L’imprenditoria femminile in Italia sta crescendo, ma le sfide sono molte e i percorsi non sono sempre facili. Recenti statistiche offrono un quadro interessante e, in alcuni casi, sorprendente. Uno studio della CGIA di Mestre ha ribaltato le tradizionali aspettative: nelle province del Sud Italia, la percentuale di imprese a conduzione femminile supera quella del Nord. A guidare questa classifica ci sono Cagliari, con il 40,5% di imprese femminili, e Benevento, al 30,5%, mentre Bolzano e Trento sono decisamente più in basso con percentuali rispettivamente del 18,9% e del 18,6%. Ma cosa si cela dietro questi numeri e quale valore aggiunto porta l’imprenditoria femminile al Sud?
Sud Italia: meno opportunità, più imprenditrici
Abbiamo riscontrato come il numero di imprese a conduzione femminile è più alto nelle situazioni in cui c’è meno possibilità di lavoro come dipendente. L’esempio concreto è proprio al Sud dove è più difficile trovare un impiego e quindi le donne si mettono in proprio e aprono un’attività,
ha spiegato al quotidiano Andrea De Zordo, presidente dell’Associazione Artigiani Confartigianato Trentino e della Camera di Commercio di Trento.
Logico è che se da noi c’è un tasso di occupazione femminile al 63%, in Campania, Calabria e Sicilia lavora solo una donna su tre – ha continuato De Zordo -. Per questo motivo il tema del rischio d’impresa si sposta di più dove non ci sono sostanzialmente alternative lavorative.
In questo scenario, l’avvio di un’impresa diventa una necessità, più che una scelta. Nel Mezzogiorno, la scarsità di opportunità stabili spinge molte donne a reinventarsi come imprenditrici, trasformando la difficoltà in una nuova occasione di crescita.
I numeri dell’Imprenditoria Femminile in Italia
Secondo Unioncamere, le imprese femminili in Italia rappresentano il 22,7% del totale. Tuttavia, questo dato varia significativamente da regione a regione: a Cagliari, ad esempio, le imprese guidate da donne sono 13.340 su 32.957, mentre a Trento si fermano a 8.710 su 46.821. Questi dati riflettono le diverse strutture economiche e le opportunità di lavoro locali. Molte imprenditrici operano nei settori dei servizi, del commercio e della ristorazione, attività che, purtroppo, come ha sottolineato Nadia Mazzardis, vicepresidente della Commissione provinciale dell’Alto Adige per le pari opportunità per le donne, non sempre offrono guadagni significativi, segno che l’imprenditorialità femminile è spesso legata a necessità contingenti più che a scelte strategiche.
Molte donne infatti, come ha specificato Mazzardis,
cercano più flessibilità nel lavoro per dedicarsi alla cura della famiglia e questo le porta a fare impresa.
Le sfide dell’imprenditoria al femminile
Oltre alle difficoltà culturali e alla distribuzione iniqua dei carichi familiari, le imprenditrici italiane affrontano la mancanza di incentivi specifici. Come sottolinea Helga Caldonazzi, coordinatrice del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Trento,
non esistono sufficienti agevolazioni per le donne che devono conciliare lavoro e famiglia, soprattutto in caso di maternità o cura dei genitori anziani.
Un tema caldo, che apre alla necessità di politiche pubbliche mirate, come il congedo di paternità obbligatorio non trasferibile, che possa ridurre il divario e favorire una distribuzione equa dei compiti familiari.
Un primato con due facce
L’Italia vanta il più alto numero di lavoratrici autonome in Europa: 1,61 milioni di donne italiane possiedono una partita IVA, contro 1,43 milioni in Francia e 1,29 milioni in Germania. Tuttavia, questo primato non è privo di contraddizioni. Il tasso di occupazione femminile rimane tra i più bassi d’Europa, con il 53,6%, ben al di sotto della media europea del 66,5%. Questo mette in evidenza come l’imprenditorialità femminile in Italia sia spesso una risposta alla carenza di opportunità lavorative tradizionali piuttosto che una scelta di carriera.
