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GINEVRA\ aise\ – Che gli italiani all’estero rappresentassero una difficoltà per i governi italiani, era già noto e lo abbiamo verificato nel tempo, ma mai come negli ultimi anni questa sensazione si è fatta più evidente.
Una frase, oggi poco utilizzata, ha catturato la mia attenzione. È stata scritta dall’onorevole Fabio Porta, il quale ha espresso il suo completo disaccordo riguardo alla legge di bilancio 2025. Nelle sue parole: “Con l’approvazione alla Camera dei Deputati della Legge di Bilancio per il 2025 (attualmente in attesa del voto definitivo al Senato, previsto nelle prossime ore), il Governo Meloni ha confermato tutte le misure punitive contro il mondo dell’emigrazione e dell’immigrazione, misure che abbiamo inutilmente tentato di far eliminare attraverso i nostri emendamenti”.
Anche chi non fa politica attivamente, come lo scrivente, di fronte a questo segnale di allarme, non può fare a meno di chiedersi quali siano state le ragioni che hanno spinto un parlamentare eletto all’estero come l’onorevole Fabio Porta a usare un’espressione così forte, che evoca tempi bui della storia italiana.
Per soddisfare la mia curiosità, ho deciso di contattare l’On. Porta, chiedendogli di spiegarmi le ragioni di questa affermazione incisiva, quale “misure punitive” che ha scosso la mia coscienza e quella di molti altri italiani residenti all’estero.
Di seguito, la risposta di Fabio Porta:
“Da quasi venti anni, ossia dalla legge finanziaria del 2006 quando per la prima volta i rappresentanti degli italiani all’estero siedono in Parlamento, seguo da vicino questo importantissimo passaggio parlamentare; con pochissime eccezioni questa legge – così importante poiché stabilisce come e dove destinare le risorse pubbliche del nostro Stato – non è mai stata magnanima con la nostra grande comunità degli italiani all’estero.
Ma mai, sottolineo mai, una legge finanziaria o di bilancio si era accanita con tanta crudeltà e insensatezza contro i nostri connazionali: la sospensione dell’adeguamento delle pensioni e l’eliminazione dell’indennità di disoccupazione, unitamente al raddoppio del costo per le domande di cittadinanza ‘ius sanguinis’ presso i consolati e l’introduzione di analoghe tasse per coloro che presentassero tali richieste presso i comuni o per via giudiziale, sono la conferma di questo atteggiamento punitivo e vessatorio.
Aggiungo che chi, come me, ha conosciuto personalmente Mirko Tremaglia fa fatica a credere che un governo guidato da una dirigente di quello stesso partito abbia potuto firmare una legge di bilancio così ingiusta ed iniqua nei nostri confronti”.
A questo punto, ho ritenuto opportuno consultare i 3 parlamentari eletti all’estero Simone Billi (Lega), Federica Onori (Azione) e Toni Ricciardi (Pd), al fine di conoscere le rispettive posizioni.
Le mie domande.
1) L’On. Fabio Porta (PD), ha definito la legge di bilancio 2025 «punitiva» nei confronti degli italiani all’estero. Si tratta di un’affermazione forte, che richiede risposte chiare. Come si posiziona rispetto a questa legge?
2) Per gli italiani all’estero, la legge prevede la riduzione delle pensioni, l’eliminazione dell’indennità di disoccupazione per chi rientra in Italia e l’aumento delle spese procedurali per chi desidera richiedere la cittadinanza italiana. Se queste misure venissero confermate, si verificherebbe una grave lesione dei diritti degli italiani residenti all’estero, specialmente in merito alle pensioni. Cosa potrebbero fare i parlamentari eletti all’estero per evitare queste ingiustizie?
3) Questo, purtroppo, è solo la punta dell’iceberg. Sempre in questa legge, sono stati trovati 4 milioni di euro per rafforzare i consolati, ma allo stesso tempo si continuano a ridurre i finanziamenti destinati alle rappresentanze degli italiani all’estero, come i Comites e il CGIE. Inoltre, si rischia di smantellare il sistema dei corsi di lingua italiana, nonostante l’aumento costante degli iscritti all’AIRE, che oggi supera i 7 milioni. A fronte di una crescita della comunità italiana all’estero, i fondi a loro disposizione diminuiscono.
