Roma-Lazio: Ranieri è il Re dei derby

ITALIA – Ad aggiudicarsi il derby della Capitale, valido per la 19esima giornata di Serie A, è la Roma di Claudio Ranieri per 2-0. Il tecnico testaccino tocca quota 5 derby vinti su 5 giocati e diventa il primo allenatore nella storia della Serie A a vincere tutti le sfide stracittadine. Una serata memorabile per Pellegrini, perfettamente gestito dall’allenatore romano.

Roma-Lazio, per un’infinità di motivi, era uno snodo fondamentale per la stagione giallorossa. Era soprattutto un modo per ricominciare, tutti insieme questo 2025, dopo un 2024 calcistico da dimenticare all’ombra del Colosseo. Mister Ranieri ce l’ha fatta, Roma ha vinto e lo ha fatto segnando due reti e subendone zero, convincendo contro una delle migliori Lazio dei nostri tempi.

Nessun allenatore ha mai vinto cinque derby della Capitale senza neanche una sconfitta, Claudio Ranieri si. L’uomo che ha raccolto la sua Roma dalla polvere e che con passione, lavoro e tanto olio di gomito, la sta piano piano riportando al suo splendore. Il tecnico di Testaccio si è rimesso in gioco dopo il ritiro dalla scena annunciato pochi mesi fa a Cagliari e sta salvando la Lupa dal baratro. Questa del derby è una vittoria troppo importante, non tanto per questioni di classifica, quanto per un sereno proseguimento di stagione.

Roma-Lazio: l’analisi

Ranieri prepara la sfida alla perfezione con la Roma che prova ad esercitare un leggero pressing, ma la difesa in realtà rimane bassa per non lasciare campo a Tavares e Zaccagni. E da quel lato Saelemaekers si occupa del terzino portoghese e Mancini si prende a cuore Zaccagni. Ottimo il lavoro di Pellegrini e Koné nella gestione di Guendouzi e Rovella che combinano poco e niente, più vivace Dele Bashiru che con le sue incursioni, in un paio di occasioni, ha provato a far preoccupare la Roma.

I due gol giallorossi, arrivati nei primi 17 minuti del match, scaturiscono entrambi da verticalizzazione per Dovbyk che, seppur a secco di gol, è fondamentale con il suo lavoro di sponda. Per Pellegrini prima e per Dybala poi, l’importante è che i giocatori di qualità dialoghino con l’ucraino e gli stiano vicino quando tiene palla.

Spesso la Roma cerca Saelemaekers sul lato destro del campo, il belga deve deve marcare Tavares, ma può approfittare anche delle sue incertezze in fase difensiva e lo fa alla grande sfruttando lo spazio lasciato dal portoghese: prima per fare l’assist a Pellegrini e poi per siglare il suo gol del 2-0. Il belga, a questi livelli, comincia ad essere un fattore per la Lupa.

Roma-Lazio: il secondo tempo

Baroni nel secondo tempo fa i cambi e prova a mettere in campo una Lazio più offensiva. La Roma soffre e si allunga un po’ con i biancocelesti che trovano spazio sulle fasce. Intanto, i giallorossi provano a ripartire in contropiede, ma senza rischiare eccessivamente.

I cambi di Ranieri, invece, non modificano la struttura della squadra, ma sono sostituzioni uomo per uomo di ordinaria amministrazione: dentro Pisilli per Pellegrini, dentro El Shaarawy per l’ammonito Saelemaekers, Baldanzi per Dybala e Shomurodov per Dovbyk. Alla fine la Roma, nonostante una Lazio a trazione offensiva e che ci prova fino all’ultimo, fa un secondo tempo di grande applicazione difensiva, da squadra vera, e si porta a casa il derby della Capitale.

Ranieri magistrale nella gestione di Pellegrini

Il giocatore che più di tutti aveva bisogno di mister Ranieri era il Capitano Lorenzo Pellegrini. Una gestione difficile, spinosa e piena di possibili vicoli ciechi. Una situazione complessa in cui era davvero difficile districarsi. Ci sono passati anche Mourinho e De Rossi, ma loro, nonostante il rendimento non ottimale, non riuscivano quasi mai a togliere il numero 7 dall’undici titolare. Ranieri lo mette in campo dal primo minuto contro il Napoli, alla sua prima panchina di questa stagione, salvo poi toglierlo nell’intervallo dopo un primo tempo impalpabile. “Ora gli serve un po’ di reset, Pellegrini deve tornare a sorridere e ad essere sereno, quando lo vedrò felice di giocare, allora tornerà in campo”.

Da lì parte l’enorme lavoro del tecnico testaccino nei confronti del suo Capitano: lo gestisce, lo consiglia e lo aiuta, ma al contempo lo rilega in panchina per un po’.  Si, perché il mister, dopo la sfida contro la squadra di Conte, lo tiene fuori per poi metterlo in campo in Europa League contro il Braga dove trova il gol che mancava da mesi. In seguito, lo fa entrare durante Como-Roma per 28 minuti dove, però, non brilla affatto. Il Capitano scende in campo anche in Coppa Italia contro la Sampdoria, ma per appena 19 minuti. Poi, gioca un tempo con il Milan a San Siro, anche li senza lasciare il segno. E alla fine arriva il derby.

Un epilogo inevitabile

Quando in tarda serata, è iniziata a circolare la notizia della titolarità di Pellegrini, il finale di Roma-Lazio sembrava già scritto. Una decisione che ha suscitato stupore, ma che si è rivelata il trampolino perfetto per il capitano giallorosso. Claudio Ranieri ha creato l’occasione ideale per permettergli di spazzare via in pochi minuti critiche, panchine e malumori. E il centrocampista romano non ha deluso: bastano dieci minuti per lasciare il segno e riscrivere la sua storia con un gol straordinario.

È il suo terzo sigillo personale in un derby, ancora una volta sotto la Curva Nord. L’esultanza, carica di rabbia e liberazione, lo vede stringersi ai compagni Paredes, Mancini e, nell’abbraccio finale, Dybala. Un gesto potente, che sembra scrollargli di dosso mesi di tensioni e polemiche. Lo aveva detto Ranieri: premiamo il pulsante “reset” e ripartiamo, così è stato. Pellegrini non solo ha sbloccato il derby con un gol decisivo, ma ha lasciato il campo sotto una standing ovation dell’Olimpico, battendosi il petto e stringendo lo stemma della sua Roma.

Ora, per i giallorossi, si apre una nuova fase della stagione dopo il derby. La parola chiave deve essere “continuità”, non basta un derby per salvare la stagione. Con Ranieri al timone, però, almeno fino a giugno, il futuro sembra più roseo.

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27 anni, nato a Roma e cresciuto con la Lupa sul petto. Amo il calcio di campo e le storie che si porta dietro. Sto cercando di specializzarmi in questioni dell’AS Roma, sembra stare funzionando. Due lauree in comunicazione, ma non smetto mai di imparare a farlo nel miglior modo possibile.

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