Potenza, Liceo del Made in Italy: il Convitto ci riprova

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Il Convitto nazionale di Potenza propone per la seconda volta l’istituzione del Liceo del Made in Italy. E la Provincia accoglie l’idea


POTENZA – «Si muta il mondo, ed io non vario mai», diceva Salvator Rosa. Ed è rispettando il motto del grande artista a cui è dedicato che il Convitto nazionale di Potenza propone caparbiamente per la seconda volta – e la Provincia accoglie – l’istituzione del Liceo del Made in Italy.
L’idea è stata accettata dall’ente provinciale nei documenti che ha prodotto per il Piano di dimensionamento scolastico appena approvato dalla Regione.
Ricordiamo che l’ipotesi era già stata lanciata per lo scorso anno scolastico, ma non era arrivata alcuna iscrizione e così non aveva avuto seguito.

COSA E’ IL LICEO DEL MADE IN ITALY

Cosa possa essere un Liceo del Made in Italy lo si legge sul sito internet del ministero non dell’Istruzione ma delle Imprese: «Con il nuovo liceo gli studenti potranno, in particolare, acquisire gli strumenti necessari per la ricerca e l’analisi degli scenari storico-geografici e artistico-culturali, nonché della dimensione storica e dello sviluppo industriale ed economico dei settori produttivi del made in Italy. Il percorso formativo consentirà inoltre agli studenti di sviluppare, tra l’altro, metodi e categorie interpretative che caratterizzano le scienze economiche e giuridiche, nonché competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione delle eccellenze italiane. Combinando teoria e pratica, il nuovo liceo offrirà un approccio educativo multidisciplinare con sbocchi professionali in tutti i settori di eccellenza del Made in Italy».
Lo stesso sito offre un’informazione per ora non certa: sulla mappa dei licei del Made in Italy fra le regioni dà per acquisito alla Basilicata quello del “Rosa – Gianturco” ma – come si è visto l’anno scorso – pur facendo parte dell’offerta formativa potrebbe non partire.

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LA RICHIESTA DEL CONVITTO E’ L’UNICA APPROVATA DALLA PROVINCIA

La richiesta del “Rosa – Gianturco” è peraltro l’unica approvata dalla Provincia di Potenza nel documento relativo al Dimensionamento scolastico.
Il dirigente dell’Istituto comprensivo “Busciolano” sempre di Potenza aveva chiesto – il 6 dicembre scorso – «una sezione di scuola dell’infanzia, una classe della primaria, una sezione di scuola secondaria di primo grado».
Domanda rigettata perché “incompleta della documentazione prescritta” come si legge dalla motivazione: «La nota è sprovvista delle delibere degli organi collegiali. Manca provvedimento, indispensabile, del Comune di Potenza».
Il Liceo scientifico “Pasolini” di Potenza, poi, aveva proposto l’istituzione del Liceo sportivo al suo interno.
La risposta da parte degli amministratori provinciali non è stato un “no” secco ma la comunicazione di non avere sufficienti elementi per decidere: «Il Liceo sportivo – si legge infatti – è presente a Potenza presso il Convitto Rosa. Si ritiene di rinviare, per i necessari approfondimenti che il caso richiede, la valutazione al 2025, nel corso della redazione del Piano 2026-2027».

RIGETTATE ANCHE LE RICHIESTE DEI COMUNI

Poi ci sono le richieste da parte dei Comuni come quello di Tramutola che l’11 dicembre, inviando una delibera della giunta municipale, chiede l’istituzione dell’Istituto comprensivo. «Tale Istituto – spiegano dalla Provincia – sarebbe formato dai plessi del Primo ciclo dei Comuni di Tramutola e Grumento Nova, parte dell’Istituto comprensivo di Moliterno, e dai plessi di Tramutola parte dell’Istituto superiore di secondo grado “Petruccelli-Parisi” di Moliterno. Non vi è parere, in merito, dell’Ic e dell’Iis di Moliterno né adesione alla proposta da parte del Comune di Grumento».
E dunque: «Richiesta rigettata perché sprovvista dei pareri degli altri soggetti interessati».
Infine la nota del 17 dicembre con la quale il sindaco Antonio Murano chiede l’assegnazione a Barile (considerato baricentrico) della presidenza ora attestata a Rapolla e l’inclusione di Ripacandida, ora aggregato al Comprensivo di Venosa»
Ma in questo caso c’entra la Regione: «Si tratta – dicono infatti dalla Provincia – dell’aggregazione dell’Ic di Barile all’Ic di Rapolla
effettuata dalla Regione con delibera n.9/2024. Il Comune avrebbe dovuto impugnare il provvedimento».



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