Perché le borse hanno chiuso il 2024 con rialzi sostenuti a doppia cifra, compresa Piazza Affari, nonostante si viva in un clima di incertezza e con la guerra che prosegue in Ucraina e Medio Oriente? Qualche giorno fa i lettori di MF-Milano Finanza hanno potuto leggere una prima risposta in quei 124 miliardi di euro di aiuti forniti a Kiev dall’Unione Europea in questi primi tre anni di conflitto (lo saranno esattamente il 22 febbraio), soldi che non hanno condotto ancora ad una tregua.
Nel suo discorso di fine anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fornito un altro dato che si aggiunge al monito di Papa Francesco sulla necessità di fermare un business sempre più proficuo: la spesa per armamenti continua ad avere una crescita impetuosa, più forte di quella degli investimenti ambientali per fermare la crisi climatica. Il drammatico cambio di paradigma, il passaggio dal New Green Deal, di cui per ora si vedono gli effetti su alcuni settori tradizionali come l’automotive, al New War Deal, sembra per ora compiuto.
La spesa record per gli armamenti
Mattarella ha citato dati impietosi a riguardo, che giustificano appunto l’ottima tenuta della finanza, soprattutto americana, rispetto all’economia reale, sempre più colpita dall’aumento delle disuguaglianze di tanti e l’arricchimento oltre misura di pochi. La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari, ha ricordato il Capo dello Stato. La cifra vale otto volte più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità : si tratta di «una sconfortante sproporzione».
Bisogna quindi arrendersi alla finanza armata, al dominio delle armi che permettono di illudersi che una crescita sostenuta dell’acciaio e dai droni sia l’unica possibile? Certamente no, ma è difficile. Serve un cambiamento di mentalità e uno sforzo comune per riportare la pace e ridurre le disuguaglianze in un mondo dove purtroppo proliferano entrambe le emergenze planetarie, che toccano pure l’Italia. «Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione», ha sottolineato ancora Mattarella, proprio facendo riferimento al fatto che il nostro spazio comune è dal 1945 uno spazio di libertà dove vengono affermati i diritti dell’uomo.
Quegli stessi diritti che vanno riconosciuti là dove si stanno affievolendo: nelle carceri, nelle zone dove il disagio economico e sociale è più ampio, in quelle frange di comunità italiana che ancora non capiscono come la lotta ai femmincidi sia un dovere di tutti e non la battaglia di pochi, e tra tutti coloro che pensano ancora che la cifra di una democrazia sia il controllo della libera stampa e non piuttosto l’esercizio di un compito sancito dalla Costituzione. Tutto ciò crea ancora di più disuguaglianze e differenze sociali. Come nel nostro Paese vanno evidenziandosi a livello economico, nonostante i buoni risultati dell’occupazione e i record delle pmi e dell’export.
«Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. Colmare queste distanze. Assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito», ha detto Mattarella, cui deve sembrare paradossale che la risposta a queste istanze possa essere una legge sull’autonomia differenziata.
Un’importante lezione di Patriottismo
Oggi di differenziato c’è purtroppo l’accesso ai diritti essenziali. «La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari», ha infatti evidenziato ancora il nostro Capo dello Stato.
Infine Mattarella ha dedicato a tutti noi, immagino quindi al governo Meloni compreso, una lezione di storia ed educazione civica al contempo: cosa significa amare la patria in tempi in cui si può pensare che solo imbracciando un’arma si compia questo dovere. Patriottismo è invece «quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie».
È ancora «patriottismo» per il Presidente «quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità , e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità ». Per questo è «fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società ». Chi ha un’azienda, soprattutto nel Nord Est, sa quanto sia importante il lavoro di chi viene da altri Paesi, in alcuni casi fondamentale. Una consapevolezza che ancora manca soprattutto in quei partiti che a parole si schierano al fianco delle istanze delle imprese che in fondo sono le nostre famiglie allargate. (riproduzione riservata)
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