Geox, rilancio ai blocchi di partenza con il sostegno degli istituti di credito

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Geox vara il suo progetto di rilancio. La società di Montebelluna, quotata su Euronext Milan, specializzata nella produzione di calzature, ha trovato un accordo con le banche finanziatrici del gruppo – Mps, Bnl, Banco Bpm, Bper Banca, Credit Agricole Italia, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Deutsche Bank – relativamente a una manovra finanziaria necessaria a implementare le azioni previste dal nuovo piano industriale 2025-2029 approvato dal Consiglio di Amministrazione lo scorso 19 dicembre.

Contestualmente alla manovra è previsto il supporto dell’azionista di controllo Lir – società che fa capo al presidente e fondatore di Geox, Mario Moretti Polegato – titolare di circa il 71% del capitale sociale dell’azienda di Montebelluna, che si è impegnato a supportare l’attuazione del nuovo piano con risorse di capitale fino a un massimo di 60 milioni.

Il nuovo piano si pone in continuità con il precedente, avviato nel 2020 e concluso nel 2024, anno che si è configurato come un ponte tra il vecchio e il nuovo piano e che andrà in archivio, quanto a ricavi e marginalità, sostanzialmente in linea con la guidance fornita lo scorso novembre alla comunità finanziaria quando Geox prevedeva una riduzione dei ricavi “mid-single digit” (5% circa) rispetto al 2023, ma un miglioramento della marginalità operativa (+50 punti base).

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I conti al terzo trimestre avevano visto i ricavi attestarsi a 525,45 milioni di euro, in flessione del 9,7% rispetto ai 581,96 milioni ottenuti negli stessi mesi dell’anno precedente, con una posizione finanziaria netta negativa per 145 milioni di euro.

Il presidente e fondatore di Geox, Mario Moretti Polegato

Nel corso del 2024 la società ha messo a terra diverse misure straordinarie, mirate alla razionalizzazione del perimetro commerciale e alla riorganizzazione della struttura operativa, che se da un lato avranno un impatto negativo a livello di risultato sull’esercizio, dall’altro mostreranno i propri benefici nell’arco del nuovo piano industriale.

In particolare, durante il 2023 Geox ha provveduto a chiudere 27 punti vendita, nelle aree della Cina e del Nord America, riducendo il numero complessivo dei suoi negozi a 628 nel mondo.

Un disinvestimento, quello dal Far East e dagli Usa, solo momentaneo, figlio di un cambio di strategia, di un passaggio nel prossimo futuro dalla presenza diretta, attraverso negozi a marchio proprio, a quella mediata da affermati player commerciali locali. Come nel caso della Cina, dove Geox ha già stretto, a dicembre, un accordo di partnership di durata quinquennale con un primario operatore di esperienza internazionale per la distribuzione in esclusiva delle collezioni Geox.

Il nuovo piano industriale, al quale darà attuazione l’amministratore delegato Enrico Mistron, ex manager di Luxottica arrivato al vertice dell’azienda veneta di calzature la scorsa primavera, prevede di arrivare a oltre 850 milioni di ricavi nel 2029 accompagnati da una marginalità operativa in crescita ad oltre 7% nello stesso anno. A sostegno del rilancio, che arriva dopo l’inchiodata patita dal marchio, caso va detto tutt’altro che isolato, durante il Covid, sono previsti 120 milioni di investimenti complessivi, che prenderanno corpo lungo tutto l’arco del piano.

L'amministratore delegato Enrico Mistron

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L’amministratore delegato Enrico Mistron

Gli obiettivi della società, nei prossimi quattro anni, sono molteplici. Tra questi, l’ambizione di riaffermare Geox come un leading brand nel segmento “Everyday Premium Footwear” e il potenziamento della brand identity “Respira” con contenuti non solo funzionali-tecnologici, ma anche emozionali; il progressivo allargamento e ringiovanimento della base clienti (con un target tra i 35 e i 50 anni) e allo stesso tempo un forte rafforzamento di quella oltre i 50 anni; lo sviluppo di prodotti iconici e una maggiore semplificazione delle collezioni; la valorizzazione e l’ampliamento dell’attuale rete di negozi retail; l’adozione di una strategia commerciale full-omnichannel mirata a garantire una crescita sostenibile nel tempo su tutti i canali e la focalizzazione sul canale wholesale-multimarca verso un modello “wholesale like retail”. Il tutto senza dimenticare naturalmente il canale digitale, dove l’azienda prevede di introdurre l’AI nella gestione di processi a elevato Roi, e l’agenda Esg.

L’accordo con le banche prevede la rimodulazione dei piani di ammortamento dei finanziamenti a medio lungo termine in essere, le cui scadenze finali vengono allungate di 24 mesi. Correlato all’accordo c’è come detto un apporto patrimoniale a beneficio della società per totali 60 milioni che sarà effettuato tra l’inizio del 2025 (per 30 milioni) e l’autunno del 2026 (per ulteriori 30 milioni), con impegni assunti dall’azionista di controllo Lir.

L’assemblea della società delibererà un aumento del capitale sociale a pagamento e in via scindibile, per un massimo di 30 milioni, da offrire in opzione agli azionisti e da eseguirsi entro il 30 giugno 2025. Ad ogni azione di nuova emissione sarà gratuitamente abbinato un warrant che darà diritto alla sottoscrizione di una nuova azione ad un prezzo di sottoscrizione da determinarsi.

Lir ha assunto l’impegno, verso le banche, a sottoscrivere e versare la propria quota dell’aumento di capitale in opzione e la quota di eventuale inoptato dello stesso, per un importo massimo di 30 milioni, nonché ad esercitare integralmente – o a fare sì che siano esercitati da un soggetto terzo, in ogni caso previa comunicazione alle banche – i warrant di sua titolarità. 



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