Il meglio della moda nel 2024

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L’avevamo già scritto lo scorso anno e lo facciamo anche al termine di questo: il 2024 non è stato tranquillo per la moda. Anzi, potremmo proprio definirlo un anno difficile, di quelli che dovrebbero determinare un profondo punto di svolta ma che ancora non lo fanno. Gli eventi accaduti negli ultimi 12 mesi definiscono un sistema instabile e imprevedibile: Artribune ha identificato i cinque episodi che meglio evidenziano la condizione attuale del settore, per analizzarlo e per comprendere perché si parli di incertezza collettiva. Soprattutto, di gravi conseguenze sull’immagine e sull’economia del settore. 

Il ritorno di Alessandro Michele 

Valentino Resort 2025 by Alessandro Michele

Nell’ottica di riportare lo stato di salute della moda nel 2024, bisogna partire dalla notizia dell’anno: Alessandro Michele è tornato alla ribalta come direttore creativo di Valentino. La maison aveva salutato lo stilista Pierpaolo Piccioli per accogliere colui che tutti si chiedevano se avrebbe fatto ritorno dopo il trionfo da Gucci. Già di per sé questo è un tassello importante dell’anno che si sta concludendo perché ha chiuso un cerchio aperto nel momento del suo ritiro dalla scena, ormai due anni fa. Ma non solo: Alessandro Michele è anche colui che simboleggia un periodo florido per il fashion system, quando bastava creare abiti e pensare a valide strategie di marketing per fatturare miliardi di dollari. La separazione dal marchio fiorentino aveva aperto le danze ad una serie di rotture nell’industria, annunciando che la moda non era più la stessa perché i guadagni iniziavano a rallentare e le poltrone a tremare. 

La scoperta di nuovi talenti (non tali) 

Veronica Leoni
Veronica Leoni

Il 2024 non è stato solo un anno di grandi ritorni. Tra un cambio di direzione creativa e un altro, sono stati scelti nuovi talenti non tali, ossia noti agli insider per il lavoro svolto negli uffici stile ma sconosciuti ai più. Da Veronica Leoni che ha preso le redini di Calvin Klein Collection a Louise Trotter diventata creative director di Bottega Veneta, passando per Julian Klausner nominato come successore del mitologico Dries Van Noten, una lunga lista di volti freschi ha fatto capolino nel fashion system. E può fare solo piacere vedere che, pian piano, si sta compiendo un cambio generazionale nella moda, che parte dai backstage arrivando alle passerelle, su cui nel 2025 ci saranno protagonisti diversi dall’anno precedente. 

Jonathan Anderson come protagonista assoluto del sistema 

Jonathan Anderson
Jonathan Anderson

Chi, invece, si è affermato fino a diventare tra gli stilisti più importanti del 2024, e molto probabilmente anche del 2025, è senza ombra di dubbio Jonathan Anderson. Lo stilista nordirlandese, direttore creativo di Loewe e di JW Anderson, suo brand omonimo di cui è anche fondatore, ha compiuto dieci anni a capo dello storico marchio spagnolo e si è cimentato nel mondo del cinema, come costumista al fianco del regista Luca Guadagnino. Prima per il film Challengers, che ha dettato la tendenza dell’abbigliamento da tennis, e poi per Queer, la pellicola tanto dibattuta che si prospetta essere una celebrazione della sartorialità maschile d’altri tempi. Non per altro, è stato premiato come miglior stilista dell’anno durante i Fashion Awards 2024, ossia la premiazione più rilevante nel settore seppur autocelebrativa. 

L’addio di Dries Van Noten e John Galliano alla moda 

John Galliano_Paolo Roversi
John Galliano_Paolo Roversi

Il 2024 è stato, tra le tante cose, un concentrato di separazioni “forzate” da stilisti la cui influenza è tangibile ancora oggi, nelle loro collezioni e in quelle altrui. Dries Van Noten, dopo 40 anni di carriera alla direzione creativa del brand eponimo, ha ceduto il suo posto al braccio destro Julian Klausner; mentre, John Galliano ha salutato il brand Maison Margiela a distanza di 10 anni dall’incarico ottenuto e portato egregiamente a termine. Entrambi hanno plasmato l’arte del vestire a loro modo, chi con le trame coloratissime e chi con la drammaticità di un costumista di teatro e non di un fashion designer. Mancheranno, ma non è detto che Galliano non torni insieme al collega Hedi Slimane, altro importante autore della moda passata e contemporanea, ormai ex direttore creativo di Celine senza un incarico pronto ad attenderlo.  

Il peggioramento della crisi nella moda lussuosa  

Niccolò Pasqualetti. Foto Diane Betties
Niccolò Pasqualetti. Foto Diane Betties

Dulcis in fundo, la moda del 2024 ha subito la crisi finanziaria partita dalla Cina e visibile già due anni fa. Il gruppo del lusso Kering, ad esempio, ha registrato nel terzo trimestre dell’anno vendite pari a 3,8 miliardi di euro, in calo del 15% a tassi correnti e del 16% a tassi comparabili. Invece, le vendite dirette sono diminuite del 17% a tassi comparabili, ancora una volta penalizzate dal calo del traffico nei negozi. Persino il gruppo LVMH, il più grande del lusso al mondo che ha in portafoglio il più famoso brand del lusso al mondo, Louis Vuitton, ha registrato un calo preoccupante: le vendite sono diminuite del 3% nel terzo trimestre del 2024, dopo i deboli aumenti nel secondo e primo trimestre, attestandosi quindi su un fatturato di 19,08 miliardi di euro. Se questo sta accadendo nelle sedi dei colossi del settore, allora quale sarà il futuro di realtà modaiole più piccole? Un futuro cupo, incerto e prossimo al fallimento se le istituzioni non prevederanno i dovuti incentivi per salvaguardare la moda, perlomeno in Italia dove il “fatto a mano” rischia di scomparire, fagocitato dai grandi player. 

Giulio Solfrizzi 

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