Asse con Berlino per tagliare prezzi gas e luce. Stellantis, Toyota e Ford si alleano con Tesla contro multe Ue. Consiglio ligure: no trasferimento rigassificatore Piombino

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Asse Roma-Berlino per tagliare i prezzi di gas e luce. Stellantis, Toyota e Ford si alleano con Tesla contro multe Ue. Consiglio ligure: no trasferimento rigassificatore Piombino. La rassegna Energia

È nata una nuova alleanza tra Italia e Germania per tagliare i prezzi di gas e luce, risollevando le industrie nazionali. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, dalle pagine di La Repubblica. I due punti di convergenza principali sono un nuovo tetto al prezzo del gas e il suo disaccoppiamento da quello dell’energia elettrica. Stellantis, Toyota, Ford, Subaru e Mazda si alleano con Tesla per contrastare le multe dell’Ue per i produttori che non vendono abbastanza auto elettriche. L’obiettivo dell’asse è duplice: abbattere le emissioni e ridurre le multe. Il sistema permette ai produttori che non riusciranno a vendere abbastanza auto elettriche di comprare crediti sulle emissioni dalla casa automobilistica di Elon Musk. Il Consiglio Regionale della Liguria ha detto no all’unanimità al trasferimento a Vado Ligure del rigassificatore di Piombino. Un messaggio negativo del nostro paese, nei giorni in cui i prezzi del gas riprendono quota, secondo Il Foglio. Prezzi di gas e luce oggi sono indissolubilmente legati oggi e lo saranno finché non verrà portato a termine l’ormai celebre disaccoppiamento. Inoltre, il prezzo dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso è indipendente dal costo di produzione. Questo fa sì che eolico e solare costino quanto il gas, sebbene siano meno costosi.
La rassegna Energia.

ENERGIA, PICHETTO (MASE): “PATTO CON GERMANIA PER TAGLIARE PREZZI”

“Un asse tra Italia e Germania perché le «industrie gemelle» possano rialzarsi e garantirsi un futuro, anzi, «il futuro dei miei nipoti ». È la carta, politica e strategica, che il ministro per la Sicurezza energetica e l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin giocherà a gennaio per alleviare le prime due manifatture d’Europa, che «oggi vivono un’emergenza indotta anche dal caro-gas, perché nessuna manifattura va avanti se paga l’energia il doppio dei concorrenti ». Il piano sarà enucleato nell’incontro tra il politico di Forza Italia e il vicecancelliere Robert Habeck il 21 gennaio a Roma, per inaugurare il South Corridor, nuova infrastruttura da 3.500 chilometri che porterà idrogeno africano in Italia, poi in Austria e Germania tramite la Dorsale adriatica. Ma se «l’idrogeno sarà concreto tra qualche anno, il nostro dovere è creare le condizioni per arrivarci forti: per questo è importante confrontarsi con Germania e Austria sui nodi dell’energia».”, si legge su La Repubblica.

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“(…) «Su un nuovo tetto al prezzo del gas e sul suo disaccoppiamento da quello dell’energia elettrica. Sul primo punto abbiamo già visto che la speculazione finanziaria può danneggiare il mercato, con gravi ricadute sulle bollette. Nell’ultimo mese non siamo su quei livelli: si nota più una speculazione fisiologica per le posizioni chiuse verso fine 2024, quando la notizia del mancato accordo tra Ucraina e Russia ha fatto venire meno un grande fornitore. (…) «Non parliamo di fissare un prezzo, ma di cercare un meccanismo stabile contro le speculazioni. Chiaro che la Commissione dice che di gas ce n’è a volontà e i prezzi sono più bassi che nel 2022-23. Ma se dovesse verificarsi un evento negativo, la speculazione potrebbe rialzare la testa, e la politica sarebbe già pronta a un intervento»”, continua il giornale.

“(…) c’è una quantità colossale di gas in vendita nel mondo comunque da commercializzare, indipendentemente dal prezzo». (…)«(…) abbiamo dozzine di interconnessioni, farlo solo in Italia farebbe pagare agli italiani le bollette degli altri. Il “prezzo marginale”, basato sulla fonte di produzione più costosa (in genere il gas) è andato bene per decenni. Ma ora va modificato, trovando nuove convergenze tra Paesi con interessi diversi: la Francia ad esempio ha unabase di energia nucleare, la Spagna ha 50 rigassificatori e un’offerta di rinnovabili che la disaccoppia già di fatto. Sarà un grande sforzo, ma credo che vada fatto, come ha scritto anche Draghi nel suo rapporto». (…) «Il sistema italiano ha sempre fatto leva sul gas e poi è stato reindirizzato sulle rinnovabili, specie sul solare. La Germania aveva il nucleare, poi lo ha dismesso e ha sviluppato molto l’eolico. Ma i sistemi produttivi dei due Paesi sono simili. Da lì derivano le valutazioni strategiche sull’idrogeno, che è di comune interesse importare e produrre tramite il South Corridor.
Ci sono anche divergenze, certo (…) Qualunque governo ci sarà, dirò ad Habeck, stiamo coi piedi per terra e troviamo soluzioni. Prima di Natale, a causa dell’assenza di vento nel Mare del Nord, in Germania l’elettricità è arrivata a 930 euro al Mwh: c’è un’emergenza prezzi da affrontare e siamo già a un confronto quasi quotidiano».”, continua il giornale.

