cosa cambia per i pensionati italiani?

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Un’indagine sulle pensioni in Italia nel 2025 mostra stabilità nelle regole principali rispetto agli anni precedenti. Il dossier indica che i requisiti per la pensione di vecchiaia rimangono invariati, richiedendo 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. L’importo della pensione non potrà essere inferiore all’assegno sociale, fissato a 538,69 euro per il 2025. Sebbene siano state apportate alcune piccole modifiche, le principali misure come Quota 103, Ape sociale e Opzione donna restano confermate, mantenendo le stesse condizioni di accesso.

Quota 103: come funziona?

Quota 103 offre la possibilità di andare in pensione a seguito di un contributo di 41 anni e un’età minima di 62 anni. Anche i nati nel 1963 possono fare domanda, purché abbiano maturato i 41 anni di contributi richiesti. È importante notare che i requisiti devono essere conseguiti entro il 2025, poiché chi ottiene il diritto l’anno prossimo dovrà attendere sette mesi, nove per i dipendenti pubblici, prima di poter accedere al trattamento pensionistico. Questi tempi sono definiti dalle famose “finestre mobili” ed evidenziano la necessità di pianificare adeguatamente l’ingresso nel mondo della pensione.

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Ape sociale: continuano le stesse condizioni

L’Ape sociale è una misura confermata anche per il 2025, mantenendo le stesse condizioni di accesso. Gli individui devono raggiungere i 63 anni e 5 mesi per fare domanda. Potranno presentare richiesta i disoccupati con oltre 30 anni di contributi, i lavoratori con disabilità certificata pari o oltre il 74%, e i caregiver che assistono persone disabili da almeno sei mesi. Inoltre, rimane valida la possibilità di accesso per coloro che svolgono lavori gravosi, richiedendo 36 anni di contribuzione. Le condizioni rimangono stabili, consentendo a chi ne ha bisogno di programmare il proprio futuro lavorativo.

Opzione donna: requisiti e conferme

L’Opzione donna consente il pensionamento anticipato alle lavoratrici con 35 anni di contributi e 57 anni di età . Anche nel 2025, rimangono in vigore i criteri previsti per l’accesso, che includono lavoratrici licenziate o inattive in aziende in crisi, disabili con certificazione e caregiver. I requisiti anagrafici non subiscono modifiche, prevedendo 61 anni d’età, con una riduzione di un anno per ogni figlio fino a due. Va sottolineato come il metodo di calcolo pensionistico si basi interamente sul sistema contributivo, oltre all’applicazione delle finestre mobili di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 per le autonome.

Nuove possibilità con i fondi pensione

Una novità interessante riguarda l’accesso alla pensione anticipata a 64 anni per coloro che hanno avviato il lavoro dopo il 1995. Questa iniziativa consente di accumulare il reddito del fondo previdenziale integrativo insieme alla pensione maturata presso l’INPS per raggiungere l’importo minimo richiesto. Sebbene attualmente il numero di lavoratori che potranno avvantaggiarsi di questa misura sia limitato, ci sono previste proiezioni che stimano un aumento graduale degli interessati fino a circa 600 all’anno. Questa possibilità offre maggiore flessibilità a chi ha scelta di diversificare la propria forma di previdenza pensionistica.

Bonus Maroni e incentivi per il rinvio del pensionamento

Il ‘Bonus Maroni’ vede un rafforzamento significativo con lo scopo di incentivare i lavoratori a posticipare il pensionamento. Questo bonus prevede una riduzione circa del 10% delle contribuzioni per coloro che decidono di rimanere attivi nel mercato del lavoro nonostante abbiano raggiunto i requisiti per Quota 103. Inoltre, i lavoratori che scelgono questa strada riceveranno una parte dei contributi esentasse su busta paga, rendendo tale opzione finanziariamente attrattiva per coloro che desiderano continuare a lavorare.

Aumento delle pensioni minime e rivalutazioni

Infine, per il 2025 è previsto un incremento delle pensioni minime, che passeranno da 614,77 euro a circa 617 euro. Questa misura è accompagnata da un meccanismo di rivalutazione che prevede un aggiustamento del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% per il 2026. Le pensioni che si trovano fino a quattro volte il minimo usufruiranno di un incremento di 0,8%, con percentuali decrescenti per le fasce superiori. Ciò rappresenta un passo in avanti per migliorare il benessere economico di chi vive esclusivamente con la pensione e garantisce un adeguamento rispetto all’andamento dell’inflazione.

Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Armando Proietti





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