La biodiversità viticola ed enologica ai tempi del barone Antonio Mendola

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Un convegno sul tema della biodiversità nella viticoltura si svolgerà a Favara, nell’ambito della 19ma rassegna biennale internazionale Biodivino  e durante il ciclo di studi su vino, storia e territorio.

Il convegno sulla biodiversità viticola

L’evento, organizzato dall’associazione di produttori ItaliaBio, è previsto per l’intera giornata di venerdì, 3 gennaio, con inizio alle ore 9,30, presso la sala conferenze del castello Chiaramonte.

Patrocinato dal Comune di Favara, dalle Università di Palermo e Catania, dall’Accademia italiana della Vite e del Vino, dall’Istituto regionale della Vite e dell’Olio, da Confagricoltura Sicilia e da Feder Agri, questo convegno fa parte del più ampio e ben interessante progetto Bio-ConvItalia – Biologico Conviviale Italiano, finanziato dal ministero dell’Agricoltura.

Il barone Mendola quale ampelografo

Durante l’evento, verrà approfondito il tema della biodiversità viticola ed enologica italiana con un focus dedicato al contributo ampelografico del barone Antonio Mendola (1828-1908).

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il nobile favarese è stato infatti una figura di riferimento per gli studi ampelografici che, durante il secolo XIX, ebbero un impulso moderno grazie all’interesse di botanici ed appassionati della viticoltura.

Il primo a dare un’impostazione scientifica alla disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni attraverso schede sulle caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita, è stato il conte francese Alexandre Pierre Odart (1778-1866) il quale scrisse un Saggio di Ampelografia nel 1841.

In Italia, invece, furono tre le figure di riferimento per questa disciplina: il conte Giuseppe di Rovasenda (1824-1913), il quale scrisse il Saggio di un’Ampelografia Universale nel 1877; il marchese Leopoldo Incisa della Rocchetta (1792-1871) ed il barone Antonio Mendola di Favara.

Purtroppo, le collezioni di vitigni del marchese Incisa e quelle del barone Mendola, nel tempo, sono andate perdute, vuoi per l’imperversare della fillossera, vuoi per la mancanza d’interesse da parte dei parenti e discendenti.

L’attenzione per l’ ampelografia nell’ ‘800

Eppure, già nel 1869, si conoscevano ben 175 varietà di viti, come riportato nel Catalogo descrittivo e ragionato dei vitigni italiani e stranieri, posseduti a Rocchetta Tanaro dal marchese Incisa.

Fu un’epoca, quella di cui ci stiamo occupando, di grande attenzione e profondo interesse per la viticoltura e per le varietà viticole, tanto che risulta non solo una lunga e interessante corrispondenza tra gli stessi ampelografi (i quali, pure, si scambiavano -oltre alle informazioni e ai dati- anche gli stessi vitigni).

D’altronde, il barone Antonio Mendola -come scrive Carmelo Antinoro nella sua opera “La Famiglia Mendola: genealogia, nobiltà, possedimenti, attività, opere dal XVII al XX secolo” pubblicata per i tipi di Eugrafica, a Favara, nel 2003- fu allievo e amico del conte francese Alexandre Pierre Odart ed intratteneva rapporti col marchese Leopoldo Incisa.

L’intervento dello storico Filippo Sciara

Nel corso del convegno, lo storico favarese Filippo Sciara parlerà della collezione ampelografica del barone Antonio Mendola, dimostrando come essa assurga ad un contributo storico importante per il percorso della biodiversità viticola italiana.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Ma il convegno è soprattutto occasione per affrontare numerosi temi legati alla biodiversità in viticoltura e in enologia.

La dichiarazione del presidente di Italia Bio

Come dice Calogero Alaimo Di Loro, presidente di Italia Bio, “l’evento celebra il valore della biodiversità e si propone come piattaforma di confronto tra studiosi, produttori e appassionati del mondo del vino, in un contesto, quello italiano, in cui circa il 75% della superficie vitata nazionale (circa 660 mila ettari) conta ben 80 vitigni”.

“Un vero primato di racconto e di adattabilità del vino italiano, soprattutto biologico, rispetto alle variabili territoriali e ai cambiamenti in atto”- aggiunge soddisfatto il presidente di Italia Bio.

Attività post-convegno

Dopo il convegno, ci sarà una visita guidata alla biblioteca comunale Barone Antonio Mendola di Favara, che custodisce anche libri e carteggi, in buona parte inediti, sul nobile favarese e sulla sua attività.

A seguire, infine, una serie di degustazioni guidate dei principali vini biologici siciliani a cura dell’enologo Gianni Giardina.

 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

 

Riproduzione riservata
 
 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura