Bari, la Procura apre un fascicolo dopo l’esposto di Emiliano: non ci sono ipotesi di reato

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


BARI – Ormai sono due i casi che si profilano come effetti collaterali dall’emendamento «antitrombati» proposto dalla grillina Antonella Laricchia e approvato dopo una bagarre giuridica dall’ufficio di presidenza del Consiglio regionale: il primo è quello che seguirà la Procura di Bari, che ha raccolto – come anticipato ieri dalla Gazzetta – l’esposto del governatore Emiliano, sulla versione finale della legge di bilancio approvata, in un fascicolo chiamato tecnicamente ‘modello 45’, il secondo è tutto politico e riguarda il corto circuito tra i due leader dem, lo stesso Emiliano e il presidente dell’assemblea legislativa pugliese Loredana Capone, a cui proverà mercoledì a porre rimedio l’iniziativa del Pd con la convocazione del gruppo regionale e subito dopo di un vertice di maggioranza.

Gli inquirenti per ora hanno riunito una serie di atti connessi all’approvazione di una legge che per Emiliano rappresenterebbe«un falso», in quanto comprende un emendamento che in aula è stato dichiarato bocciato, e solo una correzione dell’Ufficio di presidenza ha consentito fosse approvato successivamente.

Sulla vicenda è tornato ad intervenire Emiliano, provando a ridurre la questione rovente ad una querelle di diritto (che proprio per questo non escluderebbe ipotetici reati): «Le interpretazioni politiche apprese dai giornali sulla vicenda della promulgazione della legge di bilancio appaiono erronee, infondate e strumentali». E spiega che «il dibattito politico è avvenuto durante l’intera seduta del Consiglio regionale del 18 dicembre 2024» conclusa «con il voto chiaro e inequivocabile dei 31 consiglieri che hanno approvato il testo definitivo». Il nodo dunque è legato «alle modalità di formazione della volontà legislativa». E specifica che «in sede di promulgazione, ho rilevato che il testo della legge trasmesso dal competente ufficio consiliare conteneva un articolo (242), corrispondente a un emendamento (111), non compreso nel testo definitivo della legge approvato il 18 dicembre 2024, aggiunto dopo la votazione finale». La sintesi finale: «Non disponendo del potere di rifiutare la promulgazione e di rinviare la legge al Consiglio regionale, ho chiesto alla presidente del Consiglio regionale di prendere atto di tale irregolarità per i provvedimenti di sua competenza».

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

La legge «anti-trombati», intanto, crea una piccola crepa nella maggioranza di Emiliano, denominata «Coalizione dei pugliesi». I 5S contiani Marco Galante, Rosa Barone, Cristian Casili e Grazia Di Bari rivendicano l’appoggio alla proposta presentata dalla grillina dissidente Antonella Laricchia e appoggiata trasversalmente dal centrodestra e da tanti malpancisti di centrosinistra: «Abbiamo votato convintamente la norma della trasparenza sulle nomine, perché riteniamo che debbano essere fatte sulla base del merito e non della convenienza politica. Uno dei punti su cui ci siamo sempre battuti. I cittadini hanno il diritto di sapere che a guidare gli enti regionali ci sono professionisti scelti per curriculum, solo così riusciranno a tornare ad avere fiducia nelle istituzioni». I “5S di maggioranza” si schierano con il presidente Capone: «L’articolo era stato approvato con 24 voti favorevoli e pensiamo che l’ufficio di presidenza abbia preso la decisione giusta aggiungendo la norma nel testo finale, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. Continueremo a difendere questa norma e ad opporci ad ogni eventuale tentativo di abrogazione, di cui leggiamo sui giornali».

Un antico esponente del centrosinistra, memoria storica del consiglio regionale, infine consegna alla Gazzetta con amarezza la propria interpretazione della velenosa vicenda: «Il quadro d’insieme che emerge da questa contesa è per troppi versi disarmante, per i confini dell’autonomia della presidenza del Consiglio messi in discussione dalla protervia di qualcuno ma soprattutto per l’ignavia di tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione che – pur consapevoli della legittimità dell’approvazione dell’emendamento Laricchia essendo fini conoscitori dei regolamenti dell’aula – hanno girato la testa dall’altro lato. Perché l’hanno fatto? Per non interrompere la surreale cerimonia di distribuzione dei piatti di lenticchie che si stava svolgendo nel Consiglio, una pratica poco edificante che ha sostanziato l’approvazione della legge di Bilancio della Puglia. Una pessima pagina politica della nostra regione».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link