Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1990 al 1993. Partiamo dalla base: cosa è la Massoneria?
“La Massoneria è una concezione della vita in cui uomini liberi sono uniti dal vincolo della fratellanza, rispettano altri uomini che interpretano la vita in modo diverso, tendono verso l’ideale regolativo della trascendenza e si perfezionano simbolicamente con il segreto iniziatico”.
È un ideale, un dover essere, verso cui aspira il massone nella sua condotta pratica. È proprio questo ideale che si assume come criterio per valutare le società massoniche reali, date nella storia dell’umanità. Vi è sempre uno scarto tra l’ideale e il reale. Il problema è sapere quanto grande esso sia, perché oltre un certo limite la cosiddetta Massoneria non è più Massoneria.
Perché dai semplici cittadini, da chi non ne fa parte, la vede come un qualcosa di misterioso e, comunque, come un gruppo di persone che compiono azioni illegali?
La Massoneria, per sua natura è misteriosa poiché è una società esoterica e iniziatica dove le verità sono rivelate solo ai suoi adepti. È sempre stato così e sarà così anche nel futuro.
L’idea di una Massoneria i cui membri compiono azioni illegali, viceversa, non appartiene alla Massoneria in quanto tale ma alla sua degenerazione. Ciò significa che, se lo scarto tra ideale e reale supera il limite tollerabile, allora quella società non è più Massoneria. È proprio ciò che è avvenuto nel Grande Oriente d’Italia.
Lei è stato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia poco dopo la venuta a conoscenza al grande pubblico della Loggia Massonica Propaganda 2 di Licio Gelli. Ma cosa è e ha fatto la P2?
Sulla loggia P2 e il suo Venerabile Licio Gelli, è stato detto tutto e il contrario di tutto. Nella speranza che possa servire come premesse per un discorso sulla vera P2, specificherò alcune sue caratteristiche. Questa loggia nasce nella seconda metà dell’Ottocento, per dare riservatezza a personaggi della politica, dell’economia, delle forze armate e della cultura, evitando loro di partecipare alle riunioni ordinarie delle logge. Solo il Gran Maestro ne è a conoscenza in quanto la loggia P2 è la loggia del Gran Maestro.
Così è stato nel passato e così è stato fino al suo scioglimento con la legge Spadolini-Anselmi del 1982. In quanto loggia del Gran Maestro, il Gran Maestro Lino Salvini delega Licio Gelli a rappresentarlo nel governo della P2, prima come segretario e poi come Maestro Venerabile. Tutto ciò che Gelli ha fatto con la P2 lo ha fatto con il consenso del Gran Maestro. Quindi la P2 non è, nella maniera più assoluta, una loggia deviata come sostiene Stefano Bisi.
Quale è stato l’atteggiamento dei Gran Maestri del Grande Oriente d’Italia nei confronti di Licio Gelli?
Gelli comincia a operare nel GOI con il Gran Maestro Giordano Gamberini (1961-1970) e svolge un ruolo non secondario nel riconoscimento della Gran Loggia Unita d’Inghilterra avvenuto nel 1972. Ma è con Lino Salvini (1970-1978) che Gelli ottiene il massimo potere ricevendo la delega del Gran Maestro per il governo della loggia P2. Sebbene la P2 fosse nell’occhio del ciclone, anche il Gran Maestro Ennio Battelli lo conferma e lo sostiene contro gli attacchi sia interni sia esterni.
Armando Corona espella Gelli nel 1981 e per questo diventa Gran Maestro. Giuliano Di Bernardo impedisce il ritorno di Gelli nel Grande Oriente d’Italia, rinunciando alla vera lista della P2. I Gran Maestri Virgilio Gaito e Gustavo Raffi la considerano “imbarazzante” e fanno di tutto per archiviarla. Si arriva a Stefano Bisi, il Gran Maestro “negazionista”, per il quale nel GOI tutto è giusto e perfetto. La P2 di Gelli? Una loggia deviata che nulla ha a che fare con l’Obbedienza di Palazzo Giustiniani. Che le cose non stiano così lo dimostrano le inchieste della Magistratura che negli ultimi anni hanno messo in luce infiltrazioni della mafia e della ‘ndrangheta.
