Pensioni, incremento al milione anche nel 2025. Ecco fino a quanto aumentano

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Il governo Meloni non è riuscito – almeno per adesso – a mantenere la promessa fatta da Silvio Berlusconi nella scorsa campagna elettorale riguardo alla volontà di portare le pensioni minime a 1.000 euro.

Un’operazione non nuova a Berlusconi che nel 2001 riuscì ad aumentare – con alcune limitazioni – le pensioni minime portandole a un milione delle vecchie lire. Non si può dire di certo lo stesso del governo in carica, con le pensioni minime che oggi godono di un aumento di appena 2 euro rispetto allo scorso anno (a cui si aggiunge quello riconosciuto dalla rivalutazione).

Tuttavia, va detto che lo strumento introdotto proprio nel 2001, il cosiddetto incremento al milione, spetta ancora oggi a coloro che hanno un assegno d’importo inferiore al trattamento minimo e hanno raggiunto l’età minima per averne diritto.

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A tal proposito, vediamo – alla luce della recente rivalutazione che ha modificato l’importo della pensione minima – come è cambiato l’incremento al milione dall’1 gennaio 2025, nonché qual è il valore massimo che gli assegni possono raggiungere grazie a questo importante strumento.

Requisiti e limiti di reddito 2025

L’incremento al minimo per la pensione spetta a quei pensionati che percepiscono un assegno di importo molto basso e che soddisfano determinati requisiti legati ad età e reddito.

Per quanto riguarda l’età, per gli assicurati Inps che hanno accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata viene stabilito che l’incremento al milione spetta, di regola, al compimento dei 70 anni.

Vi è comunque la possibilità di abbassare questo requisito contributivo. Questo, infatti, si riduce di 1 anno ogni 5 anni di contribuzione fatta valere dal pensionato; in ogni caso da questa operazione può essere ridotto un massimo di 5 anni di contribuzione. Nella migliore delle ipotesi, dunque, il pensionato può ricevere l’incremento al milione al compimento dei 65 anni di età.

Per gli invalidi civili al 100%, invece, il limite anagrafico si abbassa a 18 anni in seguito a quanto disposto dalla suddetta sentenza n. 152/2020 della Corte Costituzionale, a patto di soddisfarne i requisiti reddituali.

Ci sono, poi, dei limiti di reddito uguali per tutti. Nel dettaglio, viene stabilito che possono richiedere l’incremento al milione solo coloro che hanno redditi inferiori a:

  • reddito individuale del richiedente: 9.555,65 euro;
  • reddito coniugale (se il richiedente risulta sposato): 16.502,98 euro.

Tali importi sono aggiornati al 2024, mentre per il 2025 devono essere ancora ufficializzati (ma al massimo variano di pochi euro). Per valutare il rispetto dei suddetti requisiti, bisogna prendere in considerazione i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da Irpef. Vanno esclusi dal calcolo solamente:

  • reddito della casa di abitazione di cui è proprietario il pensionato o il coniuge;
  • pensioni di guerra;
  • indennità di accompagnamento;
  • bonus tredicesima;
  • trattamenti di famiglia.

Come si calcola

Grazie all’incremento al milione la pensione può essere integrata fino ad arrivare a un importo pari al trattamento minimo maggiorato di 136,44 euro (quest’ultimo valore è fisso dal 2008).

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Trattamento minimo che nel 2025 è pari a 603,39 euro: di conseguenza la soglia di riferimento è pari a 739,83 euro.

Dunque, è ovvio che nel caso delle pensioni l’importo della maggiorazione, vista la formula (Trattamento minimo + 136,44 euro) – Trattamento minimo, sarà sempre pari a 136,44 euro.

Non è così invece per l’Assegno sociale, che quest’anno può godere di una maggiorazione di 201,15 euro, come pure per le pensioni di invalidità civile per le quali invece l’incremento può arrivare a circa 403 euro.

Vi è un ulteriore aspetto da considerare quando si calcola l’importo. È stabilito che il calcolo dell’aumento deve essere determinato in misura tale da non comportare il superamento dei limiti di reddito. Qualora un incremento pieno dovesse comportare il superamento delle suddette soglie, allora l’integrazione sarà calcolata facendo una differenza tra la soglia massima di reddito e quanto effettivamente percepito dal pensionato (il tutto suddiviso per 13 mensilità).

Nel caso del pensionato coniugato la maggiorazione sociale spettante è quella di “importo meno elevato tra l’intero importo della maggiorazione e quello risultante dal calcolo effettuato sulla base del reddito personale e della sommatoria dei redditi del pensionato e del coniuge”.

Detto questo, appare ovvio che spetta un incremento pieno solamente a coloro che oltre alla prestazione sulla quale questo viene riconosciuto non hanno altri redditi.

Invio della domanda

Così come tutte le prestazioni Inps l’invio della domanda va effettuato telematicamente.

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A tal proposito, online sul sito Inps è disponibile il servizio Consulente digitale delle pensioni, dove una volta effettuato l’accesso potrete scoprire se avete o meno diritto alle maggiorazioni sociali come l’incremento al milione ed eventualmente farne immediatamente domanda con la possibilità di recuperare fino a 5 anni di arretrati.

In alternativa potete rivolgervi a caf e patronati, o chiamare il numero verde dell’Inps.



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