Il Comitato Docenti di Sostegno (Cds), unitamente a diverse organizzazioni rappresentative del settore, annuncia una manifestazione che si svolgerà il 3 gennaio alle 11.30 in via Fattori 60. La protesta è organizzata con il supporto dei sindacati Flc Cgil e della Gilda, del movimento Idonei 2020 e 2023 e di altre componenti del mondo della scuola come l’associazione “Insieme per il sostegno”.
La protesta intende esprimere il dissenso nei confronti delle recenti dichiarazioni del Governo riguardanti i futuri corsi “Indire”. Secondo le informazioni diffuse si prospetta “la specializzazione di decine di migliaia di docenti, noti come triennalisti, e la regolarizzazione della posizione di coloro che possiedono titoli di specializzazione conseguiti all’estero e – si legge in una nota – questa iniziativa, in un contesto di saturazione delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps), in particolare per le classi di concorso Adss e Admm, suscita preoccupazione per il futuro lavorativo di molti insegnanti”.
“Attualmente – prosegue la nota – un numero considerevole di docenti specializzati non è convocato e risulta di fatto inoccupato. La protesta mira a influenzare l’attuazione dei decreti che disciplineranno in dettaglio la struttura e l’organizzazione di questi corsi. Con l’arrivo di decine di migliaia di nuovi specializzati del IX ciclo previsti per la primavera del 2025, la situazione occupazionale potrebbe diventare insostenibile. Si prospetta un numero di nuovi specializzati mai calcolato negli anni precedenti. Questo è particolarmente vero per coloro che, seguendo il principio di meritocrazia, hanno superato tre selezioni e affrontato corsi costosi di otto mesi negli ultimi anni per conseguire la specializzazione sul sostegno”.
Alessio Golia, coordinatore nazionale del Cds, afferma: “La prospettiva di avere decine di migliaia di nuovi specializzati in pochi mesi evidenzia l’assenza di una programmazione territoriale, la quale avrebbe dovuto essere attuata all’inizio di questa legislatura. È fondamentale rispondere al fabbisogno di docenti in funzione del numero di alunni con disabilità, in particolare in alcune province del Nord, senza generare un eccesso di personale nella secondaria di primo e secondo grado, dove, nel Centro-Sud, migliaia di docenti specializzati sono attualmente inoccupati e privi di sbocchi occupazionali. Il personale va specializzato ma seguendo criteri di competenza e formazione sulla scorta delle specializzazioni universitarie. Non siamo assolutamente inclini a propagande dei partiti di opposizione – siamo in composizione apartitica – ma siamo docenti che lottano per il proprio reddito e per il proprio futuro lavorativo. I corsi ‘light’ rappresentano un ulteriore colpo per una categoria già in difficoltà in gran parte del Paese. È cruciale che il ministero dell’Istruzione consideri le esigenze reali del settore e sviluppi strategie mirate per garantire un futuro sostenibile ai docenti specializzati”.
“Il 3 gennaio a Palermo saremo al fianco dei docenti precari specializzati sul sostegno per difendere la qualità dell’inclusione il diritto allo studio degli alunni disabili e il lavoro svolto dagli insegnanti – afferma il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino – e daremo pieno supporto alla loro protesta, che si svolge in contemporanea con l’iniziativa analoga del 3 gennaio a Roma, davanti al ministero dell’Istruzione, in cui la Flc Cgil ribadirà le richieste che da tempo pone ai tavoli e nelle piazze in difesa della qualità del modello di inclusione della scuola italiana e del diritto allo studio degli alunni con disabilità”.
Per la Flc Cgil la giornata di mobilitazione sarà l’occasione per ribadire “la contrarietà rispetto all’avvio di percorsi di formazione abbreviati e semplificati per acquisire la specializzazione sul sostegno, che rischiano di dequalificare tale formazione”. Secondo il sindacato della Scuola della Cgil occorre, al contrario, implementare l’offerta formativa delle università relativamente ai Tfa sostegno e legarla all’effettivo fabbisogno del sistema scolastico, abbassando i costi a carico dei docenti.
“La continuità didattica – aggiunge la Flc – va garantita con un piano di stabilizzazione dell’organico in deroga e con le assunzioni a tempo indeterminato di docenti specializzati: misure come la conferma del supplente, a discrezione delle famiglie e del dirigente scolastico, o la stabilizzazione di soli 5 mila posti aggiuntivi sbandierati dal ministro, rappresentano l’ennesimo slogan che non intaccherà la precarizzazione in questo settore divenuta insostenibile”.
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