“L’asticella della qualità sale sempre più in alto. Sì alle critiche costruttive”

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“In un’epoca in cui le risorse dei Comuni sono sempre meno, sia perché diminuiscono i trasferimenti, sia perché occorre far di tutto per non aumentare le tasse, come noi, a differenza di molti Comuni a guida Pd, abbiamo fatto quest’anno per l’addizionale comunale all’Irpef, il ruolo delle amministrazioni locali è essenzialmente di servizio: quindi prima di tutto la fruibilità di alcuni spazi di grande valore storico-artistico della città, come la chiesa della Spina e il Fortilizio e la Torre Guelfa alla Cittadella, aperti rispettivamente per 174 e 236 giorni nel 2024, poi il sostegno agli artisti pisani, con l’organizzazione di belle mostre di pittura, scultura e fotografia negli spazi comunali, in particolare il Fortilizio, e alle associazioni culturali, con ben 350 mila euro tra contributi ordinari, straordinari e indiretti”.

L’assessore alla Cultura, Filippo Bedini, guardando all’anno appena iniziato parte da una riflessione su ciò che è stato fatto in quello appena concluso e ricorda “il nascente Patto per la lettura e la crescita esponenziale della Biblioteca Sms che nel 2024 ha totalizzato 60 ore settimanali di apertura (prima del Covid erano 52), 42 presentazioni di libri, 4 mostre, quasi 80 mila accessi al 31 luglio, 1480 nuove iscrizioni e 1130 nuovi libri e quasi 54 mila prestiti, 76 classi scolastiche in visita e 19 incontri del progetto Nati per leggere”.

Bilancio positivo anche per le tradizioni storiche: “Una Luminara a detta di tutti riuscitissima, edizioni del Gioco del Ponte e del Palio di San Ranieri che hanno dimostrato i risultati del grande lavoro degli ultimi anni, Regata delle Repubbliche che ha fatto rinascere molto entusiasmo verso questa manifestazione; e molti altri eventi legati alle tradizioni che sono diventati appuntamenti attesi e di qualità nel calendario alfeo. E la mostra permanente aperta nei locali dell’ex anagrafe, dopo decenni che se ne parlava senza fare niente. Ripartiamo da qui per consolidare questi risultati e alzare l’asticella. Con tanto lavoro e zero proclami, attenti alle critiche costruttive e sordi a quelle pretestuose o ideologiche”.

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Ora c’è anche Pisamo che si occuperà di cultura, grandi eventi e turismo. Come interagirete con la nuova struttura?

“Le direzioni comunali da sole, nonostante l’ottimo lavoro e le professionalità espresse, non sono più in grado da sole di affrontare l’organizzazione di eventi di sempre maggiore portata. Specialmente per gli aspetti logistici. La sinergia tra assessorati e azienda è un lavoro da registrare via via, ma quello che è certo è che gli indirizzi, così come è per Patrimonio Pisa, li stabilisce la politica e l’amministrazione avrà sempre la regia in mano”.

Il Teatro Verdi punta a diventare sempre di più un punto di riferimento culturale per i pisani anche con l’obiettivo di allargare la platea del pubblico giovane: che suggerimenti si sente di dare?

“Nel 2024 sono entrati in carica il nuovo presidente Diego Fiorini e un rinnovato Cda. Tante professionalità con esperienza e grande competenza, che non hanno certo bisogno di suggerimenti. Semmai di sostegno concreto, come quello che stiamo già fornendo. Intercettare i giovani è difficile, ma diventa impossibile se non si passa per il tramite della scuola: aprire sempre di più le porte del Verdi alle scuole pisane, con progetti che non snaturino la vocazione di teatro di tradizione, è la strada migliore per vedere in futuro le nuove generazioni godere non solo degli spettacoli più ‘facili’, ma anche dell’opera lirica, un patrimonio culturale e identitario dell’Italia”.

Quali novità ci sono per le tradizioni storiche?

“Intanto abbiamo dato loro solidità, quella che non ho trovato io ormai 7 anni fa. Investimenti ne abbiamo fatti come mai prima. E continueremo, ma occorre lavorare intensamente su due fini: creare nei volontari, che sono il cuore pulsante degli eventi, la consapevolezza che c’è futuro solo se c’è unità di intenti e voglia di anteporre il bene comune all’interesse individuale; e radicare nel tessuto sociale cittadino la cultura e le ragioni storico-antropologiche che stanno dietro alle feste e alle rievocazioni che facciamo”.

A proposito di Gioco, la scorsa edizione è stata caratterizzata da combattimenti molto equilibrati ma anche dalla lunghezza dei tempi della manifestazione. Servono correttivi?

“Nel Gioco decisioni su cambiamenti di grande portata vanno ponderate, condivise e fatte comprendere a tutti nel modo giusto. Io penso che non ci siano alternative a un contingentamento dei tempi nei prossimi anni: dobbiamo arrivarci per forza. Stabilire una durata massima per ogni combattimento mi pare una strada obbligata. Ma tali cambiamenti devono essere metabolizzati prima di essere attuati, anche se intervenire sulla durata fa il bene del Gioco per garantirgli un futuro di successo”.

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