Elon Musk – Reuters
Il possibile accordo tra SpaceX, l’azienda di Elon Musk che ha sviluppato il sistema Starlink, e il governo italiano si inserisce in un più ampio scenario di competizione per il controllo delle reti satellitari, un contesto che ha risvolti sia militari e geopolitici che più prettamente civili. La rete di Musk ha un vantaggio sia in termini di copertura globale, con un numero di satelliti, 6mila, che è dieci volte quello di altre società concorrenti, che tecnici, potendo contare su una latenza minore e quindi su una maggiore velocità di connessione, diventando particolarmente attraente per le aree geografiche difficili da raggiungere dalle più veloci infrastrutture terrestri.
In Italia Starlink conta già oggi oltre 50mila utenti ma sta cercando di espandersi ulteriormente nel mercato delle connessioni Internet civili, con l’obiettivo di coprire le zone che le tradizionali reti in fibra ottica, come quelle di Fibercop e Open Fiber, non riescono a raggiungere. Con l’arrivo di una nuova generazione di satelliti in grado di comunicare direttamente con i telefoni, senza bisogno di antenne terrestri, la posizione sul mercato del sistema satellitare di Musk potrebbe rafforzarsi ulteriormente.
Il programma partirà dalle zone montane della regione Lombardia, il cui bando di gara pubblica per il Web via satellite, che doveva aprirsi ieri, è slittato a domani tra le polemiche. Starlink sembra infatti essere il principale candidato: la gara «sembra disegnata per Elon Musk», ha attaccato il capogruppo del Pd regionale Pierfrancesco Majorino, secondo cui «a connessione nelle zone non coperte è fondamentale, ma dovrebbe essere garantita dal pubblico, principalmente con la fibra, che è la tecnologia più affidabile e performante».
Il bando mira a testare «l’utilizzo di reti space-based per la fornitura di capacità di backhauling satellitare in sinergia con quelle terrestri nelle aree a difficile connettività». Coordinatore del progetto è Aria spa, che è sotto il controllo del Dipartimento per la trasformazione digitale (Dtd) di Palazzo Chigi. La sperimentazione prevede un finanziamento pari a 5 milioni di euro da parte del Dtd e un’ulteriore quota di finanziamento da 1,5 milioni da Regione Lombardia. La successiva partita sull’intero territorio nazionale si giocherebbe poi nel contesto del Pnrr per la copertura delle cosiddette zone grigie, quelle aree in cui la connessione Internet è scarsa o assente.
L’attuale scenario del mercato italiano delle telecomunicazioni – che non riguarda naturalmente solo i sistemi via satellite – è stato fotografato nei giorni scorsi dall’Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom, in riferimento ai primi nove mesi del 2024. Attualmente sono oltre 20,25 milioni le linee nella rete fissa, quasi metà delle quali ormai in fibra, con un aumento del traffico dati di oltre il 16% su base annua, mentre sono oltre 109 milioni le sim attive, con una crescita di oltre 500mila unità in un anno nella rete mobile. Agcom fa notare la progressiva riduzione delle linee in rame (-700mila rispetto a settembre 2023). Gli accessi Fttc (la cosiddetta “fibra fino all’armadio”, con il tratto rimanente, dal cabinet a casa, in rame) rappresentano il 45,9% della base clienti complessiva. Gli accessi Ftth (la fibra fino a casa) crescono su base trimestrale di oltre 290mila unità e di 1,18 milioni su base annua. Le linee broadband complessive sono stimate in circa 19,20 milioni di unità.
Per gli accessi ad alta velocità Tim è al momento il maggiore operatore con il 36,4% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,1% e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,3% ed il 13,3%. Per le linee in fibra, Tim detiene il primo posto con il 26,3% del mercato, ed è seguita da Wind Tre (17,2%), Vodafone (17,1%) e Fastweb (15,4). Cresce anche il consumo di dati, con il traffico medio giornaliero nel periodo gennaio-settembre 2024 che ha segnato una crescita del 16,2% rispetto al corrispondente valore del 2023. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband: i dati unitari di consumo, infatti, sono aumentati del 58,3% rispetto al 2020, passando da 5,88 a 9,30 Gigabyte per linea in media al giorno.
Ad aprile dello scorso anno, Starlink ha presentato all’Agcom e al Mimit un reclamo nei confronti di Telecom, sostenendo che la società italiana sta ostacolando la diffusione del network di Musk nel nostro Paese. In particolare, Telecom Italia non avrebbe rispettato per mesi le norme che le impongono di condividere i dati dello spettro per evitare interferenze di frequenza con le apparecchiature di Starlink, un’accusa respinta da Telecom.
Si conferma positiva, infine, anche la crescita in Italia della rete mobile: a fine settembre le sim attive erano 109 milioni (58,9 milioni le “Human”, le altre “machine to machine”), in crescita per oltre di 500mila unità su base annua. Tim è il leader di mercato con il 27,1%, seguita da Vodafone (26,4%) e Wind Tre (23,7%). Considerando il solo segmento delle sim “human”, Wind Tre rimane il principale operatore con il 24%, seguita da Tim (23,5%), Vodafone (21%) e Iliad (14,6%). Aumenta il traffico dati, con un consumo medio unitario giornaliero di 0,86 Gigabyte, in crescita del 12,1% rispetto al 2023, un valore superiore di oltre il 150% nei confronti del 2020. Quello italiano, questo è certo, resta un mercato altamente appetibile.
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