Meloni da Trump a Mar-a-Lago: “Ha preso d’assalto l’Europa”. La premier: “Pronti a lavorare insieme”

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“Bella serata con Donald Trump che ringrazio per l’accoglienza. Pronti a lavorare insieme”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affidando ai social un primo commento sul viaggio lampo negli Stati Uniti per incontrare il presidente eletto Donald Trump. Nelle poche ore trascorse a Mar-a-Lago, residenza del tycoon, secondo quanto riportato dalla stampa statunitense sono stati affrontati vari argomenti tra cui il caso Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre scorso.

La premier è arrivata alla Casa Bianca d’inverno poco prima delle 19 e l’accoglienza non poteva essere migliore. All’ingresso ha trovato ad aspettarla il padrone di casa, che l’ha accompagnata subito nella celebre ballroom tutta marmo, oro e stucchi, dove ha trovato lo stato maggiore del tycoon.

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Come documentato da una delle prime foto scattate dagli ospiti e finite sui social, accanto ai due leader sorridenti c’erano i futuri segretari di Stato Marco Rubio e al Tesoro Scott Bessent. Presenti anche il prossimo consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il futuro ambasciatore Usa in Italia, il patron della squadra Nba dei Rockets Tilman Fertitta. Nessuna traccia per tutta la serata di Elon Musk, che però avrebbe mediato il faccia a faccia.

Giorgia Meloni con Donald Trump e i futuri segretari di Stato Marco Rubio (a destra) e al Tesoro Scott Bessent (Ansa)

L’elogio alla premier

Trump ha salutato gli ospiti nel salone d’onore additando la premier italiana: urla di entusiasmo, applausi, ovazioni, come mostra un video. Quindi è salito al piano di sopra con Meloni e la sua delegazione. Nessuna indiscrezione sul contenuto del colloquio ma è apparso chiaro che tra i due il feeling continua. “È molto emozionante, sono qui con una donna fantastica, il primo ministro italiano”, ha detto Trump. Poi l’elogio forse politicamente più significativo: “Ha davvero preso d’assalto l’Europa“. 

Una visita lampo quella della premier a Donald Trump, la cui rielezione alla Casa Bianca sarà ufficialmente ratificata dal Congresso nella seduta plenaria del 6 gennaio. Poco meno di cinque ore per cenare con il presidente eletto, discutere i dossier più caldi, tra cui quello della giornalista Cecilia Sala.

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I dossier sul tavolo

Oltre alle possibili tensioni con i Paesi europei, dovute a una eventuale guerra commerciale con l’Ue a causa dei dazi minacciati da Trump e alla concreta possibilità che gli Usa riducano il proprio sostegno all’Ucraina, Trump e Meloni, scrive il New York Times citando una fonte anonima, hanno anche parlato del caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran pochi giorni dopo che l’Italia ha fermato, su richiesta degli Stati Uniti, l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, ribattezzato l”uomo dei droni’, attualmente in cella a Opera (Milano) e per cui Washington chiede l’estradizione.

Per il New York Times “l’incontro rafforza le speranze dei sostenitori di Meloni che il primo ministro italiano conservatore diventi l’alleato di Trump in Europa”.

Giorgia Meloni incontra Donald Trump nel suo resort in Florida

Giorgia Meloni incontra Donald Trump nel suo resort in Florida (reuters)

Il documentario sui ricorsi contro i brogli nelle elezioni del 2020

Al termine del colloquio, tutti al piano terra per una visione cinematografica. Trump, Meloni, Rubio, Waltz e Bessent si sono seduti tra il pubblico e hanno assistito alla prima del documentario “Eastman Dilemma: Law fare or Justice” sui ricorsi contro i brogli nelle elezioni del 2020. Protagonista John Eastman, il legale di Trump coinvolto come co-cospiratore nelle indagini sulla tentata sovversione del voto negli Stati in bilico e radiato poi dall’albo. 

Nel corto, Eastman sostiene che negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno assistito all’ascesa di un “sistema giudiziario con due pesi e due misure” in cui il sistema legale ha ingiustamente preso di mira gli avvocati che rappresentano clienti conservatori. Il legale afferma che gli avvocati che hanno difeso il presidente Donald Trump e altre figure conservatrici dopo le elezioni del 2020 hanno dovuto affrontare dure sanzioni per aver messo in dubbio l’integrità delle elezioni, sanzioni che ritiene non verrebbero applicate se quelli di sinistra avanzassero affermazioni simili. Oltre a lui, nel film compaiono anche Alan Dershowitz, noto professore di giurisprudenza in pensione di Harvard, e Jeffrey Clark, un alto funzionario del Dipartimento di Giustizia nell’amministrazione Trump, anche lui coinvolto nelle indagini per aver tentato di ribaltare il voto. La lunga serata è terminata dopo le 23, quando Meloni è ripartita per Roma, sempre nel massimo riserbo.

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Wsj, per Rubio “Meloni grande alleata e leader forte”

“Grande alleata, leader forte”: così il futuro segretario di Stato Marco Rubio su Giorgia Meloni quando è stato chiamato sul palco a Mar-a-Lago da Donald Trump, secondo quanto riferisce su X il reporter del Wall Street Journal. Rubio le ha dato quindi il benvenuto in Florida.



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