Né bene né male, ma comunque grossomodo “entro i limiti di legge” per quanto riguarda i principali inquinanti. L’Arpae lo riassume così il livello di qualità dell’aria che si è respirata in Emilia Romagna nel 2024. Il nuovo report traccia un bilancio dei dodici mesi appena passati in base alle concentrazioni medie di sostanze dannose per la salute raccolte dalle stazioni rilevatrici in tutto il territorio.
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Come analizzato recentemente da BolognaToday, l’inquinamento atmosferico continua a essere un problema non da poco, soprattutto nei principali centri urbani, Bologna compresa, con alcune zone che sono maggiormente colpite dalla presenza di veleni nell’aria. In generale, però, i livelli misurati dall’Arpae l’anno passato in tutta la regione “hanno continuato a mostrare concentrazioni medie in linea o inferiori rispetto all’ultimo quinquennio”.
PM10 e PM2.5 tra alti e bassi
Partendo dai PM10 e PM2.5, le polveri sottili che puntualmente d’inverno fanno scattare in città e non solo le misure emergenziali anti-smog. Nonostante l’inverno sotto le Due Torri e altrove sia stato costellato dalle ordinanze di stop ai veicoli, le stazioni di monitoraggio regionale non hanno rilevato il superamento del limite massimo annuale (40 µg/m3 per il PM10, 25 µg/m3 per il PM2.5) ma solo superamenti giornalieri, dovuti per lo più “a condizioni meteorologiche sfavorevoli”. Livelli sopra la soglia massima si sono avuto anche a ottobre, novembre e dicembre, ma “sporadici o di minore persistenza”.
Luci e ombre per l’ozono
La concentrazione di ozono (O3) continua ad avere un andamento problematico con sforamenti rispetto agli obiettivi previsti dalla legge anche se, rassicura la Regione Emilia-Romagna, “la soglia di allarme non è mai stata superata”. In questo il cambiamento climatico ha un effetto considerevole, perché il caldo anomalo favorisce la creazione di ozono nell’aria. Tuttavia, sebbene quella del 2024 sia stata la quarta estate più calda dal 1961 a oggi, il report sottolinea che “non vi sono state condizioni estremamente critiche per l’ozono”.
Biossido di azoto in calo
Meglio le misurazioni di biossido di azoto, l’inquinante che negli ultimi dieci anni ha fatto registrare livelli oltre la soglia limite annuale (40 µg/m3) a Bologna, mentre nel 2024 c’è stata “una diminuzione delle concentrazioni misurate – prosegue il report –. Il valore limite annuale è stato rispettato in tutte le stazioni e non si è avuto nessun superamento del valore limite orario”.
Bologna virtuosa e le province da maglia nera
Nessuna delle stazioni di Bologna è stata interessata da superamenti critici oltre i 35 giorni degli altri inquinanti, in un anno in cui alcuni fenomeni atmosferici, come la polvere del deserto, hanno avuto degli effetti peggiorativi. Da maglia nera sono state invece stazioni di Modena, Piacenza, Carpi, Rimini, Ferrara e Ravenna, dove il limite giornaliero di PM10 è stato superato per oltre 35 giorni. “Se però si tolgono gli episodi legati alle polveri del deserto – segnala la Regione – sono solo tre le centraline che a livello regionale hanno superato i limiti giornalieri per più di 35 giorni”.
Priolo: “Qualità dell’aria imprescindibile, lavorare tutti insieme”
“Una situazione buona ma che ovviamente non ci soddisfa- commenta l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo- il cambiamento climatico ci mette davanti ogni giorno a nuove sfide e dobbiamo adottare strategie sempre più incisive per contrastare un quadro che vede la Pianura Padana particolarmente vulnerabile. La qualità dell’aria è un elemento imprescindibile per la salute delle nostre comunità, non conosce ideologie o confini, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme per mettere in campo misure integrate, anche di livello nazionale, capaci di contrastare la concentrazione degli inquinanti. Come Regione continueremo a insistere sulla mobilità collettiva e dolce, con incentivi e infrastrutture dedicate, sul riscaldamento, sulla logistica sostenibile e contro gli sprechi nei consumi”.
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