ecco come nasce l’uliveto condiviso e di famiglia che produce olio di qualità

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La storia di Antonio Bianco e del marchio Olio Reale: la formazione, l’esperienza fuori regione e poi il rientro nella sua terra. Oggi sono già piantati 5mila alberi

Antonio Bianco è il creatore del marchio Olio Reale, progetto di valorizzazione del vero olio extra vergine di oliva 100% italiano e calabrese. Antonio da figlio andava ad aiutare i propri genitori durante il periodo della raccolta. Poi da imprenditore e divulgatore, l’unico scopo è da sempre quello di proteggere e valorizzare il vero olio extra vergine italiano e calabrese in Italia e nel mondo.

Antonio ha studiato Ingegneria gestionale presso l’Università di Pisa. Quale consulente ha aiutato decine di società multinazionali a individuare e selezionare le migliori risorse umane presenti nel territorio Italiano e Internazionale. Ma la sua vera missione è quella di fare in modo che sulle tavole degli italiani e non, si consumi solo olio extra vergine di oliva ‘vero’, e che tutti imparino a scoprire e valorizzare al meglio questo prodotto meraviglioso.

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Oggi sono migliaia le persone che affidano a questo giovane calabrese, che si è dato il fondamentale compito di far arrivare sulla tavola di tutti un olio di qualità. Parliamo con Antonio per capire come nasce Olio Reale. Lui è stato 13 anni fuori, lavorando in una Multinazionale della Ricerca e Selezione e si occupavo della ricerca e selezione di Middle & Top Manager. «Olio Reale nasce dalla mia voglia di tornare a casa e ovviamente essendo l’Olio Extra Vergine uno dei prodotti del territorio».

Vediamo di capire da chi è formata Olio Reale.

«Da me, Carmine il mio migliore amico e poi altri soci che sono imprenditori e professionisti calabresi. E nell’ultimo anno una parte molto importante del lavoro lo ha fatto Domenico Cosco il ragazzo che si occupa di gestire il rapporto con il cliente».

La storia di Antonio comincia con i suoi studi: lui è un ingegnere gestionale. Ma poi cosa è successo che…

«…volevo tornare a casa, e ho trovato la mia strada nello studio del marketing e della vendita, oltre che a farla per lavoro».

Vediamo come è nato Ulivo di famiglia? 

«Insieme al mio amico Giuseppe Aiello, grandissimo imprenditore, mentre facevamo due chiacchiere lui mi ha detto che considerare i suoi appezzamenti di terra come se fossero i miei. Ed è lí che mi è venuto di dirgli: che ne pensi se realizziamo l’Uliveto Condiviso e di Famiglia più grande del mondo? E lui con il suo fare pragmatico ha risposto: “procedi”! Ed eccoci qui… con le prime 5000 piante piantate. Obiettivo raggiunto assieme ai miei soci Salvatore Scerbo e Domenico Scarcella, due grandi imprenditori calabresi che continuano a supportare il progetto nello specifico».

Grazie a questo progetto ognuno infatti ha la possibilità di acquisitare le piante e produrre olio extravergine.

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Questa è un’azienda che parte dalla tradizione e arriva a nuove forme di accoglienza.

«Il nostro progetto è quello di far conoscere la nostra amata Calabria, ma soprattutto la capacità di accoglienza dei calabresi. Quindi sí, partiamo dai prodotti della tradizione per entrare nelle case delle persone, e grazie a questi cogliamo l’occasione di invitare le persone a casa nostra».

Il team di Olio Reale è spesso sui social. Notevole è la capacità di questi ragazzi di raccontarsi e di educare alla conoscenza dell’olio. Ho visto come Antonio spiega bene quali sono i tre errori che si fanno quando si compra l’olio.

«Errore 1: si acquista l’olio in funzione del Colore. Errore 2: non si sa leggere l’etichetta dell’Olio. Errore 3: si pensa che l’amaro e il piccante sia qualcosa di negativo nell’Olio, invece sono due caratteristiche che vanno ricercate».

Il 2024 è stato un annus orribilis. Per gran parte degli imprenditori.

«Un anno vissuto male, molto male. I livelli di stress che abbiamo avuto all’interno del team sono stati assurdi, ma non abbiamo mollato e lavorando anche fino alle 3 di notte ne siamo usciti. Con qualche intoppo ma ne siamo usciti»

Intanto i giovani lasciano la Calabria.

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«Che sotto molti punti di vista li capisco benissimo e direi pure che fanno bene! Amo la Calabria ma non è un territorio che può permettere a tutti di realizzare i propri sogni, ha dei limiti importanti. Ai miei occhi però, ha delle potenzialità infinite se le sai leggere. Quindi sono nel mio caso sono fiero e orgoglioso di essere tornato, anche se a volte mi fa molto arrabbiare quello che vivo e vedo da imprenditore».



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