Che cosa sappiamo (o non sappiamo) oggi della loggia P2?
Sono tante le cose che non sappiamo, mentre quel che sappiamo è quasi sempre distorto o fuorviante. La ricerca della verità su Licio Gelli e la P2 avrebbe il significato non solo di far emergere quanto è nascosto ma anche cancellare l’atteggiamento negazionista di cui è protagonista l’ex-Gran Maestro Stefano Bisi. Un caso che vale per tutti è il perverso rapporto che è esistito tra governo americano, parte dello Stato italiano, mafia e P2 (o Massoneria genericamente intesa), che inizia con lo sbarco degli alleati in Sicilia durante la Seconda guerra mondiale, e attraversa la storia recente del nostro paese.
Non meno importante è la riorganizzazione da parte di Gelli della mafia e della ‘ndrangheta per asservirle al progetto di separazione della Sicilia dall’Italia, per farne un centro del governo USA sul Mediterraneo. Sono certo che i nomi dei capi di quelle famiglie si trovino nel vero elenco della P2. Ma questo è solo la punta dell’Iceberg. Se Gelli fosse stato il delegato del Gran Maestro, tutto ciò che egli faceva con la P2 non avrebbe potuto non essere a conoscenza del Gran Maestro. Come può Stefano Bisi dire che la P2 era semplicemente una loggia deviata?
Andiamo alle tematiche che sta passando adesso il G.O.I.. Parliamo delle ultime elezioni a Gran Maestro. Cosa è successo?
Il Gran Maestro Stefano Bisi, in occasione dell’inchiesta della Commissione Antimafia presieduta dall’On. Bindi, inventa il “negazionismo”, ossia la favola che nel GOI tutto è giusto e perfetto, per cui tutte le accuse di infiltrazione delle organizzazioni criminali sono false e verranno severamente punite. Inizia così l’uso improprio e distorto della cosiddetta “giustizia massonica” contro quei Fratelli che invece chiedevano provvedimenti contro le accertate infiltrazioni.
Passano alcuni anni e il negazionismo entra nelle lotte per l’elezione del nuovo Gran Maestro e diventa lo strumento per eliminare i candidati forti che avrebbero potuto ostacolare il candidato di Bisi, il calabrese Antonio Seminario, il quale aveva subito dichiarato che avrebbe continuato il negazionismo del suo predecessore. Inizia un periodo di forte iniquità che porta all’espulsione di personaggi eminenti di vertice come Antonino Salsone e Claudio Bonvecchio.
È guerra aperta tra i sostenitori del negazionismo e i fautori della lotta contro le infiltrazioni criminali.
Lei appoggiava il candidato Leo Taroni. Perché?
Perché non ho mai creduto nella favola del negazionismo di Bisi e ho visto in Taroni il candidato che avrebbe potuto porre fine a quella commedia che rischiava di distruggere il GOI. Taroni, tuttavia, ha fatto errori che hanno portato alla drammatica situazione di questi giorni.
Per la prima volta, per le elezioni a Gran Maestro, ci si è rivolti ad un Tribunale della giustizia della Repubblica Italiana. Come ha accolto questa novità?
Male. Molto male, perché questo è l’errore più grave di Taroni. Questo mio giudizio discende non solo dalla mia conoscenza della Massoneria internazionale ma anche dalle mie esperienze di vita massonica. Quando nel lontano 1992 dovetti affrontare la grave crisi del Grande Oriente d’Italia, non mi passò mai nella mente l’idea di far ricorso al Tribunale civile. Il problema era massonico e dentro la Massoneria doveva essere risolto. Ma come? Coinvolgendo le più importanti Massonerie estere, a cominciare dalla Massoneria inglese. È proprio quel che feci. Quando ottenni il loro appoggio, preparai il distacco dal GOI e la formazione della Gran Loggia Regolare d’Italia. È quel che avrebbe dovuto fare anche Taroni.
