Domenica al Giovanni Vitiello di Scafati non andrà soltanto in scena una partita tra due squadre di vertice nella classifica del girone I di serie D, ma sarà anche un match speciale per mister Gianluca Atzori. Il tecnico di Collepardo, infatti, è arrivato a Scafati un mese fa e vivrà questa partita con grande emozione, in quanto a Reggio Calabria ha tanti amici ed è stato un ex indimenticato, sia da calciatore che da allenatore. Sarà senza ombra di dubbio una partita importante, tra due squadre oggi terza (Scafatese) e quarta (Reggina) in classifica, dietro Siracusa e Sambiase.
Per la Reggina sarà la trasferta più lontana da Reggio, e anche la più difficile: la Scafatese in casa ha perso solo col Siracusa, di misura (0-1), e pareggiato con il Sambiase (0-0). Le altre le ha vinte tutte realizzando 19 reti e subendone soltanto 2 in sei partite, con una media gol di oltre tre reti a partita. Nello scontro diretto del girone d’andata, inoltre, la Scafatese ha già vinto al Granillo quindi anche in caso di pareggio, manterrebbe il vantaggio che si potrebbe rivelare decisivo in caso di arrivo a pari punti. Ma mister Atzori non ne vuole sapere di questi calcoli: “Sia per noi che per la Reggina è una partita importante, ma non voglio fare questo tipo di ragionamenti, siamo così lontani dalla fine della stagione che non ha alcun senso fare calcoli di questo tipo, oggi è ancora troppo presto. Poi se arriverà un pareggio e rimaniamo in vantaggio negli scontri diretti, ben venga” ha detto ai microfoni di StrettoWeb.
Mister, sei ripartito dalla serie D in Italia dopo una splendida esperienza a Malta dove hai raggiunto anche l’Europa con il Floriana, portandolo al 2° posto in campionato e vincendo anche la Coppa di Malta nel derby con la Valletta in finale.
“Ho fatto tre anni stupendi a Malta, è stata una bellissima esperienza, è un’isola meravigliosa. Ho allenato il Floriana dove ho trovato un gruppo di ragazzi giovanissimi e molto disponibili, con una voglia di ascoltarti e mettere in pratica le tue nozioni in modo straordinario. Dal punto di vista calcistico mi sono divertito tantissimo, li ho visti crescere anno dopo anno. Mi manca il rapporto con loro, erano fantastici“.
E adesso la nuova avventura in Italia.
“L’idea di tornare in Italia nasce un po’ perchè mi mancava il calcio italiano e un po’ per la mia famiglia: in Italia ho la mia compagna, i miei figli, e stare troppo tempo lontano da casa era brutto. Malta è difficile per i collegamenti: d’estate tutti gli aerei vanno lì ma d’inverno era problematico tornare a casa perchè tolgono tantissimi voli, e quindi vedere i figli una volta al mese non era il massimo. Ho sentito la necessità di tornare a casa, un po’ per la mia compagna, un po’ per i miei figli e un po’ per il calcio italiano…”
Hai deciso di ripartire da Scafati, in una categoria che ha ben poco a che fare con la tua storia ed esperienza calcistica.
“E’ arrivata questa opportunità e l’ho accettata subito perchè se c’è da ripartire dal basso sono pronto, non mi tiro indietro. Mi piace guidare un gruppo, stare in campo, dare ad una squadra la mia idea di calcio. Oggi non ho più 37-38 anni come quando ho iniziato, ne ho quasi 54, l’esperienza accumulata in questi anni non ha fatto altro che migliorare quella che è la mia idea calcistica, mi piace vederla espressa in campo, vederla nei miei ragazzi, trovo soddisfazioni quando arriva il risultato. E poi qui a Scafati ho trovato qualcosa di speciale…”
Cioè?
