Esce la serie M e provoca ‘Diventerete tutti fascisti’ – Tv

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(di Alessandra Magliaro)

– Sedotti da lui, sedotti dal gran capo del fascismo proprio come capitò agli italiani. E’ appena passato il 3 gennaio centesimo anniversario del discorso di sfida in Parlamento di Mussolini considerato l’inizio della dittatura e Luca Marinelli che lo ha interpretato nella serie kolossal Sky Original – otto episodi prodotti da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment (società del gruppo Fremantle)  in onda dal 10 gennaio su Sky e in streaming su Now – quasi non si è ripreso. “È stato spaventoso recitarlo”, dice.
    La serie tratta dal bestseller premio Strega 2019 di Antonio Scurati (Bompiani), nelle mani del regista inglese del film Oscar L’Ora più buia Joe Wright e del duo di scrittura Stefano Bises e Davide Serino, non è il biopic che in questi anni la TV ha attraversato con successo sempre restando nella comfort zone del ‘santino’ da raccontare, salvo poche eccezioni. Qui c’è lo sguardo del guascone istrionico seduttivo romagnolo che guarda in camera determinato ad asfaltare lo spettatore mettendolo davanti al fatto compiuto ossia che a quell’uomo della provvidenza, l’Italia per lunghi anni ha dato credito, appoggiandolo in imprese che poi la Storia rivelerà per quelle che sono: misfatti e tragedie in una ferita che 80 anni dopo la fine della guerra chissà se è rimarginata per davvero.
    “Il rischio empatia c’era – dice Wrigth – ma con il pubblico abbiamo fatto una operazione alla Brecht dando il massimo grado di vicinanza con il personaggio e gli accadimenti e poi gli abbiamo fatto mancare il terreno sotto i piedi quando si vede quello che succede e così ci si sente in colpa per quello che al Duce abbiamo permesso di fare”.
    Che reazioni ci saranno ad una serie capolavoro che provoca, butta addosso le malefatte di Mussolini a noi discendenti di quegli italiani ora governati dalla destra? “È la nostra storia non sono preoccupato ma curioso dei commenti” risponde Marinelli. Del resto l’incipit folgorante va subito al punto: “Mi avete adorato follemente per 20 anni come una divinità. E poi mi avete odiato follemente perché mi amavate ancora. A cosa è servito quell’odio? Guardatevi attorno, siamo ancora tra voi”.
    Mussolini il 29 aprile 1945 è a piazzale Loreto, appeso a testa in giù, il corpo scempiato, le immagini vere della fine della dittatura sono un pugno nello stomaco nei primi minuti della serie, ma M – Il figlio del secolo riavvolge il nastro all’indietro, alle origini del fascismo, a quell’accolita di reduci della Prima Guerra mondiale che non vogliono vivere la pace e diventano da 100 disperati dei primi giorni del marzo 1919 le prime squadracce pronte a seppellire nel sangue la rivolta contadina del biennio rosso. Avanti Arditi.
    Mussolini propone il Fascismo “una creatura bellissima fatta di sogni, di coraggio, di cambiamento. Conquisterà milioni e milioni di cuori. Sono sicuro anche i vostri. Seguitemi – dice uno spudorato Benito/Marinelli guardando dritto in camera e promette – diventerete fascisti anche voi”.
    La provocazione dello sguardo diretto, contravvenendo alle regole dell’audiovisivo, è la trovata che porta avanti la serie.
    “Una intuizione originale – spiegano Stefano Bises e Davide Serino – quella di dialogare con lo spettatore, così il controcampo siamo noi. Mussolini chiama tutti noi, così abbiamo tenuto alto il livello di guardia”. Scurati ammette che a questa operazione di sceneggiatura non credeva: “Ho avuto torto. Sono stato fiancheggiatore esterno della scrittura, ho molto dubitato. La ricerca del tono giusto era fondamentale, mi ero sforzato scrivendo di evitare empatia, seduzione, vicinanza, evitando di farne un personaggio comico. Gli sceneggiatori hanno fatto il contrario, ero arrabbiato ma quando ho visto il risultato sono rimasto abbagliato, ammirato”.
    Luca Marinelli si è dedicato totalmente ad M per mesi, al linguaggio, al corpo. “Mi serviva di sentirmi più pesante.
    Dovevo avvicinarmi fisicamente. Ma la sfida era anche nel contenuto: da antifascista ho sospeso il giudizio 19 ore al giorno per 7 mesi, è stato devastante. Dal punto di vista artistico è stato tra le cose più belle mai fatte. Mi ha cambiato? Mi emoziono a parlarne, ha smosso la parte più oscura di noi, segnandoci molto. E’ stato artisticamente coraggioso, anche se il primo atto di coraggio è il libro di Scurati”, risponde all’ANSA.
    Quel primo libro della saga (poi altri tre e l’ultimo sarà in libreria il 25 aprile 2025) il produttore Lorenzo Mieli lo ha letto in bozze, subito folgorato da tema e scrittura: “Era uno squarcio sulle radici del populismo, ho avuto voglia di imbarcarmi in un’avventura complicata con l’idea di fare una serie pericolosa come la materia di cui trattava il libro”. E ora con Nils Hartmann, vicepresidente esecutivo di Sky Studios Italia progetta la seconda stagione, visto che la prima si ferma a subito dopo il delitto Matteotti. “Questa serie alza l’asticella, un progetto folle nella sua ambizione. C’è nell’industria audiovisiva italiana un prima e un dopo Gomorra, M è un’altra svolta nell’affrontare il period drama in un modo drammaticamente contemporaneo”.
   

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