Tuttavia, non avendo egli il sostegno delle massonerie estere, avrebbe dovuto determinare uno stato di fatto e sottoporlo alla loro attenzione. Quale? Non andare in Gran Loggia per la proclamazione di Antonio Seminario o andarci e votare contro. Così non è stato perché è prevalsa l’insana idea di non fare nulla e chiedere alla giustizia profana di intervenire per risolvere i loro problemi. Da allora a oggi, Leo Taroni è un ectoplasma che attende di essere incoronato dai magistrati civili.
Dove porterà la scelta di Taroni?
Al verificarsi della sindrome di Sansone: “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, che riferito al GOI significa: “Muoia Bisi con tutti i taroniani”. Come ho scritto altrove, per il GOI è arrivato il tempo del “Consummatum est”. Spiego questo mio giudizio. Con la sentenza del giudice Manzi, le schede con il talloncino sono da ritenersi valide, per cui Leo Taroni dovrebbe essere il Gran Maestro. Tutto è semplice ma solo nel mondo degli angeli. Chi detiene il potere, come Machiavelli insegna, cerca di mantenerlo. Quindi, Bisi, che si è autoproclamato Gran Maestro, manipola i risultati elettorali per preservare la maggioranza di Seminario. Ma la magistratura civile imperversa contro di lui e nomina l’avv. Cappiello quale rappresentante legale del GOI nei confronti dei ricorsi contro le decisioni adottare da Bisi o Seminario.
A questo punto, il tentativo di far passare la proclamazione di Seminario come Gran Maestro diventa quasi impossibile, per cui Bisi decide di andare a nuove elezioni, con la speranza che sia eletto un candidato alla sua obbedienza. Comincia la manovra con il Consiglio dell’Ordine, che dovrebbe indire le nuove elezioni, con le quali Bisi azzererebbe la situazione attuali e manderebbe al macero la Lista N. 1 di Taroni. La controparte, intuito il pericolo, si oppone e assistiamo a scene dove c’è di tutto tranne i principi massonici. Intanto Bisi va avanti imperterrito e il 27 dicembre emana il Decreto di convocazione della Gran Loggia per 4-5 aprile 2025. Se non gli riesce di convocare una Gran Loggia straordinaria, userà quella ordinaria per far indire nuove elezioni. Cosa farà Taroni?
Alla fine di tutto, come ne esce il Grande Oriente d’Italia?
Stiamo assistendo a un balletto. Da una parte, vi sono Manzi e Cappiello che adottano provvedimenti contro l’autoproclamato Gran Maestro Stefano Bisi. Dall’altra, Bisi impugna le loro decisioni. Si è scatenata una guerra tra il GOI e i rappresentanti dello Stato italiano. Dove porterà? Dal canto suo, Taroni imperversa con i ricorsi legali contro le decisioni di Bisi, che vanno oltre gli esiti elettorali. Collaboratori vicini a lui stanno denunciando gravi irregolarità nella gestione della Fondazione del GOI da parte di Bisi e di Seminario e invocano l’intervento di un amministratore dello Stato per verificare quanto vi è di illegale.
È mai possibile che non comprendano le gravi conseguenze di queste denunce? Se esse dovessero risultare fondate, l’amministratore statale dovrebbe segnalarle alle autorità competenti le quali non potrebbero fare altro che chiudere il Grande Oriente d’Italia. E questo che si vuole? Forse essi sognano a occhi aperti che lo Stato intervenga per ripulire il GOI cacciando gli infiltrati della mafia e della ‘ndrangheta e tutti gli indesiderabili. E poi dica a Leo Taroni: “tutto è pronto, vieni a ricevere l’incoronazione”. Se lo pensano, sono poveri illusi che inconsapevolmente stanno distruggendo la casa in cui abitano.
Andando alla sentenza della CEDU, dove viene condannato ad un risarcimento lo Stato Italiano per l’azione della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi, cosa ne pensa?
Semplicemente, che non hanno letto la Relazione della Commissione Antimafia. Inoltre, hanno dimostrato di non conoscere affatto il fenomeno dell’infiltrazione delle organizzazioni criminali non solo in Massoneria. Diceva il filosofo L. Wittgenstein: “se non sai cosa dire, taci!”. Io aggiungo: “altrimenti farai solo danni”.
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