Marche, BIM: la digitalizzazione che ridefinisce il futuro delle opere pubbliche

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A partire dal 1º gennaio 2025, la Regione Marche, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche (Univpm), ha avviato un progetto di digitalizzazione degli appalti pubblici. L’iniziativa mira a facilitare la transizione digitale nel settore degli appalti, in conformità con le disposizioni del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, che prevede l’adozione obbligatoria del Building Information Modeling (BIM) per opere di nuova costruzione e interventi su edifici esistenti con un importo a base di gara superiore a 2 milioni di euro.
Il progetto comprende attività di formazione e sensibilizzazione rivolte a tecnici e amministratori locali, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza delle tecnologie BIM e qualificare gli enti come stazioni appaltanti. L’assessore regionale alla Digitalizzazione, Andrea Maria Antonini, ha sottolineato l’impegno della Regione nel fornire strumenti necessari per agevolare questa transizione, ormai imprescindibile per garantire l’accesso consapevole alle piattaforme digitali da parte di imprese e professionisti del settore.
Questa iniziativa rappresenta un modello virtuoso che altre regioni italiane potrebbero adottare per modernizzare le proprie procedure in tema di appalti pubblici. La collaborazione tra enti regionali e istituzioni accademiche, come quella tra la Regione Marche e l’Univpm, può accelerare l’implementazione di tecnologie avanzate, garantendo al contempo formazione adeguata al personale coinvolto. L’adozione del BIM non solo rispetta gli adempimenti di legge, ma offre anche un valido strumento operativo per migliorare l’efficienza, la trasparenza e la qualità delle opere pubbliche.
Inoltre, l’utilizzo di piattaforme digitali in modalità Software as a Service (SaaS) garantisce un accesso semplice e scalabile agli strumenti BIM, facilitando l’adozione da parte di enti pubblici e operatori del settore. Questo approccio potrebbe essere replicato in altre regioni per promuovere una digitalizzazione uniforme e coerente a livello nazionale, contribuendo così al miglioramento complessivo delle infrastrutture e dei servizi pubblici.
L’adozione del Building Information Modeling rappresenta una trasformazione significativa nel modo in cui le opere pubbliche vengono progettate, realizzate e gestite. Questo approccio digitale introduce una metodologia integrata che utilizza modelli 3D ricchi di informazioni per gestire tutte le fasi del ciclo di vita di un’opera, dalla concezione alla manutenzione. Il BIM consente a tutti gli attori coinvolti – architetti, ingegneri, imprese di costruzione e amministrazioni pubbliche – di collaborare su una piattaforma unica, migliorando la comunicazione e riducendo errori e inefficienze.
Nel contesto delle opere pubbliche, il BIM è ormai considerato essenziale per affrontare le sfide della modernizzazione e della sostenibilità. La sua capacità di integrare dati geometrici, ambientali e finanziari in un unico modello rende possibile una pianificazione più accurata e trasparente. Ad esempio, durante la fase di progettazione, il BIM permette di simulare scenari complessi, valutando l’impatto ambientale, i costi e i tempi di costruzione. Questo consente di prevenire problemi che, in un approccio tradizionale, potrebbero emergere solo in corso d’opera, causando ritardi e aumenti di spesa.
La sua adozione nei contratti pubblici è stata incentivata da normative europee e nazionali, come il nuovo Codice dei Contratti Pubblici in Italia, che ne ha reso obbligatorio l’uso per progetti sopra una certa soglia di valore. Tale obbligo non è solo una conformità normativa, ma rappresenta una spinta verso la digitalizzazione di un settore storicamente caratterizzato da inefficienze e da un uso limitato delle tecnologie innovative.
Uno dei vantaggi principali del BIM è la possibilità di centralizzare tutte le informazioni relative a un progetto in un unico ambiente digitale. Ciò facilita la condivisione di dati in tempo reale, consentendo a tutte le parti interessate di accedere e aggiornare il modello in base alle proprie competenze. Durante la fase di costruzione, questo sistema riduce il rischio di errori di coordinamento, garantendo che i lavori vengano eseguiti secondo le specifiche progettuali. Anche dopo il completamento dell’opera, il modello BIM continua a essere una risorsa preziosa per la gestione e la manutenzione, offrendo una rappresentazione digitale dettagliata che può essere utilizzata per interventi futuri.
L’adozione del BIM richiede tuttavia un investimento iniziale significativo in formazione e tecnologia. È necessario qualificare il personale tecnico e dotarsi di software e hardware adeguati. Tuttavia, i costi iniziali sono rapidamente compensati dai risparmi ottenuti in termini di efficienza operativa, riduzione degli sprechi e miglioramento della qualità delle opere.
La Regione Marche, con il suo recente progetto per digitalizzare gli appalti pubblici attraverso il BIM, dimostra come questa tecnologia possa essere utilizzata non solo per migliorare l’efficienza delle procedure, ma anche per promuovere una cultura dell’innovazione nel settore pubblico. In definitiva, il BIM non rappresenta solo uno strumento tecnico, ma un paradigma operativo che trasforma il modo di costruire e gestire le infrastrutture, adattandosi alle esigenze di un mondo sempre più complesso e interconnesso.

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