“«Dovremo creare le condizioni, nell’Ue, per avere prezzi equilibrati, più favorevoli ai consumatori e che stimolino la produzione di nuove rinnovabili. Serve trovare una nuova formula, non più basata sul gas e che vada bene ai 27 membri dell’Ue». Cosa c’è nel disegno di legge delega sul nucleare che firmerà a giorni? «Ci saranno alcune integrazioni del quadro giuridico e le previsioni di delega per completare le sperimentazioni, le indicazioni per la ricerca e le deleghe per predisporre l’ente certificatore e le modalità di attivazione dei nuovi reattori. Credo che le norme di attuazione prenderanno tra uno e due anni, così che in futuro l’Italia sarà nelle condizioni di fare le sue valutazioni e le scelte successive». (…) «Credo che il nostro dovere, oggi, sia spiegare agli italiani che non parliamo più delle grandi centrali di prima e seconda generazione. I nuovi piccoli reattori modulari saranno completamente diversi e migliori, dal punto di vista dell’offerta di energia, della sicurezza e dei rifiuti. E poi sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. (…) «Costituzionalmente ogni nuova norma, compresa questa, può essere soggetta a referendum. Ma ritengo che la cosa più importante sia che gli italiani siano consapevoli del fatto che il nuovo nucleare è molto diverso dal vecchio, a cui si riferivano i due referendum passati»”, continua il quotidiano.

AUTO, ALLEANZA TESLA, STELLANTIS, TOYOTA, FORD CONTRO MULTE UE

“Al via le prime alleanze tra case automobilistiche per acquistare “crediti green” ed evitare le sanzioni dell’Ue per i produttori che non raggiungono gli obiettivi di vendita delle auto elettriche. Stellantis, Toyota, Ford, Subaru e Mazda hanno deciso di unirsi a Tesla in un pool di condivisione delle emissioni di CO2 proprio con lo scopo di abbattere le percentuali e ridurre multe che potrebbero ammontare a miliardi di euro. La scelta emerge dalla dichiarazione di intenti inviata alla Commissione europea. L’attuale normativa Ue, infatti, impone una riduzione delle emissioni di CO2 del 15% rispetto ai livelli del 2021 e gli esperti stimano che, per raggiungere il traguardo, almeno il 20% delle vendite debba essere costituito da veicoli completamente elettrici. (…) Ma intanto, visto che i tempi per un’eventuale modifica delle norme sono comunque lunghi, i produttori corrono ai ripari anche alleandosi con i concorrenti. (…) Tesla, che gestirà il pool, ha già presentato i documenti necessari alla Commissione Ue: questo sistema consente ai produttori di condividere le emissioni di CO2, permettendo a chi supera gli obiettivi di compensare con chi li rispetta. Di fatto significa che i produttori che non riusciranno a vendere abbastanza auto elettriche compreranno crediti sulle emissioni dalla casa di Elon Musk. La partecipazione al poll di Tesla, spiega Stellantis «aiuterà l’azienda a raggiungere gli obiettivi europei del 2025, ottimizzando le risorse». E sempre secondo l’Acea, i produttori che partecipano al polo rappresentano quasi il 30% delle vendite in Europa nei primi 11 mesi del 2023″, si legge su La Stampa.

“Scorrendo l’elenco dei gruppi aderenti al “consorzio” i nomi presenti nel documento pubblicato dalla Commissione sono una quindicina. C’è Toyota Motor Europe, presente insieme a Toyota Motor Corporation e Toyota Gazoo Racing Europe. È presente Ford Werke insieme a Ford Motor Company e ci sono anche Mazda Motor Europe e Subaru Europe. Poi c’è Stellantis che figura con otto diverse entità: Stellantis Auto sas, Automobiles Peugeot sa, Automobiles Citroen sas, Stellantis Europe spa, Fca Us llc (rappresentata da Stellantis Europe), Alfa Romeo spa, Opel Automobile e Leapmotor Automobile Co ltd. Non è la prima volta che i produttori automobilistici si affidano a questi pool per rispettare i limiti di emissioni. (…) Secondo il documento pubblicato, resterà aperto a nuovi partecipanti fino al 5 febbraio. Volkswagen e Renault hanno già manifestato la possibilità di unirsi a un pool. Per evitare sanzioni, un quarto delle vendite europee di Vw nel 2024 dovrà essere costituito da auto completamente elettriche. Mentre molti produttori hanno annunciato riduzioni nella produzione di veicoli a combustione interna. E anche Mercedes si è fatta capofila di un pool di case con lo stesso obiettivo che comprende la stessa Mercedes, Amg oltre a Smart, Polestar, Amg e Volvo del gruppo Geely. Sull’argomento è intervenuto ieri anche il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra (…) ha spiegato che «la modifica delle norme» sui target ambientali per il 2025 per il settore dell’automotive «causerebbe una distorsione delle condizioni di parità e porrebbe» i produttori che si sono detti «fiduciosi» della possibilità di conseguire i propri obiettivi «in una posizione di svantaggio competitivo»”, continua il giornale.

