di Luca Patrassi
Approvato con sedute on line del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione il bilancio preventivo dell’Università di Macerata. C’era stato, come noto, un tentativo fallito nei giorni scorsi per effetto del particolare che il collegio dei revisori dei conti aveva chiesto un minimo di tempo per poter esprimere il parere obbligatorio sul piano finanziario che era evidentemente arrivato tardino. Dunque riconvocazione per il 30 da remoto, per consentire anche a chi fosse fuorisede di collegarsi.
Bene, il bilancio è stato infine presentato con alcune novità (l’utilizzo di 2,4 milioni di euro dalle riserve per far quadrare i conti) ed approvato. Nessun voto contrario, non è nella tradizione accademica ma alcuni distinguo, anche di peso, ci sono stati e si sono palesate alcune astensioni.
Il collegio dei revisori dei conti, nel parere, ha osservato: «l’ateneo nel 2025 si è trovato a pareggiare il budget economico con l’impiego di risorse patrimoniali per un totale stimato di quasi 2,4 milioni di euro. Se questa dinamica fosse confermata in sede di chiusura del bilancio di esercizio 2025 e negli esercizi successivi, l’ateneo vedrebbe ridursi le risorse libere di stato patrimoniale. Il Collegio raccomanda l’adozione da parte dell’ateneo di ogni misura finalizzata al recupero del margine operativo anche mediante azioni in termini di efficace razionalizzazione e riconversione della spesa». Il Collegio dei revisori esprime infine parere favorevole.
Ecco cosa rende noto Unimc: «Approvato all’unanimità oggi dal Consiglio di amministrazione il bilancio preventivo 2025 dell’Università di Macerata». «Si tratta – commenta il rettore John McCourt – di un documento che testimonia la capacità dell’ateneo di affrontare con pragmatismo le sfide di un contesto in evoluzione, trasformandole in occasioni di consolidamento e crescita. In un anno caratterizzato da significative e dannose riduzioni dei finanziamenti pubblici per il sistema universitario nazionale, Unimc si distingue per una gestione strategica e responsabile, in linea con il Piano strategico 2023-2025».
L’ateneo continua: «Il taglio del Fondo di finanziamento ordinario nel 2024, pari a circa 3 milioni di euro rispetto al 2023, e l’adeguamento Istat degli stipendi del personale (1 milione di euro), pur rappresentando una sfida, hanno stimolato l’ateneo a intensificare le proprie politiche di monitoraggio e razionalizzazione dei costi e di rafforzamento delle attività di reperimento di risorse esterne».
Prosegue la nota di Unimc: «L’università continua a destinare la maggior parte delle risorse alle attività fondamentali di didattica, ricerca e servizi per gli studenti, consolidando il proprio ruolo come promotore di conoscenza e progresso sociale. Progetti innovativi e politiche mirate supportano priorità strategiche come la didattica innovativa, la valorizzazione della conoscenza, il dialogo col territorio, la trasformazione digitale, il benessere della comunità universitaria e la sostenibilità ambientale, tutte testimonianze di una gestione solida e lungimirante». Ed ecco il pensiero di Unimc, al centro anche del “richiamo” del Collegio dei revisori dei conti, sull’utilizzo delle riserve: «Come in tanti altri atenei – assicura Unimc -, l’equilibrio di bilancio è ottenuto prevedendo l’utilizzo di 2,4 milioni delle riserve patrimoniali. Parallelamente, l’ateneo ha stanziato 3,17 milioni di euro per investimenti che rafforzano la sostenibilità e l’innovazione, garantendo un futuro di crescita e resilienza».
Il rettore John Mc Court si è detto «soddisfatto per i risultati raggiunti e ha voluto ringraziare lo staff della divisione Bilancio qualità e programmazione per l’eccellente lavoro svolto. In linea con tutti gli atenei d’Italia, i tagli strutturali al Ffo e gli aumenti dei costi a medio termine minano la sostenibilità del sistema universitario anche in università come la nostra dove si registra una crescita nel numero delle immatricolazioni (+15%). Tutti gli atenei hanno dovuto fare i salti mortali per chiudere i bilanci e faranno ancora più fatica nel futuro. I tagli ci tolgono la possibilità di programmare al meglio le nostre attività per rafforzarci e, a breve, tutto il sistema soffrirà la mancanza anche dei fondi del Pnrr, che hanno dato uno stimolo importante alla ricerca. Col nuovo anno bisognerà affrontare queste sfide in modo collegiale, con le altre università delle Marche, con la rete Hamu, alla quale aderiscono gli atenei di Abruzzo, Marche e Umbria, con la Crui e in dialogo con il ministero. Nonostante il contesto di difficoltà finanziaria determinato da fattori esogeni e non sempre prevedibili, il Bilancio Preventivo 2025 esprime una visione chiara e ambiziosa: un ateneo che guarda al futuro valorizzando le proprie radici e affrontando le sfide con resilienza e innovazione».
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