne all’interno della societa’ e abbiamo fiducia nelle loro capacita’ e competenze”, ha sottolineato.
Il tasso di cambio della sterlina siriana rappresenta una delle sfide finanziarie piu’ significative in Siria, dopo il crollo del suo valore rispetto al dollaro durante i 13 anni di guerra. Prima dello scoppio del conflitto nel 2011, il dollaro veniva scambiato con una cinquantina di sterline. Oggi il tasso di cambio varia tra circa 12.000 e 15.000 sterline per dollaro.
Piogge forti a Gaza, centinaia di tende allagate
Centinaia di tende nei campi profughi in diverse aree della Striscia di Gaza sono state allagate a causa delle forti piogge. Gli sfollati hanno riferito che le loro tende, costruite con mezzi di fortuna, sono anche state spazzate via dai forti venti che negli ultimi due giorni hanno sferzato l’enclave palestinese. Gli sfollati, soprattutto nelle zone di Deir al-Balah e Mawasi Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, hanno trascorso una notte difficile nelle loro tende allagate e con temperature che sono andate sotto lo zero. Lo riporta l’agenzia Wafa. Le squadre di soccorso hanno ricevuto centinaia di chiamate di soccorso dagli sfollati, che chiedevano di salvare loro e i loro bambini dalle tende e case distrutte e allagate dall’acqua piovana.
Idf, abbattuti due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza
Secondo quanto affermato dall’esercito, israeliano due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza settentrionale verso comunità israeliane al confine sono stati intercettati dalle difese aeree. Durante l’attacco, le sirene hanno suonato a Netiv Haasara, Karmia e sulla spiaggia di Zikim. Non si hanno notizie di feriti.
Assalto armato a convoglio aiuti Wfp, due morti
Due persone sono state uccise nel nord di Gaza mentre uomini armati attaccavano un convoglio di aiuti del World Food Programme. Hamas ha accusato l’agenzia delle Nazioni Unite di non aver coordinato la sicurezza. Bande arnate hanno attaccato un convoglio di 40 camion e il carico di 5 mezzi è andato perduto, ha reso noto il Wfp. Hamas ha definito l’accaduto “un errore catastrofico” dell’agenzia dell’Onu. “Riteniamo il Wfp pienamente responsabile e chiediamo che non violi il protocollo seguito in merito al coordinamento per mettere in sicurezza i camion degli aiuti”, si legge in una nota del gruppo terroristico. Da parte sua l’agenzia ha lamentato che nelle ultime due settimane, “quasi ogni movimento di aiuti attraverso i valichi nel sud e nel centro di Gaza ha provocato violenze, saccheggi e tragiche morti a causa dell’assenza di legge e ordine lungo le rotte dei convogli all’interno di Gaza”. Per mesi, sia Israele che le agenzie umanitarie, tra cui il Wfp, hanno denunciato saccheggi diffusi da parte di bande armate, così come di civili disperati. Secondo le agenzie umanitarie, talvolta le rotte di consegna che prendono attraverso Gaza sono bloccate dall’attività militare israeliana.
Houthi sparano missile contro Israele, intercettato
Un missile sparato dallo Yemen contro Israele è stato intercettato dall’esercito israeliano prima che entrasse in territorio israeliano. Poco prima le sirene dell’allarme antiaereo avevano risuonato nel centro di Israele.
Media, nuovi raid di Usa e Gb su posizioni Houthi nello Yemen
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna – secondo una fonte delle autorità locali – hanno lanciato nuovi raid contro la provincia di Hodeidah nello Yemen occidentale, parzialmente sotto il controllo degli Houthi. “Aerei da combattimento americani e britannici hanno effettuato due raid su obiettivinell’area di Al-Fazah, nel distretto di At-Tuhaita, nel sud della provincia di Hodeidah”, ha detto la fonte.Da Hodeidah gli Houthi lanciano missili contro Israele o inviano droni per attaccare le navi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico ed è già stata bombardata più volte negli ultimi giorni.
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