la capolista all’ultimo nega la gioia del successo ai biancocelesti




In una delle sue prime interviste, all’inizio della stagione, Baroni disse:ciò che mi sento di promettere ai nostri tifosi, è che questa squadra, comunque andranno le cose in campo, rientrerà negli spogliatoi alla fine della gara con le tasche vuote”.

Nella partita contro gli orobici questa metafora delle “tasche vuote” ha trovato senza dubbio la sua più alta applicazione. La Lazio ha dato tutto contro un avversario di grande valore ed il pareggio alla fine di una gara tiratissima forse è il giusto verdetto.

Resta ovviamente l’amarezza per la Lazio di essere stata raggiunta a due minuti dalla fine, con un goal anche abbastanza casuale, ma questo nulla toglie al grande impegno profuso in campo dai giocatori laziali che appunto, come dice Baroni, certamente sono tornati negli spogliatoi con le “tasche vuote”.

La Lazio affronta la capolista all’Olimpico nella penultima giornata del girone di andata in grande emergenza.

Agli indisponibili Vecino, Pedro e Noslin si aggiungono all’ultimo momento anche Lazzari – risentimento muscolare per lui da valutare – e Patric – attacco influenzale. La Lazio, dunque, si presenta alla sfida con gli uomini contati, appena 15 giocatori di movimento a disposizione di Baroni.

L’Atalanta invece, vista dalla panchina, sembra una corazzata con tante possibilità di intervento in corso d’opera per il tecnico Gasperini.

L’allenatore degli Orobici schiera inizialmente una formazione tipo – al netto dell’assenza di Retegui – con un 3-4-1-2 composto da Djimsiti, Hien e Kolasinac di fronte al portiere Carnesecchi a comporre la difesa, Bellanova, De Roon, Ederson e Zappacosta sulla linea mediana, Pasalic alle spalle delle temibili punte De Ketelaere e Lookman.

La Lazio opta invece per un 4-3-3 rispetto al consueto schieramento composto dal 4-2-3-1. Baroni sposa una linea più prudente rispetto al precedente incontro all’Olimpico contro l’Inter cercando di aggiungere muscoli e copertura al centrocampo per dare maggiore equilibrio alla squadra.

Mossa azzeccata da parte del tecnico biancoceleste non solo perché sarà proprio il centrocampista aggiunto – Dele Bashiru – a siglare il momentaneo vantaggio per la Lazio, ma anche perché la squadra capitolina appare estremamente compatta.

Detto che la Lazio a centrocampo schiera, a fianco dei titolarissimi Guendouzi e Rovella, Dele Bashiru, in difesa, di fronte a Provedel, la linea è composta da Marusic, Gila, Romagnoli e Tavares, mentre il tridente offensivo è composto da Tchaouna, Castellanos, Zaccagni.

Sorprende la scelta di Baroni di schierare inizialmente il francese Tchaouna al posto del titolare Isaksen, anche se, vista la diffida del giocatore danese, una sua eventuale ammonizione nella gara contro gli orobici avrebbe comportato la sua esclusione nella prossima gara – il derby – costringendo la Lazio ad affrontare la stracittadina senza ricambi nel reparto offensivo (nel caso ovviamente permanesse l’indisponibilità di Pedro e Noslin fra una settimana).

Il primo tempo della Lazio è quasi un mezzo capolavoro di Baroni. L’Atalanta viene praticamente annullata dal punto di vista offensivo e soffre terribilmente la pressione costante dei giocatori laziali.

La sterilità offensiva degli Orobici è testimoniata dal fatto che la prima occasione per gli atalantini arriva all’ultimo minuto del primo tempo quando, un traversone di Zappacosta, raggiunge Pasalic in area che spizza di testa per Djimsiti che in scivolata non riesce a correggere in rete.

Nei precedenti 44 minuti si è invece assistito ad un monologo della Lazio, con una continua aggressione ai portatori di palla avversari che ha messo in grande difficoltà la capolista.

Aggressione, compattezza, velocità degli scambi, anticipi e ripartenze velocissime, insomma, una Lazio davvero bella sia nella fase di non possesso sia nelle fasi offensive.

Dopo una doppia occasione per la Lazio prima di Castellanos, murato da Carnesecchi, e poi di Guendouzi, sulla traversa il suo tentativo da lontano, proprio in una palla contesa a centrocampo, il miglior in campo Rovella pesca con uno splendido pallonetto in corridoio centrale Dele Bashiru che parte in velocità sorprendendo la difesa degli Orobici  e batte con un potente destro l’incolpevole Carnesecchi.

Se Rovella è l’uomo migliore – forse non solo tra le fila laziali ma anche tra tutti i 22 in campo – Dele Bashiru è senza dubbio l’uomo in più dei laziali sia nella fase di contenimento, sia in fase offensiva.

Dopo un primo tempo, come detto, dominato dai biancocelesti, il secondo vede salire in cattedra la capolista che soprattutto grazie ai cambi prende in mano progressivamente il pallino del gioco.

La Lazio soffre la pressione e il ritmo degli atalantini e Baroni non ha armi in panchina per cambiare l’inerzia della gara, fatto salvo l’ingresso di Dia che conferisce dapprima a sinistra, al posto di Zaccagni, e poi da punta centrale, al posto di Catellanos, maggior dinamismo offensivo alla causa biancoceleste.

Ed è proprio Dia ad avere l’occasione di chiudere la partita quando su perfetto invito  da sinistra di Castellanos, a due passi dalla porta degli atalantini, completamente solo, il senegalese manca clamorosamente l’impatto con il pallone mandando peraltro fuori giri l’accorrente Dele Bashiru che, spiazzato dal gesto del compagno, non riesce a ribadire in rete.

Il forcing dell’Atalanta viene premiato all’ottantottesimo minuto quando, sull’ennesimo cross in area, Zaniolo trova la spizzata giusta per Lookman che a tu per tu con Provedel non forza la giocata e mette al centro per Brescianini – subentrato da 4 minuti a Kolasinac – che da solo, e a porta sguarnita, deve solo appoggiare  in rete.

Nonostante la delusione del pareggio arrivato a due minuti dalla fine, la Lazio esce da questa partita con nuove consapevolezze.  La squadra sa essere competitiva anche in emergenza, viste le tante defezioni, e soprattutto compatta per l’intero arco della gara, anche di fronte ad una grande squadra di grande livello come l’Atalanta.

Se si vuole però continuare ad essere competitivi su più fronti è necessario operare sul mercato di gennaio con almeno due innesti: un centrocampista, con caratteristiche tali da poter entrare in rotazione con Rovella e Gendouzi – che altrimenti saranno costretti a giocarle tutte fino al rientro di Vecino – ed un’ala sinistra, visto che numericamente in questo momento Zaccagni di fatto non ha un sostituto.

Vedremo nei prossimi giorni, e nelle prossime settimane, se in questo senso ci sarà una risposta da parte della società.

Una cosa è certa: questo gruppo e il suo allenatore meritano di essere sostenuti non solo per i risultati fino a questo momento raggiunti – al di là di ogni più rosea aspettativa – ma anche per quella promessa di “tasche vuote” fino a questo momento ampiamente mantenuta da parte della squadra. Speriamo invece che a gennaio le tasche non siano vuote per la società.


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