Arresto Cecilia Sala, c’è anche una startup dietro all’esperto di droni fermato in Italia che l’Iran rivuole

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Le indagini americane puntano allo Swiss Innovation Park della Scuola politecnica federale di Losanna. Lì l’ingegnere iraniano aveva costituito una giovane realtà innovativa che avrebbe schermato i traffici dei materiali sottoposti a sanzione

Se, col passare delle ore, il caso di Cecilia Sala si è via via arricchito di particolari tanto da sembrare un romanzo del compianto Tom Clancy, l’ultimo capitolo appena scritto da Oltreoceano riguarda pure una startup.

Spunta una startup nel caso Cecilia Sala

Infatti, secondo gli investigatori statunitensi, Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere meccanico di 38 anni arrestato a Malpensa in ottemperanza a un mandato di cattura internazionale giunto dagli USA, aveva creato una startup elvetica, la Illumove Sa, che per i funzionari statunitense avrebbe fatto da schermo a un traffico illegale di componentistica per i droni utilizzati dai pasdaran.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Cosa fa la startup dell’iraniano arrestato

“Illumove SA – si legge sul sito della startup – è specializzata nella fornitura di soluzioni di navigazione basate sulla fusione per varie applicazioni. I sistemi di navigazione sono essenziali per le nuove tecnologie e i nuovi servizi, come l’Internet of Things (IoT), la guida autonoma e il telerilevamento. Il nostro algoritmo di fusione ha superato con successo i test in diverse applicazioni, consentendoci di collaborare con diversi clienti business-to-business (B2B) e di incorporare la nostra tecnologia nei loro prodotti e soluzioni”.

regolamento faa droni usa

Secondo il sito della azienda la startup avrebbe sede nel parco dell’innovazione del Politecnico di Losanna, dove il 38enne su Linkedin scrive di essere ricercatore post dottorato. Studi effettivamente confermati dall’ateneo. Tuttavia, il Politecnico ha anche aggiunto che l’ingegnere iraniano ha smesso di frequentare i laboratori universitari ben prima della pandemia, nel 2019. Secondo quanto divulgato dal rettorato, la Illumove non svolgerebbe alcuna attività nel parco, dove hanno invece ospitalità altre 120 startup.

Eppure sul Fatto Quotidiano si legge che “nell’insospettabile campus Swiss Innovation Park della Scuola politecnica federale di Losanna lungo la costa del lago Lemano, fucina di centinaia di startup, incubatore per l’industria aerospaziale che collabora con l’Agenzia spaziale europea e nel quale il socio in Illumove, Mostafa Seyed Khosrownejad, lavorava a un progetto di ricerca 2019-24 al quale la Svizzera ha erogato un finanziamento pubblico da quasi 1,5 milioni di franchi”.

Leggi anche: Altro che oro e bitcoin: il vero investitore nel paniere dovrebbe mettere caffè, burro e cacao

Per gli USA, la Illumove sarebbe solo un nome di facciata, utile ad aggirare gli embarghi, dietro il quale si nasconderebbe la “vera” azienda iraniana di Abedini: la Sanat Danesh Rahpuyan Aflak Company Ltd, nota come Sdra, fondata nel 2018 e con sede a Teheran. Secondo l’intelligence americana, la società erogherebbe “consulenza, progettazione, produzione e fornitura di sistemi di navigazione, automazione e strumentazione per missili balistici e da crociera, droni, sottomarini e navi senza pilota”.

Insomma, dietro la startup elvetica ci sarebbe lo smercio sottobanco di componentistica americana necessaria per la costruzione di droni tra cui anche quelli usati il 28 gennaio 2024 per colpire una base militare statunitense in Giordania causando la morte di tre soldati americani. Per questo gli Stati Uniti vogliono mettere le mani su Mohammad Abedini Najafabadi.

L’intreccio con l’arresto di Cecilia Sala

E qui si arriva all’arresto in Iran della giornalista esperta di questioni mediorientali Cecilia Sala. Col passare dei giorni è parso via via sempre più evidente alla Farnesina che l’Iran avrebbe proceduto pretestuosamente con una detenzione illegittima della nostra connazionale (lo stesso capo di imputazione, “violazione della legge islamica”, arrivato dopo 15 giorni dall’arresto, è quantomai generico) per avere a disposizione un’arma con la quale ricattare il nostro Paese e chiedere in cambio la consegna dell’ingegnere esperto di droni.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Se le indagini sembrano complesse, dati gli intrecci fin qui ipotizzati dagli investigatori americani tra l’azienda iraniana e la startup elvetica fantasma, la partita che si giocherà ora sul piano diplomatico per riavere in Italia Cecilia Sala sarà ancora più intricata. L’intreccio di interessi in gioco è ben evidente a tutti. Carsiche ma sicuramente presenti, invece, le pressioni statunitensi sul governo italiano perché non ceda al ricatto: Washington non intende farsi sfuggire l’esperto di droni che sarebbe dietro all’ucccisione dei suoi militari di stanza in Giordania.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link