Quel ponte tra Italia e Congo Brazzaville

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Henri Okemba, ambasciatore in Italia del Congo Brazzaville

«Il Piano Mattei può svolgere un ruolo determinante nello sviluppo economico del Congo Brazzaville, creando opportunità di investimento in alcuni settori strategici. Questi investimenti sono progettati per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile, stabilendo relazioni commerciali vantaggiose per tutti tra l’Italia e il Congo»: è la visione della Repubblica centrafricana che ha per capitale la città che porta ancora nel nome la traccia di Pietro Savorgnan di Brazzà, l’esploratore italo-francese che la fondò nel 1880 espressa ad Economy da Henri Okemba, ambasciatore in Italia del Congo Brazzaville: «Questo piano, che mira a stabilire partenariati economici equi, promuove uno sviluppo sostenibile e reciprocamente vantaggioso per entrambe le parti, evitando dinamiche di sfruttamento – prosegue Okemba – E lo fa agendo sulla diversificazione economica: il piano vuole aiutare il Congo a diversificare la propria economia oltre la dipendenza dalle risorse naturali, offrendo allo stesso tempo all’Italia opportunità per nuovi mercati e partenariati. Ma lo fa anche sullo sviluppo sostenibile: l’accento è posto su progetti rispettosi dell’ambiente e sullo sviluppo sostenibile, attraverso investimenti in tecnologie pulite e sostegno alle infrastrutture».

Quale è la situazione attuale dei rapporti economici tra l’Italia e il Congo Brazzaville, in termini sia di investimenti che di scambi commerciali?
Le relazioni economiche tra l’Italia e la Repubblica del Congo si basano principalmente sull’estrazione delle risorse energetiche, con la presenza dell’azienda italiana Eni, in Congo dal 1968. Nel 2023 Eni ha lanciato il progetto Congo Lng che prevede l’installazione di due unità galleggianti di liquefazione con una capacità totale di 4,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno entro il 2025. Questo progetto mira non solo ad aumentare la produzione di gas naturale liquefatto (Gnl) per l’esportazione, ma anche a fornire energia per soddisfare le esigenze locali contribuendo così all’accesso dell’elettricità per la popolazione. Il Congo, Paese produttore di petrolio in Africa, possiede significative riserve di gas naturale, ma desidera diversificare ulteriormente la sua economia rafforzandola.

Quali settori economici congolesi sono più aperti agli investimenti italiani e quali opportunità offrono agli imprenditori italiani?
Le prospettive di investimento in Congo per le aziende italiane sono numerose. I progetti che combinano sviluppo economico e sostenibilità ambientale sembrano particolarmente promettenti per rispondere alle aspettative di entrambi i Paesi. I settori economici chiave che attualmente offrono opportunità agli investitori italiani nella Repubblica del Congo sono focalizzati sulle risorse naturali, ma con la volontà di Sua Eccellenza Signor Denis Sassou N’Guesso, Presidente della Repubblica del Congo, che ha avviato l’operazione di diversificazione dell’economia congolese, si estendono anche a settori strategici per lo sviluppo del Paese. In sintesi, i principali settori e le opportunità che essi presentano:

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1. Energia e Idrocarburi: Il settore energetico è dominato dal petrolio e dal gas con l’Italia, in particolare attraverso Eni, già attiva nell’esplorazione e produzione di gas naturale. Il progetto Congo Lng, che prevede l’installazione di infrastrutture di liquefazione galleggianti, rappresenta un’opportunità per gli investitori italiani nelle infrastrutture Gnl e nella transizione verso energie meno inquinanti.

2. Infrastrutture e Costruzioni: La modernizzazione delle infrastrutture (strade, ponti, porti) è cruciale per il Congo, che ambisce a diventare un hub regionale grazie alla sua posizione geografica. L’Italia può dunque giocare un ruolo significativo nello sviluppo delle infrastrutture di trasporto, in particolare per migliorare le connessioni tra i principali centri economici come Brazzaville e Pointe-Noire, oltre che con altre città africane.

3. Agricoltura e Agro-industria: Il Congo dispone di vaste terre arabili poco sfruttate, con un forte potenziale per l’agricoltura. Gli investitori italiani possono introdurre tecnologie per l’agricoltura sostenibile, la produzione alimentare e lo sviluppo delle catene di valore agricole, come la trasformazione dei prodotti locali e l’internalizzazione dei prodotti congolesi.

4. Sfruttamento Forestale e Legname: con il Bacino del Congo, il secondo polmone ecologico del mondo, il Congo è ricco di risorse forestali e CO2. L’Italia, come importatore di legname, potrebbe investire nella trasformazione locale del legname per l’esportazione, rispettando al contempo le nuove normative congolesi che mirano a ridurre l’esportazione di legname non trasformato.

