Intimidazioni contro gli amministratori locali: la Puglia tra le regioni più colpite

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La Puglia continua a figurare tra le prime regioni italiane per il numero di intimidazioni nei confronti di amministratori locali, con trentasei casi registrati nel 2024, secondo i dati dell’associazione “Avviso Pubblico”. Le minacce, che spaziano da atti di vandalismo a minacce dirette, telefoniche o sui social, sono un fenomeno in forte crescita, e le vittime sono spesso sindaci, consiglieri comunali e dipendenti pubblici. In particolare, la regione meridionale si colloca insieme a Calabria e Campania come epicentro di un trend preoccupante, che sta mettendo in grave difficoltà chi, ogni giorno, si impegna a governare e amministrare le proprie comunità.

Gli episodi più recenti riguardano il deputato del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, che ha ricevuto minacce inaccettabili, e il sindaco di Melissano, Alessandro Conte, vittima di un tentativo di estorsione che ha portato all’arresto del responsabile. Anche l’europarlamentare Francesco Ventola, di Canosa di Puglia, è stato recentemente vittima di un attentato che, fortunatamente, non ha causato danni. Questi fatti si inseriscono in un quadro di crescente violenza e intimidazione nei confronti di chi riveste ruoli istituzionali, minacciando la sicurezza e l’integrità democratica delle nostre comunità.

Le intimidazioni hanno preso molteplici forme: dai copertoni squarciati alle auto ridotte in cenere, fino a proiettili imbustati nelle cassette postali o minacce telefoniche. Una delle caratteristiche più allarmanti di questo fenomeno è il suo radicamento soprattutto nei comuni più piccoli, dove l’isolamento e la scarsa attenzione mediatica rendono più vulnerabili sindaci e amministratori locali. Spesso, in questi contesti, il silenzio sociale e la paura di ritorsioni creano un clima di omertà che rende difficile la denuncia e la reazione collettiva.

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Michele Abbaticchio, già sindaco di Bitonto e vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, ha commentato con fermezza la situazione: “Un sindaco che denuncia un estorsore in un clima di omertà non va lasciato solo. È fondamentale che queste vicende siano costantemente attenzionate, perché questi criminali non devono sentirsi impuniti”. Abbaticchio ha anche ribadito che episodi come quello subito dal deputato Stefanazzi non sono affatto isolati, ma fanno parte di un più ampio fenomeno che minaccia la sicurezza e la stabilità delle istituzioni democratiche.

Il trend delle intimidazioni è preoccupante anche perché spesso le minacce si acuiscono dopo una denuncia, con i colpevoli e i loro complici che cercano di esercitare pressioni tramite azioni di ritorsione. Per questo motivo, come sottolineato da Abbaticchio, è fondamentale che le istituzioni e la società civile restino vigili, mantenendo alta l’attenzione sui casi di intimidazione e sostenendo chi è stato colpito. La denuncia e l’indignazione pubblica, infatti, sono gli strumenti più efficaci per fermare la spirale di violenza e intimidazione.

Purtroppo, la crescente ondata di minacce ha un effetto collaterale preoccupante: un numero crescente di amministratori, in particolare nei piccoli comuni, rinuncia a candidarsi o si dimette, spaventato dalla violenza e dalle intimidazioni subite. Come evidenziato da Abbaticchio, sempre più persone si chiedono «chi ce lo fa fare» di entrare in politica, con la consapevolezza che il rischio di subire violenze è reale. “Se hai la fascia addosso, non puoi fare altro che denunciare e continuare a lavorare per la comunità”, ha concluso Abbaticchio, ricordando la propria esperienza personale del 2014, quando fu minacciato di morte via social.

Il fenomeno delle intimidazioni è dunque una minaccia per la democrazia, che deve essere contrastata con fermezza e determinazione. È fondamentale che tutte le forze politiche, le istituzioni e la società civile uniscano le forze per promuovere una cultura della legalità e della trasparenza, proteggendo chi si impegna quotidianamente per il bene comune e difendendo i principi della nostra Costituzione.

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