Il prezzo dell’energia torna a mettere paura agli italiani: nel 2025 luce e gas potrebbero costare alle famiglie quasi 300 euro in più. Lo stop al transito del gas russo attraverso l’Ucraina si somma al rialzo stagionale dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e alle tensioni geopolitiche che si registrano in alcune aree strategiche, tutti elementi che rischiano di far schizzare il costo delle bollette nei prossimi mesi.
Sul mercato di Amsterdam, di riferimento per l’Europa, il prezzo del gas naturale resta sopra i 50 euro al Megawattora, un livello che non si vedeva dall’ottobre del 2023.
IL CONTRATTO
Secondo un’indagine di Facile.it quest’anno il prezzo dell’energia crescerà di circa il 30%. Una famiglia tipo che si trova nel mercato libero arriverà così a spendere per luce e gas 272 euro in più in media, per un totale di 2.841 euro (+11% rispetto al 2024). Il rincaro più corposo si avrà sulla bolletta del gas: per una famiglia tipo la spesa annuale passerà dagli attuali 1.744 euro l’anno a 1.920 euro, con un aumento di 176 euro. Per la bolletta dell’energia elettrica è previsto un incremento di 96 euro, con una spesa annuale che arriverà in questo modo a 921 euro. È scaduto il 31 dicembre il contratto firmato da Kiev e Mosca alla fine del 2019 per consentire al metano di Gazprom di passare attraverso l’Ucraina. L’Ue si dice pronta ad affrontare l’emergenza «grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri».
La Commissione europea, nelle conclusioni della sua valutazione sullo stop del contratto tra Kiev e Mosca, indica le rotte alternative di approvvigionamento «per portare i volumi necessari» in Europa attraverso i «quattro principali percorsi di diversificazione, con volumi provenienti principalmente dai terminali Gnl in Germania, Grecia, Italia e Polonia, e forse anche dalla Turchia». Per quanto riguarda l’Italia ieri non si sono registrati flussi di gas in entrata dal punto di ingresso di Tarvisio, da dove per anni è transitato il metano di Mosca. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha fatto sapere che «le scorte italiane di gas rimangono ancora a un livello adeguato» e che il governo «sta valutando ulteriori misure per massimizzare la giacenza in stoccaggio». Nel giro di pochi mesi, ha ricordato sempre il ministro, è previsto inoltre l’arrivo a Ravenna di un’altra nave rigassificatrice. «L’attenzione resta tuttavia alta ed è nostro dovere tutelare cittadini e consumatori da possibili futuri rincari dei prezzi. L’appello che facciamo all’Europa è quello di agire con soluzioni concrete, come quella dell’adozione del price cap, in grado di proteggere tutti i Paesi in egual misura con percorsi di regolamentazione e di obiettivo per la riduzione dei prezzi dell’energia». Intanto l’ultima rilevazione di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, indica che è in arrivo per i fruitori più fragili di energia elettrica un incremento del 18,2% nel primo trimestre 2025. Questa tipologia di clienti è composta da cittadini con più di 75 anni, percettori di bonus sociale, soggetti disabili, residenti in moduli abitativi di emergenza o in isole minori, o ancora utilizzatori di apparecchiature salvavita. Fino a questo momento i prezzi dell’energia sul Mercato libero sono stati più alti rispetto a quelli tutelati.
IL FABBISOGNO
A più di due anni dal sabotaggio dei tubi del Nord Stream nel Mar Baltico, l’Europa dunque sarà ora rifornita dal gas di Mosca (che ancora oggi vale quasi il 20 per cento del fabbisogno dell’Europa) solo attraverso TurkStream e la sua estensione Balkan Stream. Al 31 dicembre i siti di stoccaggio di gas naturale nell’Ue erano pieni in media al 73,17%, con la percentuale più bassa in Olanda (57,72%) e la più alta in Svezia (88,03%). Le temperature più rigide di questo inizio inverno hanno generato una progressiva erosione delle scorte nell’Ue. La media degli ultimi cinque anni era pari all’82,64%. L’Italia al momento si posiziona al di sopra della media europea, con il 79,92%.
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