5. Energie Rinnovabili: per rispondere alle sfide climatiche e rafforzare l’autonomia energetica del Congo, esistono opportunità per lo sviluppo di energia solare, idroelettrica e biomassa. In questo contesto, l’Italia può contribuire con tecnologie verdi e progetti di produzione di energia rinnovabile.

6. Servizi Finanziari e Digitali: L’inclusione finanziaria rimane limitata in Congo offrendo un’opportunità per i servizi finanziari e le soluzioni digitali. Le aziende italiane possono investire in soluzioni per migliorare l’accesso ai servizi bancari specialmente nelle aree rurali.

7. Turismo e Cultura: Sebbene ancora poco sviluppato, il settore turistico congolese ha potenziale, in particolare con i suoi parchi naturali e la fauna. Gli investitori italiani, in collaborazione con esperti congolesi nel settore, potrebbero investire in infrastrutture turistiche sostenibili e servizi per attrarre turisti internazionali.

Quali settori potrebbero trarne i maggiori benefici dal piano Mattei?
Si potrebbero identificare diversi settori chiave di attività per potenziali investimenti ad alto profitto per il Congo e l’Italia:

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1. Energia: il Congo, ricco di risorse energetiche, potrebbe beneficiare delle competenze e dell’esperienza italiana, in particolare nel gas naturale e nelle energie rinnovabili, per sviluppare infrastrutture moderne e diversificare le proprie fonti energetiche.

2. Infrastrutture e costruzioni: l’Italia, rinomata a livello mondiale nel settore, potrebbe investire in infrastrutture stradali, ponti, edifici pubblici e trasporti ferroviari, contribuendo così allo sviluppo delle infrastrutture in Congo e in Africa Centrale.

3. Agricoltura: il Congo, con i suoi terreni coltivabili, ha un potenziale agricolo significativo e l’Italia può fornire know-how nel settore agroalimentare, nelle tecniche agricole sostenibili e nella trasformazione alimentare per promuovere la sicurezza alimentare e le esportazioni.

4. Tecnologia e innovazione: gli investimenti nella tecnologia, in particolare nelle telecomunicazioni e nei servizi digitali, offrono opportunità per lo sviluppo di start-up locali e il miglioramento della connettività digitale.

5. Industria estrattiva: l’Italia potrebbe contribuire fornendo competenze nello sfruttamento responsabile e nello sviluppo delle risorse per massimizzare i benefici locali.

6. Turismo e cultura: il Congo possiede importanti risorse naturali e culturali. Lo sviluppo di questo settore può aprire la strada agli investimenti volti a creare infrastrutture turistiche preservando il patrimonio.

L’Italia ha grande esperienza nell’industria energetica. Esistono piani per una collaborazione più stretta nel settore energetico, come nel petrolio e nel gas, o anche nelle energie rinnovabili?
La collaborazione energetica tra Congo e Italia, nel quadro del Piano Mattei, si basa su un approccio integrato e diversificato, volto a rafforzare l’industria del petrolio e del gas promuovendo al contempo lo sviluppo delle energie rinnovabili. Questa proposta si basa su investimenti strategici che mirano a sviluppare le risorse energetiche del Congo, ma anche a costruire un’economia energetica più resiliente e sostenibile per entrambi i Paesi. Ecco le principali linee previste per questa collaborazione:

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1. Petrolio e gas

Esplorazione e produzione: l’Italia, tramite Eni, potrebbe investire in progetti di esplorazione e produzione di petrolio e gas in Congo. L’obiettivo è modernizzare le infrastrutture esistenti, migliorare l’efficienza operativa e incoraggiare pratiche rispettose dell’ambiente.

Infrastrutture e raffinazione: il Congo potrebbe trarre vantaggio da un trasferimento di tecnologie e know-how italiani.

2. Distribuzione ed esportazione: i due Paesi potrebbero prendere in considerazione la possibilità di collaborare per migliorare le reti di distribuzione di petrolio e gas, non solo per le esigenze locali ma anche per promuovere l’esportazione verso altri mercati. L’Italia potrebbe anche facilitare l’accesso degli idrocarburi congolesi al mercato europeo, come porta energetica verso l’Europa.

3. Formazione e trasferimento di tecnologie e competenze: Un altro aspetto essenziale della collaborazione è la formazione dei professionisti congolesi nelle tecnologie avanzate, sia nel campo degli idrocarburi che nelle energie rinnovabili. I programmi di formazione e sviluppo delle competenze possono essere utilizzati per garantire una gestione efficace dei progetti locali.

