Urlava frasi in arabo. Almeno 12 i colpi esplosi dal maresciallo, un testimone: “Continuava ad avanzare contro il carabiniere brandendo il coltello”


Sono stati momenti agghiaccianti: l’uomo urlava frasi incomprensibili, i bambini piangevano spaventati e gli amici degli aggrediti erano terrorizzati”. A raccontare i terribili attimi che hanno funestato la festa di Capodanno a Villa Verucchio è un testimone che ha assistito alla scena durante la quale un maresciallo dei carabinieri ha sparato contro il cittadino straniero che aveva appena accoltellato cinque persone

LA DINAMICA DELL’AGGRESSIONE

“Era poco prima della mezzanotte – prosegue – quando la pattuglia dell’Arma è accorsa davanti alla piadineria di via Casale, nel centro del paese, dove erano stati appena aggrediti una ragazza e una coppia di anziani. Il militare è sceso dall’auto di servizio mentre l’aggressore continuava a urlare brandendo la lama. Gli è stato intimato più volte di gettare il coltello ma lui sembrava non dare retta e continuava ad avanzare contro il sottufficiale che ha estratto l’arma dalla fondina e ha sparato a terra per intimidirlo. Almeno quattro i colpi contro l’asfalto ma, nonostante questo, lo straniero ha continuato ad andare avanti e, a questo punto, sono partiti altri spari, almeno 8, che hanno raggiunto il corpo dell’uomo  che è crollato a terra”.

INDAGINI IN CORSO

“Indaghiamo a tutto tondo e, al momento, tutte le piste vengono battute dagli inquirenti e non escludiamo nemmeno la matrice terroristica”. A fare il punto della situazione – dopo la notte di capodanno di terrore vissuta a Villa Verucchio, dove un 23enne egiziano ha accoltellato 5 persone prima di essere ucciso da un carabiniere che gli ha sparato con l’arma d’ordinanza – è il procuratore capo di Rimini Elisabetta Melotti nel corso di una conferenza stampa.

L’IDENTITÀ DELL’AGGRESSORE

L’autore degli accoltellamenti è stato identificato solo nella tarda mattinata del primo gennaio e, secondo quanto emerso, si tratta di un nordafricano arrivato in Italia nel 2022 in maniera irregolare per poi chiedere e ottenere lo status di protezione internazionale. Accolto da una cooperativa sociale di Villa Verucchio nell’ambito di un progetto ministeriale, la struttura gli aveva trovato un’abitazione nel paese della Valmarecchia, oltre a un lavoro che gli forniva un piccolo reddito. Secondo quanto emerso, il 23enne dopo aver ferito due 18enni, una ragazza e una coppia di anziani turisti provenienti da Roma è stato affrontato dal comandante della Stazione carabinieri intervenuto in seguito agli accoltellamenti.

LA POSIZIONE DEL CARABINIERE

Il luogotenente, come è emerso da un filmato girato dai presenti col telefonino, ha intimato all’esagitato – che brandiva un coltello con una lama da 22 centimetri – di gettarlo a terra, ma l’egiziano ha iniziato ad urlare frasi in arabo brandendo l’arma contro il sottufficiale. Il maresciallo, quindi, ha estratto l’arma di ordinanza per poi esplodere quattro colpi a terra per intimidirlo, ma il 23enne ha continuato a farsi avanti col militare che ha sparato altre otto volte colpendolo ripetutamente al corpo.

CARABINIERE INDAGATO

Al momento il comandante della stazione di Villa Verucchio, Luciano Masini, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Come ha sottolineato il procuratore capo, si tratta di un atto dovuto per poter ricostruire con esattezza la dinamica di quanto accaduto e permettere al sottufficiale di nominare un suo avvocato e un suo consulente in vista dell’autopsia disposta dalla magistratura sul corpo dell’egiziano e che dovrebbe essere effettuata tra mercoledì e giovedì. Secondo quanto emerso Masini, istruttore di tiro dei carabinieri, avrebbe comunque rispettato la procedura in questi casi. Allo stesso tempo il luogotenente non aveva in dotazione il taser che non viene fornito ai militari in servizio alle stazioni.

IL CORANO IN TASCA

Nella notte tra il 31 dicembre e il primo di gennaio sono proseguite le indagini serrate degli inquirenti dell’Arma dalle quali è emerso che il 23enne egiziano, al momento delle aggressioni, aveva in tasca un corano e un rosario arabo. Una volta identificato, la perquisizione dell’appartamento che condivide con altri stranieri ha fatto trovare anche un tappeto da preghiera. Al momento, tuttavia, sono in corso ulteriori accertamenti per capire se ci siano legami col terrorismo internazionale. Allo stesso tempo si indaga su un medicinale trovato nelle disponibilità dello straniero e che, secondo i primi riscontri, si tratterebbe di un farmaco antipsicotico, anche se al momento non risulta che il 23enne fosse in cura da uno specialista. Non è stato ancora possibile accertare, inoltre, se l’egiziano sia lo stesso straniero che nei giorni scorsi aveva dato in escandescenza armato di coltello nei pressi di un locale sempre a Villa Verucchio.

LE CONDIZIONI DEI FERITI

Nel frattempo è emerso che tutti e cinque i feriti, quattro ricoverati al Bufalini di Cesena e uno all’Infermi di Rimini, non sono in pericolo di vita. I più gravi si trovano nel nosocomio cesenate e si tratta di due ragazzi 18enni di Villa Verucchio, uno aggredito alle spalle con 5 fendenti così come il secondo, e di una coppia di turisti romani di 69 e 70 anni in vacanza nella Valmarecchia. Tutti sono stati operati per le lesioni riportate, i medici che hanno emesso prognosi tra i 20 e i 30 giorni. La quinta vittima, invece, risulta essere una ragazza trasportata all’Infermi di Rimini per delle ferite da taglio, una delle quali al volto.

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