Gli investitori sono consapevoli che l’economia statunitense e quella globale si stanno avvicinando a un atterraggio dopo le turbolenze dovute a un’inflazione mai così elevata da decenni e a rialzi storici dei tassi. Resta da vedere se alla fine si tratterà di un atterraggio duro, morbido o se addirittura non ci sarà alcun atterraggio. Negli Stati Uniti ci aspettiamo un atterraggio più soft dato che la crescita rimane solida e l’inflazione si è ampiamente moderata.
Tuttavia, il rischio di un atterraggio duro (recessione) non è scomparso del tutto. Riteniamo che si stia assistendo a un atterraggio di tipo diverso, che sfugge a una facile categorizzazione. Si tratta di un atterraggio in cui l’inflazione e i tassi di politica monetaria si assestano, ma rimangono strutturalmente più alti rispetto al periodo pre-Covid. Sebbene possa non esserci un nome specifico per questo tipo di atterraggio, non mancano le opportunità per gli investitori disposti ad aggiustare i loro portafogli.
Dagli spread relativi al credito privato
A nostro avviso i temi a cui prestare attenzione sono i seguenti: gli spread relativi e la selezione del credito, e non i tassi privi di rischio, guideranno i rendimenti dei mercati del debito pubblico e privato. Nonostante la Federal Reserve e la maggior parte delle altre banche centrali stiano già procedendo con l’allentamento monetario, riteniamo che il ritmo dei tagli dei tassi d’interesse sarà più lento e il tasso terminale sarà più alto di quanto previsto in precedenza, poiché la Fed deve fare i conti con un’inflazione persistente e una politica fiscale più allentata. Pensiamo che il 2025 si concluderà con un tasso dei fed funds intorno al 3,75%-4% e con un rendimento dei Treasury a dieci anni vicino al 4,5%.
Questo comporta focalizzarsi meno sulla duration e più sulla generazione di alfa, concentrandosi sugli spread relativi e su un’attenta selezione tra i settori del credito. In questo nuovo contesto, riteniamo che gli investitori debbano diversificare le esposizioni creditizie attraverso aree quali gli asset cartolarizzati (in particolare i segmenti non inclusi nei benchmark del mercato più ampio) e i prestiti senior, che dovrebbero beneficiare del contesto dei tassi più alti più a lungo. Più in generale, vediamo opportunità interessanti in vari settori del credito, soprattutto rispetto alla liquidità o ai Treasury. Anche il credito privato rimane interessante per chi cerca reddito. L’interesse degli investitori rimane elevato, la domanda è forte, il volume delle transazioni continua ad aumentare e prevediamo che le fusioni e acquisizioni aumenteranno nel 2025, il che dovrebbe rivelarsi favorevole per l’asset class.
Il quadro del settore immobiliare
Il settore immobiliare ha già toccato i minimi. Nel 2025 assumeremo una posizione di sovrappeso sul settore immobiliare privato, poiché riteniamo che il mercato abbia già toccato i minimi. I forti ostacoli tecnici che hanno frenato l’asset class per un lungo periodo sembra stiano venendo meno. Gli aumenti dei tassi a livello globale sono ormai quasi completamente alle spalle, il che rappresenta un vantaggio per il settore immobiliare privato. Inoltre, c’è più chiarezza sui prezzi e il mercato spot si è stabilizzato.
Allo stesso tempo, la domanda degli investitori è in aumento: i prestiti nell’immobiliare commerciale sono in crescita e la liquidità complessiva sta migliorando. Mentre c’è molta attenzione sugli elevati tassi di sfitto degli uffici (riteniamo che il settore degli uffici rimarrà sotto pressione), vediamo ampie opportunità in altre aree del mercato, compresi i segmenti industriali e alternativi. Vediamo anche valore nei Reit quotati, dove le valutazioni, i fondamentali e le prospettive di guadagni appaiono da discrete a positive.
L’impatto dell’AI sull’energia
La domanda di energia è superiore alla capacità e crea opportunità per nuovi investimenti nelle infrastrutture. Grazie almeno in parte al boom dell’intelligenza artificiale, la domanda di energia sta crescendo in modo esponenziale, ma la produzione di nuova energia così come la trasmissione dell’energia non riescono a tenere il passo con la domanda. Questo dovrebbe portare a un aumento dell’inflazione strutturale, ma crea anche opportunità di investimento. In parte, ciò favorisce i continui investimenti in energia green, come le infrastrutture per l’energia solare ed eolica in tutto il mondo, compresi gli Usa (nonostante i cambiamenti a livello politico, prevediamo che il capitale continuerà a fluire verso investimenti redditizi). Inoltre, prevediamo che crescerà la domanda di energia nucleare, di nuove strutture locali di trasmissione dell’elettricità, di investimenti legati al gas naturale e di un rapido sviluppo dei data center.
Le small cap si preparano a tornare in primo piano. A parità di condizioni, riteniamo che il nuovo contesto politico porterà a una riduzione delle tasse alle imprese, a una minore regolamentazione e a politiche commerciali più protezionistiche. Questi trend dovrebbero favorire i titoli delle small cap statunitensi, dato che probabilmente daranno luogo a nuovi cicli di investimento di capitale. Probabilmente è troppo azzardato sperare in una ripresa degli utili delle small cap statunitensi, ma vediamo un contesto molto favorevole per le valutazioni, dato che le small cap sono rimaste indietro rispetto al mercato più ampio. Anche se gli utili dovessero rimanere relativamente stabili, è possibile ipotizzare un’espansione dei multipli di valutazione che potrebbe far crescere i prezzi. (riproduzione riservata)
*Chief Investment Officer di Nuveen
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