Quali sono le principali sfide che gli investitori italiani possono affrontare nel mercato congolese, e quali misure sta adottando il governo del Congo Brazzaville per facilitare gli investimenti esteri?

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Il Congo, nell’ambito delle sue ambizioni di sviluppo economico e diversificazione, deve affrontare sfide significative nell’attrarre e facilitare gli investimenti esteri. Il governo ha adottato diverse misure per creare un ambiente più attraente e stabile per gli investitori internazionali, in particolare nei settori dell’energia, delle infrastrutture, dell’agricoltura e dei servizi. Ecco una panoramica delle principali sfide e delle misure adottate.

Sfide per gli investitori stranieri in Congo

1. Infrastrutture insufficienti: la mancanza di infrastrutture moderne, come strade, porti e strutture di trasmissione di energia, può rallentare i progetti e aumentare i costi per gli investitori.

3. Burocrazia: la burocrazia è un grosso ostacolo. Procedure lunghe e complesse per ottenere autorizzazioni o permessi.

Misure adottate dal Congo per facilitare gli investimenti esteri

1. Riforme legali e normative: il Congo ha modernizzato il proprio quadro giuridico rivedendo le leggi sugli investimenti per offrire migliori garanzie e protezioni agli investitori stranieri. Sono stati messi in atto codici specifici, come il Codice sugli investimenti, per offrire esenzioni fiscali e incentivi ai nuovi investitori, in particolare in settori prioritari come l’energia, l’agricoltura e le infrastrutture.

2. Creazione di Zone Economiche Speciali (SEZ): il governo ha istituito SEZ che offrono vantaggi fiscali, strutture amministrative e infrastrutture adatte alle società straniere. Queste zone sono progettate per attrarre le industrie manifatturiere, tecnologiche e agroindustriali, fornendo loro condizioni favorevoli.

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3. Semplificazione delle procedure amministrative: sono stati compiuti sforzi per ridurre la burocrazia facilitando le procedure amministrative attraverso sportelli unici. Questi centri consentono agli investitori di elaborare tutte le formalità di registrazione, autorizzazione e autorizzazione in un unico luogo. È in corso anche la digitalizzazione dei processi di registrazione delle imprese per ridurre i ritardi e semplificare le procedure.

4. Partenariati pubblico-privato (PPP): il Congo incoraggia i PPP ad attrarre fondi esteri condividendo rischi e costi. Questo modello consente agli investitori di avere garanzie aggiuntive collaborando con il governo.

5. Rafforzare la sicurezza giuridica e la lotta alla corruzione: sono state messe in atto misure anticorruzione, come audit regolari e maggiore trasparenza nei bandi di gara, per migliorare l’immagine del Paese e rassicurare gli investitori riguardo alla gestione dei fondi.

6. Promozione degli investimenti esteri: è stata creata un’Agenzia nazionale per la promozione degli investimenti (ANPI) per offrire supporto agli investitori stranieri, fornire loro informazioni sulle opportunità di investimento e accompagnarli durante tutto il processo di investimento.

Vi sono programmi congiunti per la formazione e la trasferibilità delle competenze, specialmente nei settori industriale e manufatturiero?
Il Congo, come parte di una strategia di sviluppo economico, potrebbe esplorare programmi congiunti di formazione e trasferimento di competenze nei settori industriale e manifatturiero per soddisfare le crescenti esigenze di manodopera qualificata. Questi programmi, che mireranno a colmare le lacune di competenze, raggiungeranno uno sviluppo economico più equilibrato e inclusivo e promuoveranno la produzione locale di qualità al fine di attrarre investitori internazionali.

1. Rafforzare la forza lavoro locale

2. Facilitare il trasferimento di competenze

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3. Creare posti di lavoro e aumentare la produttività: la formazione locale aiuta a generare posti di lavoro qualificati, aumentare la produttività e incoraggiare lo sviluppo economico sostenibile.

4. creare centri di formazione tecnica e meccanica specializzati in meccanica industriale, elettronica, saldatura e manutenzione delle apparecchiature per soddisfare le esigenze delle fabbriche manifatturiere.

5. creare centri di formazione in Gestione Industriale: il programma prevede moduli in gestione della produzione, logistica e gestione della catena di fornitura per formare futuri manager del settore manifatturiero.

