A chi si applica e come funziona lo speciale Daspo urbano allargato per prevenire risse, violenze e spaccio di droga.
Nella cronaca nera si sente spesso parlare del Daspo Willy: ma cos’è precisamente questa misura, a chi si applica e come funziona?
Nel 2020 un ragazzo ventunenne, Willy Monteiro Duarte, venne ucciso in un brutale pestaggio per strada a Colleferro, in provincia di Roma. L’episodio indignò fortemente l’opinione pubblica: l’aggressione era stata compiuta a mani nude, con calci e pugni, da almeno quattro persone, di cui due esperte in arti marziali.
Quella fu l’occasione per inasprire il normale Daspo, il divieto di accedere a manifestazioni sportive: una misura che esiste dal 1989 ma che non bastava più a reprimere i fenomeni di violenza che quasi quotidianamente si verificano in Italia e senza avere nulla a che fare con gli eventi sportivi, come le partite di calcio in cui si contrappongono le opposte tifoserie.
Ora, purtroppo, la violenza si realizza in moltissimi altri luoghi pubblici o aperti al pubblico, come bar, discoteche e altri luoghi di movida, sale giochi, feste di piazza e concerti. L’uccisione di Willy ne è stata l’ennesima, triste conferma.
Il Governo ha deciso, così, di introdurre il cosiddetto Daspo Willy: un Daspo urbano allargato e potenziato rispetto a quello già esistente, creato su misura per colpire i soggetti più violenti e pericolosi impedendogli di accedere nei luoghi e locali pubblici dove potrebbero provocare gravi danni all’incolumità delle persone.
Daspo ordinario
Il Daspo – acronimo di: divieto di accedere a manifestazioni sportive – è un provvedimento disciplinato dall’articolo 6 della legge dicembre 1989 n.401 allo scopo di contrastare la violenza negli stadi e garantire la sicurezza pubblica.
Il provvedimento di Daspo viene emesso dal Questore in via preventiva, o dal giudice penale a seguito di condanna, e vieta di accedere alle manifestazioni sportive per un determinato periodo di tempo.
Il Daspo può essere rivolto anche ai minorenni e può applicarsi pure alle manifestazioni sportive che si svolgono all’estero (così, ad esempio, impedendo ai tifosi ultrà di partecipare alle trasferte internazionali della loro squadra).
Daspo urbano
Oltre al Daspo ordinario esiste anche il Daspo urbano, che coinvolge soggetti diversi da quelli legati alle manifestazioni sportive.
Il Daspo urbano è stato introdotto nel 2017 con un decreto dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, e presto potenziata con i decreti “Sicurezza” del 2018 e del 2020.
Questa misura mira a contrastare le azioni di chiunque ostacola l’accesso e la libera fruizione di specifici luoghi pubblici, preservandoli dalle azioni che disturbano e molestano le persone o che comunque provocano fenomeni di degrado urbano.
L’ambito di applicazione del Daspo urbano riguarda soprattutto le condotte che avvengono nelle stazioni ferroviarie e di altri mezzi di trasporto pubblico, nei porti e negli aeroporti: viene sanzionato anche chi fa bivacchi non autorizzati, compie molestie o realizza altre azioni che ostacolano la fruizione di quegli spazi da parte del pubblico.
Il secondo decreto Sicurezza, emanato nel 2020, ha esteso l’elenco dei luoghi pubblici tutelati dal Daspo urbano, per comprendere anche gli istituti scolastici di ogni tipo, i musei, i siti archeologici, i parchi, i complessi monumentali e le altre zone di interesse culturale e/o artistico.
Daspo Willy: cosa prevede?
Un mese dopo l’uccisione di Willy Duarte, il Governo ha emanato il Decreto Legge n. 130/2020, contenente «misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento».
Il provvedimento ha inasprito le pene previste per il reato di rissa anche per coloro che vi prendono parte senza averla scatenata e, soprattutto, ha introdotto un Daspo urbano atipico e allargato – chiamato anche Daspo anti risse – con il quale viene vietato l ’accesso a locali di intrattenimento e di pubblici servizi a coloro che, anche se non condannati in via definitiva, siano già noti per atti di violenza o altre aggressioni, e per coloro che sono stati denunciati nell’ultimo triennio per spaccio di sostanze stupefacenti.
In sostanza, il Daspo Willy punta a prevenire comportamenti pericolosi a prescindere dagli eventi sportivi, e a limitare l’accesso a determinati luoghi “sensibili” nei confronti di vari soggetti che risultano coinvolti in reati correlati alla droga o alla violenza, anche se non sono stati ancora condannati.
Come viene applicato il Daspo Willy in pratica?
Il Daspo Willy viene applicato dal Questore, nella sua qualità di autorità provinciale di pubblica sicurezza.
Come tutte le misure di prevenzione personale, l’iter applicativo prevede:
- l’identificazione del soggetto a cura delle forze dell’ordine intervenute e che hanno avviato le indagini;
- un’istruttoria interna, in cui si valutano le circostanze specifiche del caso, per stabilire la pericolosità del soggetto e la gravità dei reati che appaiono essere stati commessi (anche se non ancora giunti a una condanna definitiva);
- l’emissione del provvedimento che impone specifiche restrizioni, come il divieto di accesso a determinati luoghi;
- la comunicazione del provvedimento al soggetto interessato, con formale notifica.
La violazione delle prescrizioni stabilite nel Daspo Willy (o negli altri tipi di Daspo applicati) costituisce reato, punito con la pena della reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.
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