Leo Pugliese | Incrementare il turismo responsabile, ampliare e tutelare le aree protette, e istituire un coordinamento centrale per una gestione più efficace: questi sono stati i temi cardine degli Stati Generali delle Aree Protette Italiane, un evento di portata storica organizzato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) in collaborazione con Federparchi.
Le aree protette rappresentano uno dei pilastri fondamentali per la tutela della biodiversità e del patrimonio naturale in Italia. Con oltre il 21% del territorio nazionale incluso in parchi nazionali, riserve naturali, parchi regionali e altre forme di tutela, l’Italia si colloca tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità e varietà paesaggistica. Questi luoghi non solo svolgono un ruolo cruciale nella conservazione degli ecosistemi e delle specie, ma sono anche motori di sviluppo sostenibile, centri per la ricerca scientifica e spazi di educazione ambientale.
A dieci anni dall’ultima edizione, l’incontro si è svolto sul finire dello scorso anno nella maestosa cornice della Biblioteca Nazionale di Roma, riunendo rappresentanti del mondo istituzionale, scientifico e delle aree protette. Tra le voci protagoniste, anche quella della Riserva Naturale Statale di Vivara, che ha presentato il suo modello di gestione come un piccolo ma significativo esempio virtuoso nel panorama italiano.
La Riserva Naturale di Vivara, è una delle più piccole aree protette d’Italia, ma rappresenta un esempio emblematico di come tutela ambientale e valorizzazione del territorio possano convivere. A portare l’esperienza di Vivara agli Stati Generali sono stati Nicola Scotto di Carlo e Vincenzo Stabile, membri del comitato di gestione della riserva.
L’isolotto di Vivara è caratterizzato da una straordinaria ricchezza faunistica e floristica, che lo rende un piccolo ma significativo scrigno di biodiversità nel panorama italiano. Le sue coste, i pendii ricoperti di macchia mediterranea e i sentieri che attraversano la riserva offrono rifugio a una varietà di specie animali, tra cui rettili, mammiferi e soprattutto uccelli migratori, che trovano in Vivara una tappa cruciale durante i loro spostamenti stagionali.
Tra le iniziative di tutela più rilevanti promosse dalla riserva figurano il monitoraggio costante di queste specie, il controllo sull’introduzione di elementi estranei all’ecosistema e il recupero delle piante autoctone che rischiavano di essere compromesse dall’abbandono e dall’intervento umano. Vivara è oggi un esempio virtuoso di come la sinergia tra enti di gestione, istituzioni e volontari possa trasformare un’area trascurata in un modello di sostenibilità ambientale.
Gli Stati Generali delle Aree Protette hanno rappresentato un’occasione unica di confronto per il futuro delle aree protette italiane. L’obiettivo principale emerso dall’incontro è stato quello di istituire un coordinamento centrale, capace di garantire una gestione più omogenea ed efficace delle aree protette del Paese. Questo nuovo strumento di governance potrebbe aiutare realtà come Vivara a superare le difficoltà legate alla frammentazione delle competenze e alle risorse limitate, valorizzando al contempo le singole esperienze virtuose.
Nel corso dell’evento, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha sottolineato l’importanza del fare rete: “Le aree protette non sono solo luoghi da conservare, ma anche motori di sviluppo sostenibile per i territori”
Le aree protette in Italia rappresentano un patrimonio inestimabile, non solo per la loro straordinaria biodiversità, ma anche per il loro valore culturale, economico e sociale. Tuttavia, per garantire che continuino a svolgere il loro ruolo cruciale, è necessario affrontare sfide come la frammentazione delle competenze, la scarsità di risorse e le pressioni antropiche.
L’implementazione del coordinamento centrale rappresenta una sfida ambiziosa, ma necessaria per affrontare le crescenti minacce alla biodiversità e al patrimonio naturale italiano. Se realizzato con successo, questo strumento potrà garantire una gestione più efficace e sostenibile delle aree protette, trasformandole in pilastri fondamentali per la lotta ai cambiamenti climatici, la tutela della biodiversità e lo sviluppo di un turismo responsabile.
L’esperienza di alcune realtà virtuose emerse a mo’ di esempio agli Stati Generali, dimostrano che la strada è percorribile. La speranza è che il coordinamento centrale diventi un elemento chiave per valorizzare il patrimonio naturalistico italiano, promuovendo una sinergia tra istituzioni, comunità locali e cittadini per costruire un futuro più verde e sostenibile.
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