Esistono agevolazioni o incentivi fiscali per le aziende italiane interessate a operare nel Congo Brazzaville, soprattutto alla luce delle nuove iniziative di sviluppo economico del Paese?
Per attrarre imprese italiane e investitori stranieri, il Congo ha messo in atto diverse agevolazioni fiscali e incentivi con l’obiettivo di creare un clima imprenditoriale favorevole. Queste misure rientrano in una strategia di sviluppo economico, volta a favorire la nascita di nuove imprese, in particolare nei settori industriale, manifatturiero, agricolo e delle energie rinnovabili. Ecco i principali incentivi fiscali offerti agli investitori italiani e stranieri:

1. Esenzioni fiscali per le nuove imprese

2. Esenzione dall’imposta sulle società: le società italiane e straniere beneficiano di un’esenzione temporanea dall’imposta sulle società durante i primi anni di attività. Questo periodo di esenzione varia a seconda della natura del progetto, dell’ubicazione geografica e del settore di attività.

3. Esenzione IVA sulle attrezzature: le attrezzature importate per progetti industriali e manifatturieri possono essere esentate dall’IVA, riducendo così il costo iniziale degli investimenti.

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4. Esenzione dai dazi doganali: Per favorire lo sviluppo di nuove imprese, macchinari e attrezzature importati per progetti di investimento possono beneficiare di un’esenzione parziale o totale dai dazi doganali.

5. Riduzioni fiscali per le Zone Economiche Speciali (SEZ). Oltre alle riduzioni fiscali, le SEZ forniscono sgravi sull’imposta sulle transazioni, riducendo così i costi operativi per le imprese che operano in queste zone

6. Semplificazione delle formalità amministrative e tassazione semplificata

In che modo il Congo Brazzaville sta diversificando la sua economia per ridurre la dipendenza dalle esportazioni di risorse naturali e qual’è il ruolo che può giocare l’Italia in questo processo?

Il Congo sta cercando attivamente di diversificare la propria economia per ridurre la dipendenza dalle risorse naturali come il petrolio. Per diversificare la propria economia, il Congo prevede lo sviluppo di settori come l’agricoltura in senso lato, l’industria manifatturiera con la costruzione di fabbriche di sostituzione delle importazioni, lo sviluppo di zone economiche speciali, lo sviluppo del turismo, lo sviluppo dell’economia digitale e reale sviluppo immobiliare. In questo contesto, l’Italia può svolgere un ruolo importante fornendo competenze, investimenti e supporto tecnico.

Come vede lo sviluppo del settore delle infrastrutture nel Congo Brazzaville e quale supporto potrebbero dare le imprese italiane in questo ambito ?
L’Italia, in quanto partner strategico del Congo, può incoraggiare le proprie aziende a partecipare a partenariati pubblico-privato (PPP) e beneficiare degli incentivi fiscali offerti dal governo congolese per progetti infrastrutturali. Inoltre, l’Italia può offrire il proprio supporto tecnico attraverso accordi bilaterali e finanziamenti per facilitare la realizzazione di questi progetti, garantendo al contempo un trasferimento di competenze e tecnologie per garantire la sostenibilità delle infrastrutture in Congo.

Diverse grandi e riconosciute aziende italiane hanno le competenze e le risorse necessarie per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture in Congo, in particolare nei settori dei trasporti, dell’energia, dell’edilizia, dei ponti, dei servizi terziari e delle infrastrutture urbane. Queste aziende italiane, in collaborazione con il Congo, potrebbero così contribuire alla modernizzazione delle infrastrutture congolesi.

Infine, come descriverebbe la visione a lungo termine del governo congolese per i rapporti con l’Italia e come pensa che evolveranno i rapporti bilaterali nei prossimi dieci anni?
In dieci anni, le relazioni tra Italia e Congo potrebbero raggiungere un livello di maturità basato su una cooperazione strategica, diversificata e reciprocamente vantaggiosa, come ad esempio:

1. Rafforzare i rapporti diplomatici tra i nostri due Paesi

2. Sviluppo del partenariato tra PMI italiane e congolesi

3. Diversificazione economica e sviluppo industriale

4. Rafforzare la creazione di Zone Economiche Speciali (SEZ) e Parchi Industriali: l’Italia potrebbe sostenere lo sviluppo di SEZ, zone industriali e parchi tecnologici in Congo.

5. Istruzione, formazione e trasferimento di competenze

6. Partenariati accademici e centri di ricerca

7. Rafforzamento delle relazioni commerciali e facilitazione degli scambi

8. Rafforzare le infrastrutture logistiche e di trasporto

9. Sviluppo di un partenariato sostenibile e guidato dalla tecnologia

10. Innovazione tecnologica e digitalizzazione

11. Progetto congiunto per lo sviluppo sostenibile incentrato sulla conservazione della biodiversità, sulla gestione delle risorse idriche e sulla riduzione delle emissioni di carbonio che risponderà alle sfide climatiche e ambientali, sostenendo allo stesso tempo uno sviluppo economico inclusivo ed ecologico

12. Rafforzare i legami culturali e sportivi



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