“Innanzitutto mi sto trovando benissimo con la squadra, sto entrando in sintonia con i ragazzi, mi stanno conoscendo, naturalmente porto la mia esperienza calcistica a loro, sono contento di allenare una squadra forte. Ma soprattutto sono contento di avere un Presidente che mi ha impressionato, mi ha sorpreso perchè non lo conoscevo, ha creato intorno a sè qualcosa di bello e positivo. Anche lui ha ambizioni che non hanno nulla a che vedere con questa categoria. Io sono qui da un mese, so che dietro c’è una proprietà forte, lui è un papà per tutti quanti, me compreso, perchè ha attenzioni che non ho visto mai a nessuno, però al tempo stesso se non vinci si incazza, vuole vincere, è molto ambizioso. Ovviamente avere grandi disponibilità economiche non vuol dire che vinci al 100%, però nel calcio ti aiuta molto. Io ho fatto questa scelta per passione, perchè adoro andare al campo, allenare la squadra, poi vederla giocare. E’ qualcosa che mi piace da morire. Per questo ho accettato senza remore di fare la serie D con un contratto di soli sei mesi“.
E della Reggina, cosa ricordi così su due piedi?
“Peppe te lo dico subito senza girarci intorno: quel gol di Rigoni al 90° a Novara. E’ come se quella partita fosse stata ieri sera per me. Eravamo ad un passo dal ritorno in serie A, e sono convinto che avremmo fatto molto bene con quella Reggina in serie A. Lillo Foti era un Presidente molto valido, con lui mantengo un ottimo rapporto, prima di Natale ci siamo sentiti per scambiarci gli auguri, nonostante le incomprensioni che abbiamo avuto negli anni senza che mai sia mancata la stima e il rispetto reciproco. E’ rimasto un rapporto sano, lo ringrazierò in eterno perchè mi ha fatto vivere un anno bellissimo con soddisfazioni incredibili. Quell’anno a Reggio ho raggiunto senza ombra di dubbio il top da allenatore, è stata la stagione in cui mi sono espresso al meglio“.
Fu una cavalcata straordinaria, a Reggio non l’ha dimenticata nessuno.
“Ho avuto una squadra forte, con Emiliano Bonazzoli, un grandissimo attaccante. Ma ricordo pure che eravamo partiti con tanti problemi dopo l’anno prima con Novellino, non c’erano aspettative, c’erano poche disponibilità in quanto il presidente aveva utilizzato il paracadute l’anno prima, quindi puntammo su tanti ragazzi del settore giovanile, ho lanciato Rizzo, che aveva fame, una grinta incredibile, e Nicolas Viola che gestiva il pallone. C’erano Acerbi e Campagnacci che arrivavano dalla serie C, c’era Giacomo Tedesco, vedi, ne parlo e mi vengono in mente ricordi bellissimi. Abbiamo fatto un campionato incredibile, eravamo la squadra più giovane, tanti di quei ragazzi hanno fatto un’ottima carriera, Costa, Acerbi, Barillà, Missiroli, Viola che è ancora oggi in serie A. Una stagione bellissima, ecco perchè per me domenica sarà una partita diversa dalle altre, io nella Reggina ho anche giocato, ho allenato, sarà una giornata speciale con grandi emozioni che comunque dovrò provare a nascondere perchè adesso alleno la Scafatese e devo fare il massimo per questa realtà“.
A metà campionato, ci sono 5 squadre in sei punti in corsa per la promozione.
“Sì, siamo tutte lì, fino alla Vibonese. La Reggina è una buonissima squadra, sul campo sta ottenendo i risultati, domenica ha vinto 4-1 dopo essere andata sotto, noi affrontiamo una squadra di pari livello. Sono partite in cui l’episodio fa la differenza, chi sbaglia viene punito ed è difficile da recuperare“.
Cosa pensi della rivelazione Sambiase?
“Il Sambiase è una sorpresa, nessuno se l’aspettava, sicuramente è una buona squadra, ha numeri importanti, ed è l’unica che è riuscita a battere due volte il Siracusa all’andata e al ritorno, complimenti ad allenatore e squadra, questi risultati non vengono per caso, c’è tanto lavoro dietro. Ma attenzione, il Siracusa resta in vantaggio, pur aver perso questa partita e le due sfide col Sambiase, è primo con più punti del Sambiase. Credo che si deciderà tutto alla fine e gli scontri diretti saranno importanti“.
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