Guardare al futuro con fiducia
Le storie di molte donne italiane dimostrano che l’imprenditoria può essere un esempio di resilienza e determinazione. Nonostante le difficoltà, molte donne riescono a trasformare la mancanza di opportunità in un trampolino di lancio per il cambiamento, contribuendo in modo significativo all’eccellenza e al prestigio del Paese. Tuttavia, per valorizzare pienamente questo potenziale, è fondamentale attuare interventi strutturali e promuovere un cambiamento di mentalità che consenta alle donne di competere alla pari nel mondo del lavoro e dell’impresa. Nella nostra provincia, sono già in atto iniziative mirate a questo obiettivo, come il progetto Co-Manager, che, come sottolineato da Caldonazzi, necessiterà di una revisione nei prossimi anni per rispondere in modo ancora più efficace alle sfide che le donne affrontano nel panorama imprenditoriale e professionale. La proposta di miglioramento, infatti, si inserisce in un contesto in continua evoluzione, dove i bisogni delle donne imprenditrici sono in continua trasformazione, così come il mercato del lavoro stesso.
La resilienza al femminile: storie di donne che hanno trasformato la crisi in opportunità
Nel contesto dell’imprenditoria femminile in Italia, emergono storie di donne che, di fronte alle difficoltà, hanno trovato il modo di reinventarsi e riscoprire il proprio potenziale.
Il quotidiano L’Adige di domenica 29 dicembre ha raccontato alcune storie di imprenditrici associate alla nostra Associazione, esempi di resilienza e determinazione, che sono state presentate nell’e-book Si può fare, realizzato e lanciato la scorsa primavera. Queste testimonianze mostrano come, nonostante le difficoltà e le sfide che molte di loro hanno affrontato, siano riuscite a trasformare le avversità in opportunità, dimostrando un’incredibile capacità di reinventarsi.
Patrizia Bertoldi: un futuro brillante nato da un incidente
Patrizia Bertoldi ha visto la sua vita cambiare in seguito a un grave incidente stradale. Dopo una lunga degenza ospedaliera, ha incontrato Roberto, che le ha aperto le porte a un mondo inaspettato: quello degli allestimenti natalizi. Così è nata la Christmas Division di Tecnotek, un’azienda che oggi è un punto di riferimento in Italia.
Lucia Del Vecchio: dalla chiusura di un progetto alla nascita di un birrificio
Lucia Del Vecchio, dopo la chiusura del progetto Poste Impresa, decide di seguire la sua passione per la birra artigianale. Nonostante le difficoltà, tra cui l’ictus che ha colpito il compagno, il loro birrificio è diventato un successo. La sua storia è un esempio di come la passione possa portare a realizzare i propri sogni, anche quando la vita sembra mettere tutto in discussione.
Olga Fedele: un servizio per la comunità nato da una crisi lavorativa
La storia di Olga Fedele è quella di una donna che ha saputo trasformare un licenziamento in un’opportunità imprenditoriale. Dopo essere stata colpita dalla cassa integrazione, Olga ha fondato un servizio di trasporto con conducente, rispondendo a una necessità concreta nella sua comunità.
Liliana Vega Cooper: dalla Foresta Amazzonica al successo in Italia tra resilienza e tradizione
Trasferitasi in Italia dal Perù insieme ai figli, Liliana ha iniziato come operaia per mantenere la famiglia, ma la passione per le tradizioni cosmetologiche materne l’ha spinta a formarsi come estetista. Dopo molti sacrifici e studio, ha aperto un centro estetico che fonde il benessere olistico con le sue radici culturali, continuando a innovare e crescere professionalmente.
Franca Borzaga: Metal Working da start-up a leader industriale
Dopo una lunga carriera in Germania e una parentesi in Italia per stare vicino alla madre, Franca ha deciso di co-fondare Metal Working Srl con due soci, puntando su innovazione e autonomia. Da una piccola startup, l’azienda è cresciuta esponenzialmente, diventando un’importante realtà industriale con un fatturato multimilionario.
Uno sguardo verso il futuro
Le storie di Patrizia Bertoldi, Lucia Del Vecchio e Olga Fedele ci ricordano che la crisi può essere un momento di crescita. Queste donne hanno saputo superare stereotipi di genere e ostacoli sociali per costruire imprese innovative. Oggi, l’Italia sta riconoscendo sempre più il valore dell’imprenditoria femminile come una risorsa fondamentale per il progresso economico e sociale del Paese. Sostenere le donne in questo cammino non è solo una questione di equità, ma una strategia per costruire un futuro più forte, inclusivo e prospero per tutti.
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