4) Cosa prevede per il futuro di queste rappresentanze e quali azioni concrete intende intraprendere per tutelare gli italiani all’estero, magari in sinergia con gli altri parlamentare eletti all’estero?
LE RISPOSTE DI FEDERICA ONORI
1) “Gli italiani residenti all’estero sono, purtroppo, discriminati e penalizzati anche in questa legge di bilancio. Quest’anno è stato il turno dei pensionati: la legge prevede di non rivalutare i loro trattamenti pensionistici se gli assegni superano una certa soglia, in riferimento al trattamento minimo INPS. Va premesso che le misure contro l’inflazione (come la perequazione automatica) possono essere modulate per perseguire anche finalità di redistribuzione, anche se non è questo il loro obiettivo principale. Tuttavia, pensare che il costo degli effetti redistributivi debba ricadere esclusivamente su chi vive all’estero è una forma di ingiustizia, che il governo non ha nemmeno tentato di giustificare. La logica sembra essere: “Ci servono 8 milioni, e li prendiamo dai pensionati all’estero”. Punto e basta.
2) Come Azione, abbiamo seguito l’iter della legge di bilancio, presentando emendamenti e sub- emendamenti su questi temi, che sono stati puntualmente dichiarati inammissibili. Anche quando la misura è stata approvata (con il voto della maggioranza, inclusi i parlamentari eletti all’estero), abbiamo presentato un Ordine del Giorno. L’idea era molto semplice: “Voi dite che la mancata perequazione automatica per alcuni pensionati all’estero è una misura temporanea ed eccezionale. Bene, vi sentite di impegnarvi affinché questa misura non venga riproposta nelle prossime leggi di bilancio?”. La risposta? Parere contrario. In poche parole, come dissi in un mio comunicato in quella occasione, li abbiamo smascherati. Altro che misura temporanea ed eccezionale! Il rischio è che si continui a fare cassa sui cittadini che vivono all’estero anche negli anni a venire.
Dall’opposizione, continueremo a batterci affinché venga preservata la dignità dei cittadini iscritti all’AIRE, e perché non si continui a prendere in giro gli italiani all’estero con promesse mai mantenute, come quelle relative all’IMU, alla TARI (su cui ho presentato una proposta di legge all’inizio della legislatura, la prima sul tema), ai miglioramenti dei servizi consolari e alla tanto annunciata sanità per gli iscritti all’AIRE (che, dopo tanti proclami, è ferma in commissione da mesi).
3) Vede, qui credo che sia necessario fare una riflessione di carattere più generale: bisogna stabilire delle priorità. Ricevo email ogni settimana da cittadini italiani che si lamentano dei servizi ricevuti dal nostro Paese. E sa di cosa mi parla il 99% di queste persone, quando non ci sono urgenze come quella sui pensionati di quest’anno o quella delle agevolazioni fiscali al rientro dell’anno scorso? Dei servizi consolari. Ho anche presentato interrogazioni, come nel caso di una cittadina italiana che non riusciva a perfezionare la sua iscrizione all’AIRE e per questo motivo non ha potuto percepire la sua pensione per mesi. Ci rendiamo conto della gravità di una cosa del genere? E questo accade perché non abbiamo il personale sufficiente per gestire le numerose pratiche.
Per quanto riguarda la collaborazione con i colleghi, sono sempre disponibile, ma mi lasci andare oltre: non dovremmo guardare solo ai parlamentari eletti all’estero. Trattando i cittadini all’estero come se una “riserva indiana”, con i loro 12 parlamentari dedicati si rischia di non risolvere davvero il problema. Ci pensi, 12 su 600 (i parlamentari totali) sono un po’ pochini, non crede? Cosa accadrebbe se, invece di votare solo per questi 12 parlamentari, gli italiani all’estero potessero votare alle politiche come già fanno per le elezioni europee (e come, aggiungo, si fa nella stragrande maggioranza degli altri paesi)? I cittadini all’estero potrebbero influire su tutte le circoscrizioni elettorali! E allora non assisteremmo a discriminazioni come quella dei pensionati all’estero che c’è stata in questa legge di bilancio”.
