Caso belvedere Postiglione, la rivolta arriva in consiglio comunale

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Belvedere Postiglione, a Potenza, Pd, M5S, Avs e altri scaricano il sindaco Telesca, che denuncia un complotto del capo di Forza Nuova, Fiore


È approdata anche in consiglio comunale la rivolta della sinistra lucana contro l’intitolazione del belvedere di Montereale a Bonaventura Postiglione. Malgrado il tentativo in extremis del sindaco Vincenzo Telesca di fermare la frana ventilando complotti del segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, e richiamando all’ordine il Pd e le altre anime.
La breccia nel larghissimo fronte che ha sostenuto la corsa alla fascia tricolore di Telesca si è materializzata ieri in serata. Dopo quasi 48 ore di trattative all’interno di un comitato spontaneo di sigle e partiti di centrosinistra sconcertati per l’accaduto. In primis la decisione dell’amministrazione Telesca di intitolare un luogo pubblico cittadino a un imprenditore che era stato candidato a governatore in una lista condivisa con i neofascisti di Forza Nuova. Quindi l’intervento pubblico a difesa della memoria di Postiglione dell’ex eurodeputato Fiore. A smentire la narrazione dei postulatori del fondatore di Radio Potenza Centrale, che per anni hanno provato a minimizzare i suoi rapporti con Forza Nuova, e a enfatizzare la precedente militanza, seppur breve, in un partito assai più moderato come Forza Italia.
Poco prima della diffusione del documento di Pd, M5s, Avs e altri con la richiesta di revoca dell’intitolazione, Telesca aveva affidato a un lunga nota il tentativo di far saltare il banco. Rinfacciando al Pd il sostegno di diversi suoi esponenti cittadini, nella scorsa consiliatura, a una richiesta di chiarimenti alla vecchia amministrazione a guida leghista sull’insabbiamento di una originaria proposta di intitolazione a Postiglione. A prima firma dello stesso Telesca. Quando i trascorsi “forzanovisti” dell’imprenditore radiofonico erano ancora nel dimenticatoio dove sono stati recuperati dall’ex segretario regionale del Pd, Raffaele La Regina. In occasione di una prima intitolazione assai discussa, qualche mese più tardi, che è stata quella della sala stampa attigua all’aula del Consiglio regionale.

BELVEDERE POSTIGLIONE, LA NOTA DEL SINDACO TELESCA

«Postiglione non lo ricordiamo di certo per le sue eventuali simpatie politiche, molte delle quali anche fantasiose». Così sul finire della nota diffusa ieri dal primo cittadino.
«Non risulta, infatti – ha aggiunto Telesca -, aver mai aderito nè essere stato iscritto a Forza Nuova, ma si candidò, come è possibile vedere su Eligendo (l’ archivio elettorale del ministero dell’Interno, ndr) con un suo movimento civico, Nuovo Progetto, tuttalpiù con l’appoggio elettorale di quello che era 25 anni fa un nascente movimento molto diverso da quello che poi negli anni a seguire sarebbe diventato».
Il sindaco di Potenza non ha spiegato il tipo di verifiche effettuate al riguardo al di là della consultazione di Eligendo dove in realtà è riconoscibile la scritta “Forza nuova” nel simbolo della lista collegata alla candidatura a governatore di Postiglione.
«Nè è mia intenzione cadere nella trappola di personaggi in cerca di 5 minuti di visibilità come l’ex Eurodeputato Roberto Fiore – ha proseguito il primo cittadino – che strumentalmente si è voluto inserire nella polemica, forse proprio con la speranza che con il suo intervento noi retrocedessimo, dandogli l’alibi per diventare “martire dei comunisti mangiatori di bambini”».
Dunque un complotto neofascista. Nonostante l’evidente utilità che potrebbe ricavare dall’intitolazione la neonata sezione cittadina di Potenza di Forza Nuova. Con un vero e proprio sdoganamento per effetto del riconoscimento istituzionale tributato a uno dei suoi primi referenti locali.
«A questo gioco, questa amministrazione non ci sta». Ha aggiunto ancora Telesca. «A noi non interessa l’orientamento politico o religioso (che pure qualcuno ha tentato di strumentalizzare) di Postiglione perché non è per quello che lo ricordiamo».
Nella sua lunga nota il primo cittadino del capoluogo lucano aveva anche annunciato che «non appena sarà possibile» verrà organizzata la cerimonia di intitolazione del belvedere Postiglione, nonostante «i pochi che chiedono di soprassedere».
Telesca ha negato che a chiedergli l’intitolazione fossero stati i figli dell’imprenditore radiofonico, che pure sono stati tra i suoi principali sostenitori in campagna elettorale. Ma è tornato a insistere sulla primogenitura delle radio libere attribuita a Postiglione, ormai contestata apertamente da più parti. Come pure su una questione oltremodo scottante, ma altrettanto cara agli eredi dell’imprenditore, che è il ricordo dedicatogli a Cinisi, in provincia di Palermo, nel paese del martire delle radio libere che è Peppino Impastato. Ricordo a cui ha preso parte una nipote di Impastato, e che ha visto una netta presa di distanze del fratello e degli altri familiari. Con un’aperta contestazione di qualsivoglia accostamento tra la figura del loro Peppino, peraltro militante di Democrazia proletaria, e quella dell’imprenditore radiofonico potentino.

