Cagliari, 4 gennaio 2025 – La governatrice Alessandra Todde si difende dopo l’ordinanza-ingiunzione che dichiara la decadenza della presidente della Regione Sardegna, anche se la palla passa ora al Consiglio regionale che dovrà decidere se ratificare o meno quanto stabilito in via amministrativa.
“Sono serenamente al lavoro, come potete vedere, dopo anche un confronto con la mia maggioranza. Ovviamente l’atto amministrativo è arrivato dalla Corte d’Appello di ieri, seguirà il suo percorso e sarà ovviamente gestito dai miei avvocati. Io ribadisco la piena fiducia nei confronti della magistratura, la piena fiducia ovviamente su quelle che sono le azioni che sono state fatte dal comitato che mi ha rappresentato per le elezioni e quindi quello che io posso dire è che ho la piena motivazione e la piena legittimazione di continuare a lavorare per i sardi e così farò”, ha detto la presidente della Regione.
Il provvedimento di decadenza non è immediatamente esecutivo, secondo quanto precisa lo staff della presidente. L’ordinanza di ingiunzione prevede l’avvio della procedura di decadenza in base all’articolo 15, comma 7 della legge 515 del 1993. Di conseguenza – si sottolinea – non c’è alcuna decadenza immediata e la presidente continua ad agire nella pienezza dei suoi poteri. “I miei avvocati si opporranno i tutte le sedi possibili. Ci atterremo a quelle che saranno le decisioni con assoluta e immutata serenita’”, ha ribadito la presidente. “Noi siamo una maggioranza legittimata che ha il dovere di governare per i sardi e questo continueremo a fare finché non ci saranno atti definitivi. Non voglio che i sardi pensino che questa vicenda possa distrarci. Abbiamo temi importanti, come la sanità, i trasporti, la povertà, il lavoro. Siamo stati eletti per questo e di questo dobbiamo occuparci”.
Lo studio Ballero di Cagliari, cui Alessandra Todde si è affidata, sta studiando il provvedimento per verificare come e davanti a quale giudice andrà impugnato. “A nostro avviso, pur nel rispetto del lavoro del Collegio di garanzia, non ci sono i presupposti per la decadenza”, spiega l’avvocato Stefano Ballero all’Agi.
Sette i punti contestati
Sono sette i punti contestati nel provvedimento adottato dal Collegio regionale di garanzia elettorale, in seno alla Corte d’Appello di Cagliari e composto dalla stessa presidente della Corte d’Appello, Gemma Cucca, che lo presiede e da 6 componenti effettivi (Dario De Luca, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Maria Luisa Scarpa, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Francesco Alterio, Consigliere della Corte d’Appello di Cagliari; Riccardo Fercia, docente universitario; Roberta Asuni, dottore commercialista e Tullio Conti, dottore commercialista).
Innanzitutto secondo il collegio la dichiarazione relativa alle spese elettorali della campagna della presidente Todde non sarebbe “conforme” a quanto sancito da due norme, la legge nazionale 515 del 1993 e la regionale 1 del 1994 che la recepisce. In secondo luogo “non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria” ai sensi delle due leggi richiamate. Ancora, si legge nel documento, “non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi”. E poi, quarto punto, “non risulta l’asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato”. Secondo il collegio, ancora, “non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale” e “non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate”. E poi l’ultimo punto: non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte durante la campagna attraverso PayPal, somme comunque non rilevanti. Per i componenti del collegio, dunque, il rendiconto elettorale del comitato elettorale del M5s, inviato il 23 maggio in adempimento degli obblighi previsti dalle leggi, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarisce “se le spese indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di Consigliere sostenuti dal Movimento”. La dichiarazione elettorale presentata riporta “di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00”. Nel documento il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la memoria della presidente a integrazione dei dubbi sollevati, ma sostiene non siano sanabili.
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