RISPOSTE DI TONI RICCIARDI
1) “Personalmente, ho fatto opposizione per una settimana senza sosta in commissione bilancio e, successivamente, in aula. Diciamo che questo governo è passato dal Ministero degli italiani all’estero, sbandierato in campagna elettorale, alla mortificazione degli italiani all’estero, che non è iniziata con questa manovra. Già nel 2022, con la prima legge di bilancio, hanno tagliato 55 milioni ai fondi per gli italiani all’estero e, di conseguenza, hanno introdotto il blocco delle rivalutazioni delle pensioni e il divieto all’accesso alla disoccupazione per coloro che hanno usufruito della misura dei rimpatriati, hanno raddoppiato la tassa per la richiesta di cittadinanza e hanno ulteriormente tagliato i fondi al Maeci. È necessario aggiungere altro? Dopodiché, noi come Pd abbiamo fatto la nostra parte, siamo stati l’unico partito (sia di maggioranza che d’opposizione) ad aver segnalato emendamenti che sono stati discussi in commissione. Grazie al nostro lavoro, abbiamo ottenuto un finanziamento straordinario di 600mila euro per i Comites.
2) Noi eletti del Partito Democratico abbiamo fatto tutto quello che dal punto di vista legislativo e politico era possibile fare. Stiamo valutando se ricorrere alla Corte. Il resto sono chiacchiere. Sa, è bello fare le interviste ed i post sui social network, poi in realtà il comportamento di un eletto o eletta si misura tramite gli atti parlamentari e la presenza in aula e commissione, il resto è solo fuffa.
3) A dire il vero, i 4 milioni sono legge dello Stato, approvati in via definitiva il 21 novembre in seconda lettura al Senato. Si tratta della mia prima legge approvata, la prima nella storia a favore degli italiani all’estero che ha seguito un iter ordinario e non di provvedimento speciale in legge di bilancio. Per quanto mi riguarda, io non predico unità, la esercito. Questa legge è stata firmata da tutti gli eletti all’estero, tranne una, che ha deciso di fare l’opposizione all’opposizione, nella speranza di lucrare 3 centimetri di visibilità. In realtà, soprattutto con gli eletti all’estero del mio partito e di maggioranza cerchiamo di fare squadra sui provvedimenti, poi non sempre ci riusciamo e lo comprendo. Personalmente, posso testimoniare dell’impegno degli eletti all’estero dei partiti di maggioranza, tuttavia non sempre hanno trovato ascolto. Poi, ci sono altri soggetti, che predicano bene, ma in realtà non fanno altro che usare la carta carbone per i provvedimenti.
D. Carta carbone, in che senso?
In altre parole, copiano idee, ordini del giorno, proposte di legge, invece di immaginare di collaborare insieme. Quanto affermo è tutto documentabile, basta andare sui singoli profili degli eletti, leggere interventi, date di presentazione. Ma in fondo sono contento: da professore, coltivo sempre l’ambizione di trasmettere conoscenza e saperi. Con il metodo politico, non sono stato bravo, ma ci sarà tempo per recuperare. Io resto sempre a disposizione.
Tornando a noi, credo che la questione si risolva in maniera forte e diretta. Io cancellerei la ripartizione estero, trasformandola in un collegio italiano, la 21° regione. Nei collegi italiani il numero di rappresentanti si assegna in base al numero di residenti, ergo, noi da 12 – taglio che è stato una follia pura – passeremo almeno a 30. Per fare ciò, però, serve la politica, il metodo politico, serve lavoro, tanto lavoro”.
Purtroppo, interpellato come gli altri parlamentari, l’On. Simone Billi non ha ritenuto opportuno rispondere alle mie domande.
Desidero quindi ringraziare i parlamentari che hanno invece risposto a questi quesiti, cruciali per comprendere meglio il funzionamento delle istituzioni e la sempre più evidente mancanza di attenzione che i governi riservano agli italiani all’estero.
A mio avviso, è fondamentale continuare a promuovere il dialogo tra le rappresentanze elette e i governi, con l’obiettivo di stabilire una linea guida che non sia basata su tagli continui, ma sulla consapevolezza che gli italiani, sia in patria che all’estero, sono cittadini “uguali” e figli della stessa madre Patria: l’Italia. (carmelo vaccaro*\aise)
* consigliere Cgie per la Svizzera – coordinatore Saig 





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