Dinamo Sassari, dopo la mancata Final Eight ora anche l’Europa si allontana

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Come in quasi tutti i videogame esistono i livelli di difficoltà. Appena prendi il joystick in mano generalmente si affronta quello più basso, per poi salire di difficoltà piano piano, ma a volte il divario tra un livello e l’altro è più alto di quello previsto. Così è stata la FIBA Europe Cup per la Dinamo Sassari che ha avuto vita facile nel primo round con sei vittorie su sei gare, per poi incassare tre sconfitte su tre partite del Gruppo L: la dea bendata non ha avuto pietà nel sorteggio dei biancoverdi, con la pesca di tre squadre accreditate per arrivare fino in fondo alla competizione europea, ma quello di puntare alla fase finale a eliminazione diretta era un obiettivo quasi dichiarato dopo la mancata partecipazione alla Champions League. 

Difficoltà
La partita di Cholet, avversario già ostico di suo, è arrivata forse nel peggior momento possibile. Diversi problemi fisici tra botte e virus, hanno debilitato una Dinamo già abbastanza corta e con il fiatone, con le scorie di una sconfitta interna contro Varese che l’ha estromessa definitivamente dalla corsa alla Final Eight di Torino, appuntamento a cui Sassari non parteciperà per la terza volta consecutiva. In Francia il Banco ha impattato male la partita, poi il solito orgoglio e una ritrovata circolazione di palla ha creato un tentativo di rimonta, che non si è però mai compiuto: Cholet ha saputo ricacciare indietro gli avversari ogni volta che si sono portati a due possessi di distanza, sfruttando freschezza e lucidità, oltre alla fisicità, caratteristica insita nella pallacanestro transalpina. Bendzius e compagni ci hanno provato, con Gazi che ha mostrato le sue qualità soprattutto nella metà campo offensiva e che è sembrato tra quelli più in palla, nonostante un’influenza nei giorni precedenti la partita di Varese. Una serata no di Fobbs e soprattutto di Bibbins, non ha permesso ai biancoverdi di provarci fino in fondo, con gli altri elementi che sono inevitabilmente un po’ calati alla distanza per via dello sforzo supplementare per il tentativo di rimonta e l’alto numero di impegni di questo nuovo anno iniziato male. L’Europa ora pare lontana per una Dinamo che potrebbe salutare anche la Europe Cup, dopo la delusione di Ankara di settembre.

Obiettivi 
Il qualifying round della Champions League è una sliding doors che forse avrebbe potuto far vivere un altro tipo di stagione alla squadra di Nenad Markovic. Come già dichiarato dal GM Federico Pasquini, il ko con Bonn è stato duro da digerire, più che per la sconfitta in sé per la consapevolezza di aver mancato uno degli obiettivi stagionali. Tra questi, anche se mai così difficile come quest’anno visto l’innalzamento del livello del campionato, c’era anche la Final Eight, o almeno restare in corsa per un posto fino all’ultima giornata del girone d’andata: uno dopo l’altro i traguardi della Dinamo iniziano a cadere, a Cholet sembra sia stato quasi accantonato anche quello di una qualificazione alla fase diretta della FIBA Europe Cup. Ad ammetterlo lo stesso Markovic nella conferenza stampa dopo la partita: “Sarà molto difficile qualificarsi per il prossimo turno. Abbiamo perso in casa contro Bilbao una gara che potevamo vincere, contro Le Portel abbiamo giocato a distanza di pochissimo tempo dalla sfida di Venezia. Il nostro cammino ora non è dei più semplici, però ci proveremo fino alla fine”. Nelle ultime tre partite del Gruppo L servirà dare il tutto per tutto, giocare con incoscienza e quella sensazione del “peggio di così non può andare” che potrebbe liberare una squadra che ha dimostrato di essere capace di lavorare bene in difesa (vedi inizio terzo quarto di Cholet) e cercare soluzioni buone in attacco. Se non altro solo una di queste sarà in trasferta (a Bilbao il 15 gennaio), con le due sfide alle francesi Le Portel e Cholet che saranno giocate al Pala Serradimigni. Anche se non ci dovrebbe essere una possibilità di giocarsi la qualificazione alla fase successiva, la Dinamo dovrà cercare comunque la vittoria per dare una scossa anche in campionato e dare un po’ di pepe a una stagione che fin qui ha i connotati dell’anonimato.

Matteo Porcu






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