La Spezia – “C’era una volta il bosco di Vallestrieri… beh, in realtà c’è ancora, ma per poco”. Così inizia la petizione scritta da Alessia del Santo, una ragazza spezzina che ha deciso di attivarsi contro un progetto di privati che hanno acquistato l’area del bosco di Vallestrieri, all’interno del Parco Naturale Regionale di Montemarcello Magra-Vara, nel Comune di Lerici, e “che prevede l’avvio dell’abbattimento di parte di questo bosco in favore della costruzione di un villaggio turistico”.
Il bosco di Vallestrieri è caratterizzato da lecci e altre essenze locali e qui e là presenta muretti a secco, antiche rovine e ruderi abbandonati dalla fine dell’Ottocento. Si tratta di un’area definita “di notevole interesse pubblico per le sue bellezze panoramiche accessibili (vincoli statali ex art. 136 D.lgs 42/2004)”. Al posto di tutto questo potrebbe esserci un villaggio turistico con case vacanza, posteggi, ristoranti, campi sportivi, aree benessere e terreni coltivati.
Grazie alla loro capacità di assorbire anidride carbonica, uno dei principali gas a effetto serra, il ruolo dei boschi nel contrastare il cambiamento climatico ormai è noto. L’UE si sta impegnando a piantare tre miliardi di alberi in più entro il 2030, con l’obiettivo di incrementare la foresta, aumentarne la funzione di invertire la perdita di biodiversità nonché per mitigare i cambiamenti climatici. In Liguria invece si coprono di cemento. In Italia il suolo consumato supera il 5% in quindici regioni, Liguria inclusa.
Ecco perché, nella sua lettera aperta, Alessia prosegue chiedendosi che valore si dà a un bene di interesse collettivo se si permette che venga completamente alterato per interessi privati, attuando un ulteriore modello di turismo insostenibile. “Possiamo definire degradata un’area in cui la natura cresce rigogliosa? Per riqualificare un’area è davvero necessario urbanizzarla deturpando la sua naturale essenza? Esistono altre soluzioni, possibili e sostenibili, se davvero si ha a cuore il nostro territorio e la sua tutela, e non solo il dio denaro. C’era una volta… e vorrei continuasse a esserci il bosco di Vastei – antico nome dialettale dato all’area dagli abitanti”. Così si conclude petizione che da settembre a oggi ha raccolto quasi tremila firme.
«Leggendo la documentazione di progetto, alcuni degli interventi previsti, come il taglio del bosco, risultano in contrasto con le norme comunitarie che impongono il mantenimento in buono stato di conservazione degli habitat e specie di interesse comunitario individuate», ha dichiarato in un‘intervista Eleonora Landini, dal 2021 presidente del Parco Montemarcello Magra-Vara.
Dall’altra parte, il Comune di Lerici definisce il progetto una soluzione per il recupero e la rigenerazione dell’area. Secondo Marco Russo, assessore all’Urbanistica del Comune, il gioco vale la candela: «Oggi abbiamo uno scenario dove tutto è cosparso di boscaglia. Sicuramente ci potrà essere qualche attività da svolgere per i camminamenti, che prevede qualche potatura di leccio e di olivo, ma in generale parliamo in gran parte di interventi su massa verde di scarsissimo valore».
Anche Legambiente Liguria si è schierata a fianco del comitato: “Il sito – si legge nel comunicato – è quasi completamente occupato da un bosco rigoglioso per cui ha una vocazione naturalistica e di presidio ambientale, incompatibile con la trasformazione prevista. Legambiente è fermamente contraria a questo progetto che si configura come una canonica speculazione edilizia ed è ben lieta che si allarghi il fronte dei contrari”. Abbiamo parlato con Alessia Del Santo per farci raccontare cosa sta succedendo.
Alessia, com’è nata l’idea della petizione?
Dalla volontà di diffondere consapevolezza sul caso Vallestrieri, di cui la cittadinanza spezzina sapeva poco, e di promuovere un coinvolgimento attivo di quante più persone possibili affinché il Comune di Lerici, che ha approvato il piano del progetto, senta la voce di chi si oppone ad un intervento di deforestazione e urbanizzazione di un’area parco in piena crisi climatica.
Quindi si è formato il comitato Vallestrieri: chi ne fa parte?
Quando a fine estate ho saputo del progetto ho iniziato a informarmi e a prendere contatti con tante persone che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente e ne comprendono il ruolo cruciale nel contesto attuale. Attraverso telefonate e una fitta rete di passaparola si è spontaneamente creato nell’arco di poche settimane un gruppo che voleva fare il possibile per opporsi a un progetto di speculazione edilizia che prevede la realizzazione di un villaggio turistico per pochi, con conseguenze inimmaginabili per molti.
Così è nato il Comitato Vallestrieri, un gruppo eterogeneo di persone – da esperte ambientali ad appassionate di passeggiate nel verde – tutte accomunate dalla volontà di agire per far sì che il progetto non venga attuato, quantomeno non nel modo in cui è stato presentato. In un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui tutti i giorni siamo testimoni delle disastrose conseguenze del cambiamento climatico, crediamo nella responsabilità morale dell’agire ora perché non abbiamo più tempo da perdere: i boschi hanno un ruolo fondamentale per prevenire dissesto idrogeologico, alluvioni, innalzamento della temperatura e perdita di biodiversità. Non possiamo permetterci di perdere alberi per far spazio ad altro cemento.
Cosa volete ottenere con la vostra mobilitazione?
La petizione è stata avviata per raggiungere quante più persone possibile, facendo luce sul rischio a cui Vallestrieri va incontro e coinvolgerle attivamente nell’opporsi al progetto. L’alto numero di firme raggiunte in poco tempo dimostra che c’è una diffusa e chiara consapevolezza che progetti di questo stampo non possono e non devono essere realizzati.
Come vi sembra stia reagendo la cittadinanza alla notizia di cosa potrebbe succedere al bosco che state cercando di tutelare?
Dopo la petizione e la mia lettera aperta, pubblicata da diverse testate locali, che ha attirato l’attenzione sul futuro di Vallestrieri, molte persone si sono dimostrate pronte a mobilitarsi affinché una Zona Speciale di Conservazione, dall’altissimo valore per la nostra specie così come per la restante biodiversità, non venga trasformata in un villaggio turistico di lusso.
Ciò trova conferma nella partecipazione di più di oltre duecento persone alla camminata che si è tenuta lo scorso 22 settembre allo scopo di far conoscere meglio la zona e confrontarsi sul suo futuro: quella domenica mattina ci siamo ritrovati per condividere qualche ora del nostro tempo per attraversare insieme il bosco di Vallestrieri, scoprire di più della sua storia, della sua natura e del suo valore, dimostrando di credere nell’importanza dell’attivarsi per non restare indifferenti davanti alle ingiustizie. A seguito della giornata molti privati cittadini e associazioni locali hanno inviato al Comune di Lerici le proprie osservazioni al progetto, per le quali stiamo ancora attendendo riscontro.
Ora, a distanza di tre mesi, quali sono i prossimi passi?
È importante tenere ancora alta l’attenzione sul caso per far sì che non cada in un’ombra della quale chi sostiene il progetto potrebbe approfittare. In attesa che il Comune ci dia riscontro sulla procedura delle osservazioni, continueremo a parlarne attraverso articoli che permetteranno di approfondire la questione da più prospettive e a organizzare eventi ed escursioni per confrontarci con tutte le persone che hanno a cuore il bosco di Vallestrieri, per condividere insieme idee e costruire una prospettiva di impegno futuro.
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