Walter Sabatini: «Con Italiano il Bologna gioca meglio. E vedo la gioia dei tifosi in trasferta»

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di
Fernando Pellerano

Il dirigente sportivo ed ex calciatore: «il giocatore che mi ha sorpreso di più? Dominguez: promette tantissimo»

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Walter Sabatini, fra una settimana si gioca Bologna-Roma…
«Il Bologna è una magia, sono state fatte cose straordinarie, da tutti quanti: club, allenatori, giocatori. Sartori e Di Vaio hanno fatto un lavoro incredibile e io sono felice della felicità dei bolognesi».

Manca da un po’ a Bologna, ma conosce bene la città.
«Vedo la gioia dei tifosi in trasferta, di come viene riempito il Dall’Ara dove sono stati vissuti grandi capitoli di calcio. Bologna ha uno spessore importante, città civile e calcisticamente evoluta, la gente merita questo. Tutto questo avrei voluto farlo io, sognavo di dare queste gioie ai colori rossoblù».




















































Arrivò in un momento complicato.
«Con Sinisa al 100% ci sarebbero stati altri risultati. Poi è vero che aveva una squadra meno forte di quella odierna, la società fece determinate scelte, ma è inutile rivangare certe cose, non lo voglio fare, è bello vivere questo momento, meritatissimo da tutto l’ambiente».

Si può dire che Italiano si è ambientato bene?
«Ha proseguito il gran lavoro fatto con personalità, mettendoci le sue idee, migliorando un contesto che già funzionava a meraviglia».

Migliorando?

«Sì, la squadra ha più immediatezza nel trovare la porta, è verticale, è vogliosa, ha il temperamento e la passione del suo allenatore, bravo a trasferire queste caratteristiche ai giocatori: senza passione il calcio è impraticabile».

Cosa l’ha colpita di più?
«Il Bologna fa la partita, senza distinzione fra primo e secondo tempo, per 95’ filati è lì. Giocarci contro è un problema per tutti. Non gli sfili il dominio e il controllo e per me le squadre forti sono quelle».

Sabato incontrerà la Roma, il cui ambiente invece…
«Ranieri ha ridato dignità ai giocatori, ha ritrovato un po’ il gioco, un po’ di spirito, ma è lontana dal controllare il match. I romanisti sono preoccupati, i punti sono pochi, temono di essere risucchiati nella zona salvezza».

Scelte sbagliare fin dall’estate? Si riprenderà?

«Hanno pensato male la squadra, non c’è un centrocampo solido, rinascere è complicato, dovrà rimandare tutto all’anno prossimo. La felicità ora alberga a Bologna».

C’è qualche giocatore rossoblù che l’ha sorpreso?
«Dominguez. Sfacciato, calcisticamente arrogante, promette tantissimo. E poi Castro, che diventerà sicuramente un giocatore importante».

L’obiettivo rossoblù è rimanere in Europa.
«E ci riuscirà, ormai è nel club delle grandi. Dopo due anni di gran calcio si meriterebbe ancora la Champions».

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Che non è andata benissimo, ma ha fatto comunque crescere la squadra.
«La consapevolezza non è poco. Conoscenza ed esperienza sono fondamentali».

Uscendo la squadra ne risentirà?
«Mi sembra molto motivata e determinata, in gradi di sopportare anche qualche piccolo rovescio».

La lotta per lo scudetto è appassionante.
«Competitività bellissima. Poi c’è l’Inter che è una macchina da guerra e che vincerà. Al tempo stesso come si fa a escludere Atalanta e Napoli? Aggiungerei anche la Lazio. La stessa Fiorentina gioca bene, come del resto il Bologna».

Bene, ma non da scudetto. Piuttosto, cosa ne pensa dell’esonero di Fonseca?
«Trattato malissimo, in modo vergognoso, inaccettabile, vomitevole, è stato abbandonato. La dirigenza presuppone intelligenza e cultura. Il calcio è sostanza, non proclami o dichiarazioni di potenza. È un gioco stupido per persone intelligenti. Le persone vanno protette».

A Torino, in casa Juve, Motta viene protetto.
«Giuntoli fa bene il suo mestiere, sa che Motta “arriverà”. Gli americani fanno altro».

A proposito di passione: durante la Supercoppa in Arabia nessun minuto di silenzio per Agroppi. E l’anno prima fischi per Gigi Riva. I petroldollari spazzano via tutto.
«Un pizzico di vergogna mi viene. Vendiamo il nostro prodotto al miglior offerente. Riva irripetibile, Aldo grande capitano seppur pieno di paure. Eroi del bianco e nero. Non averli onorati è una macchia. Poi è vero che il calcio puoi maltrattarlo come ti pare, ma riemergerà sempre, è nell’anima dei bambini, inestirpabile».

E le sue giornate come vanno?

«Bene, sono belle giornate, vedo e leggo tutto il calcio possibile, dormo quando e quanto mi pare. Potrei recriminare sul fatto che non lavoro, ma non mi permetto: la vita è un ciclo, sono sereno».

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