ENERGIA, NO DEL CONSIGLIO REGIONALE LIGURE A RIGASSIFICATORE PIOMBINO

“Il Consiglio regionale ligure ha approvato all’unanimità una mozione bipartisan, presentata da Angelo Vaccarezza (Forza Italia) e Roberto Arboscello (Partito democratico) contro il trasferimento a Vado Ligure del rigassificatore di Piombino. Il documento chiede al presidente di centrodestra, Marco Bucci, “l’impegno a trasformare in atti concreti… le dichiarazioni rilasciate alla stampa in merito alla collocazione del rigassificatore Fsru Golar Tundra… esprimendo nelle sedi più opportune le valutazioni su cui trova fondamento la propria contrarietà, al fine di bloccare l’iter di trasferimento del suddetto impianto in Liguria”. Sul piano politico, è un siluro all’ex governatore, Giovanni Toti, che infatti ha subito affidato ai social la sua reazione: “Se protestare producesse calore, saremmo imbattibili” (laconico Bucci: “mi informerò sulle sue parole e poi nel caso risponderò”)”, si legge su Il Foglio.

“Ma, al di là del colore politico, il voto ligure dà un messaggio negativo del nostro paese, proprio nei giorni in cui i prezzi del gas riprendono quota ed è evidente che la sicurezza energetica dipende sempre più dalla disponibilità di infrastrutture per l’importazione del gas naturale liquefatto. Ed è impressionante il contrasto con la regione Emilia-Romagna, il cui presidente, Michele De Pascale, ha favorito l’installazione dell’altro terminale galleggiante, giunto la settimana scorsa in acque italiane, proprio a Ravenna (città di cui è stato sindaco fino a poche settimane fa)”, continua il giornale.

ENERGIA, PERCHE’ I PREZZI DI GAS E LUCE SONO LEGATI

“Le bollette della luce sono in aumento: +18,2% in tutela nel primo trimestre 2025, con prospettive di aumenti ulteriori sia per i consumatori domestici sia per le aziende. Tra le soluzioni ipotizzate contro i rincari ieri il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto a Rai News24 ha parlato di disaccoppiamento del prezzo: «È la grande battaglia europea» — ha detto — perché «c’è energia elettrica producibile a basso costo ed energia elettrica producibile ad alto costo che proviene dal Gas. Si tratta di trovare un punto di equilibrio rispetto al meccanismo attuale che fa solo il calcolo rispetto al Gas»”, si legge su Il Corriere della Sera.

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“(…) «Oggi il prezzo dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso è di 133 euro al megawattora — spiega ancora Bettanini — ed è un prezzo unico a prescindere dal costo di produzione, che varia a seconda della fonte. Il solare e l’eolico installati oggi sono meno costosi rispetto alla generazione a Gas con i prezzi di questi giorni (circa 50 euro al megawattora), ma sono comunque remunerati allo stesso prezzo. Per questo si parla di disaccoppiare i prezzi». (…) «Perché — risponde Simona Benedettini, economista dell’energia — si applica il meccanismo del prezzo marginale. Il prezzo a cui è acquistata l’elettricità sulla borsa è uguale al costo marginale della tecnologia di generazione più costosa, necessaria a soddisfare la domanda in una determinata ora. (…) L’Italia potrebbe abolire il sistema del prezzo marginale? «No — risponde Simona Benedettini — perché significherebbe rivedere le regole di funzionamento di tutte le borse elettriche europee che oggi, in virtù di una loro sempre maggiore integrazione, seguono uno stesso algoritmo di determinazione del prezzo che, tra gli altri scopi, ha anche quello di allocare in modo più efficiente la capacità di transito giornaliere tra le frontiere dei mercati interconnessi»”, continua il giornale.

“«Sì — risponde Simona Benedettini — e una è stata già attuata quando, durante la crisi energetica, è stato applicato un tetto ai ricavi delle rinnovabili per utilizzare i ricavi in eccesso per abbassare le bollette. Un’altra soluzione sono i power purchase agreement (Ppa), contratti di compravendita a lungo termine di energia rinnovabile in cui il prezzo è fissato dalle parti, chi compra e chi produce». (…) «Perché — ha dichiarato ieri sempre Pichetto Fratin — bisogna mettere d’accordo tutti i Paesi europei e non tutti hanno gli stessi interessi». (…) «Oltre ai Power Purchase Agreement — risponde Bettanini — le aziende possono sottoscrivere prodotti finanziari basati sui prezzi futuri del Gas. Per esempio il prezzo del Gas per l’inverno 2027/2028 acquistato oggi è pari a circa 30 euro al megawattora»”, continua il giornale.



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