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L’AVVERTIMENTO

«Durante la mia campagna elettorale, ho più volte ribadito di voler rivedere la toponomastica cittadina ed infatti quella di Postiglione è la quarta intitolazione dal mio insediamento ed altre sono in lavorazione». Ha proseguito il sindaco. «Chi ci ha votato dunque era ben consapevole di ciò che con gli altri eletti avremmo fatto. Trovo strumentale per questo motivo quanti oggi fanno finta di non ricordare tutto questo. Anche perché da quando il centro sinistra potentino presentò la mozione per la intitolazione a oggi, la nostra azione in memoria di Postiglione è sempre stata, pure pubblicamente, sostenuta dai vertici anche nazionali del Pd e suoi alleati».
Telesca ha sostenuto di comprendere «con difficoltà» le prese di posizione di «certa stampa» che finora avrebbe «condiviso il percorso» dell’amministrazione comunale. Un riferimento implicito che molti hanno letto come un avvertimento al patron del Potenza calcio, nonché editore della Nuova del Sud, Donato Macchia, che è anche il primo sostenitore del gruppo consiliare di maggioranza guidato dalla vicesindaca Federica D’Andrea (Area civica).

I FIRMATARI

Il documento per la revoca dell’intitolazione diffuso ieri in serata riporta le firme di Cgil Potenza; Movimento 5 Stelle Basilicata; Giovani Europeisti Verdi; Avs; Pd Basilicata; ArciGay Basilicata; Cta-Acli Basilicata; Comitato contro ogni autonomia differenziata; Coop. Iskra; Rete degli Studenti Medi Basilicata; Unione degli Studenti; Federconsumatori; Legambiente e Wwf Potenza Aree Interne.
Più quelle di Rifondazione Comunista di Basilicata, Anpi provinciale Potenza, Libera Università delle Donne ed Epha Basilicata. Che si erano già espresse nei giorni scorsi in tal senso assieme ad Arci, Usb, Potere al Popolo, Opposizione studentesca d’alternativa, Resistenza popolare, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Libera Basilicata e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
Alcune di queste ultime associazioni, in realtà, avrebbero ritirato la loro firma dal documento promosso dalla Cgil per protesta per il riconoscimento dell’«aspetto pionieristico» dell’attività di Postiglione per il sistema radiofonico della Basilicata.
Per ragioni opposte, invece, si sarebbero defilati altri due partiti che a oggi possono contare su altrettanti consiglieri comunali di maggioranza, più un assessore: Basilicata possibile e Basilicata casa comune.
Se sull’intitolazione si dovesse andare avanti, insomma, sarebbero i tre consiglieri comunali iscritti al Pd (Angela Blasi, Micaela Triunfo e Mirko Giordano) a decidere da che parte stare, dal momento che M5s e Avs hanno anche dei loro rappresentanti.
Nell’eventualità di uno strappo, ad ogni modo, Telesca resterebbe ben saldo al suo posto potendo contare su 21 voti in consiglio comunale su 33, in luogo dei 24 attuali.

IL DOCUMENTO

«In assenza di una unica verità storica (…) occorrerebbe cautelativamente sospendere il procedimento». Così nel documento diffuso ieri dai “rivoltosi”, per cui «l’intitolazione di un luogo simbolo per la comunità potentina come il belvedere di Montereale, in prossimità del mausoleo dei caduti e in una zona significativa per la sua storia, a colui che è stato candidato alla presidenza della Regione con i neo fascisti di Forza Nuova, come rivendicato dall’attuale segretario nazionale, non può essere vista solo come un atto formale, ma va chiaramente intesa come un atto politico. Non può, perciò, non creare frizioni e sollecitare le diverse sensibilità al riguardo, quelle di democratiche e democratici, antifasciste e antifascisti».
«Alla scelta paventata – prosegue il documento – rende un cattivo servizio anche il rumoroso assenso dato, con risonanza nazionale, da Roberto Fiore. Noto per la sua storia di militanza e vicinanza ad ambienti della estrema destra di ieri e di oggi fino all’assalto neofascista alla Cgil del 2021, cosa che non può che rendere ancora più complicata la scelta della intitolazione».
«Le parole che si scelgono, i nomi che restano al di là del tempo, delle organizzazioni e dei venti della politica sono pietre e i simboli non sono mai neutri».
Concludono Cgil e gli altri firmatari. «Pertanto chiediamo con forza all’amministrazione comunale di Potenza la revoca della delibera, di voler rivalutare e ritirare urgentemente la richiesta per l’iter dell’intitolazione proposta e di mettere in campo tutte le eventuali azioni che pongano al centro la collettività con le sue sensibilità e il rispetto per i valori che uniscono e formano una comunità».



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