CONSIGLIO PAT * QUINTA COMMISSIONE: «SI APRE LA VERIFICA DELLE PROPOSTE DI RIFORMA DELLA SCUOLA E DEI SERVIZI ALL’INFANZIA ZEROSEI»

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15.04 – giovedì 9 gennaio 2025

In Quinta Commissione si apre la verifica delle proposte di riforma della scuola e dei servizi all’infanzia zerosei
Si è riunita oggi, giovedì 9 gennaio 2025, la Quinta Commissione permanente del Consiglio Provinciale della Provincia autonoma di Trento, presieduta da Christian Girardi e convocata per esaminare i quattro disegni di legge – di cui uno di iniziativa popolare richiedente la cancellazione dell’apertura a luglio delle scuole dell’infanzia – in merito alle proposte di riforma della scuola e dei servizi all’infanzia zerosei. Prossimo step: le audizioni dei soggetti interessati al tema.

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Sotto esame il ddl n. 20 “Istituzione del sistema integrato dei servizi zerosei di educazione e di istruzione per l’infanzia” (proponente consigliera Masè); il ddl n. 40 “Sistema integrato dei servizi di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni” (proponenti consiglieri Parolari, Manica, Maestri, Zanella, Franzoia, Calzà, Demagri, Maule, Malfer, Stanchina e Valduga); il ddl n. 41 “Modificazioni dell’articolo 5 della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977” (proponente signora Lupi) già presentato nella precedente riunione della Commissione; il ddl n. 32 “Integrazioni della legge provinciale sugli asili nido 2002 e della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977: principi generali per le sperimentazioni e le progettualità dei percorsi zerosei” (proponente consigliere Degasperi).

Al centro della seduta, in questa fase di discussione generale, le macro differenze delle proposte che vanno ad incardinarsi, principalmente, nel ddl n.20 (proponente consigliera Masè), che individua un sistema integrato di educazione e di istruzione per l’infanzia, senza stravolgere l’impianto normativo esistente e dunque lasciando in vigore la normativa vigente almeno in un prima fase sperimentale, e nel ddl n.40 (proponenti consiglieri Parolari, Manica, Maestri, Zanella, Franzoia, Calzà, Demagri, Maule, Malfer, Stanchina e Valduga) che invece guarda a un sistema educativo che supera e riassorbe all’interno di una nuova legge le due leggi specifiche e distinte che ad oggi regolano i due segmenti dello 0-3 e del 3-6, ovvero la legge provinciale 4/2002 e la legge provinciale 13/1977 per le scuole dell’infanzia.

A chiedere di entrare nel dettaglio delle difformità dei diversi ddl, per meglio comprenderne “peculiarità, punti di forza e caratteristiche”, è stata la consigliera Eleonora Angeli (Noi Trentino per Fugatti presidente). Ad intervenire sui punti di divergenza e convergenza la consigliera Lucia Maestri (Pd), con l’osservazione che prima di procedere è necessaria una linea di indirizzo politico della Giunta. “Il Consiglio si esprime sulla riforma – ha rilevato Maestri – ma manca la linea politica di indirizzo della Giunta che rende così deficitaria la discussione. Non possiamo discutere dei dettagli dei disegni di legge se l’interlocutrice che siede in Giunta non è presente, cosi come è necessaria una riflessione politica che indichi da dove si vuole partire per disegnare il futuro”. A dare conto dell’assenza giustificata dell’assessore di riferimento che ha assicurato la presenza per le sedute future, il presidente della Commissione Girardi.

 

La discussione dei disegni di Legge della seduta odierna.

Ddl n. 20 “Istituzione del sistema integrato dei servizi zerosei di educazione e di istruzione per l’infanzia” (proponente consigliera Masè)
La consigliera Vanessa Masè (La Civica) ha ricordato che le due leggi specifiche e distinte che regolano i due segmenti dello 0-3 e del 3-6 – la legge provinciale 4/2002 e la legge provinciale 13/1977 per le scuole dell’infanzia – sono una ventennale e l’altra quasi cinquantennale. Per Masè si rende quindi necessaria una proposta di integrazione dei servizi, pur mantenendo le specificità dei mondi 0-3 e 3-6. “I ddl 20 e 40 hanno due visioni con partenza comune – ha detto Masè – Già nella precedente legislatura avevo proposto un modello ulteriore e facoltativo rispetto all’impianto attuale, ma il dibattito si era focalizzato sull’apertura a luglio delle scuole dell’infanzia non andando al cuore della riforma 0-6”. Masè ha sottolineato che con il ddl 20 si arriverà ad avere una nuova normativa ma a piccoli passi, attraverso “un’architettura ulteriore e facoltativa”. “È un percorso che necessita del coinvolgimento di tutto il personale e delle famiglie, non solo degli insegnanti. Serve gradualità.

Serve procedere in maniera facoltativa”. La consiglierà evidenzia che si deve tenere conto delle sperimentazioni già in atto, “ci sono già oltre 90 strutture in cui si sono accorpati o sono attigui i servizi 0-6. Serve dare cornice alle sperimentazioni attraverso una legge quadro che non ignori ciò che sta già succedendo sul territorio, come, ad esempio, i servizi conciliativi che vanno considerati”. Tra le peculiarità del ddl 20, secondo Masè: la prospettiva di visione partendo da ciò che già di maturo c’è sul territorio; una procedura più snella rispetto al ddl 40; un lavoro corale e di territorio; nessun modello fotocopia rispetto al nazionale.

Ddl n. 40 “Sistema integrato dei servizi di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni” (proponenti consiglieri Parolari, Manica, Maestri, Zanella, Franzoia, Calzà, Demagri, Maule, Malfer, Stanchina e Valduga). A illustrare il ddl 40 è stata la consigliera Francesca Parolari (Pd) che ha colto l’opportunità di riformare il sistema educativo territoriale attraverso un nuovo impianto normativo utilizzando la competenza primaria che spetta al Trentino. “Abbiamo l’occasione di costruire e riorganizzare i sistemi e i modelli educativi presenti e sarebbe una novità a livello nazionale perché l’Autonomia ce lo permette, ecco perché il ddl è cosi corposo – ha detto Parolari. – Si tratta di un disegno di legge quadro che non va nei dettagli, ma rimanda a regolamenti e delibere come fa una moderna legge di questo contesto storico. I servizi sono conservati nelle loro identità e nella finalità, ma con coerenza formativa”. Parolari richiama le nuove leggi già in vigore a livello europeo e nazionale dove già dal 2017 si parla di sistema integrato 0-6. “Un sistema purtroppo che non è ancora arrivato in Trentino, dove siamo un po’ in ritardo” dice la consigliera. Il ddl 40 ha negli elementi cardine di riforma la normativa

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nazionale che individua un modello pedagogico prima che organizzativo. “L’approccio è pedagogico e non sperimentale – specifica quindi la consigliera – Non si tratta di costruire strutture e poli per l’infanzia integrati, i modelli organizzativi vengono dopo”. Tra gli elementi di caratterizzazione: l’individuazione di un coordinamento pedagogico territoriale; l’attenzione anche per i bimbi più fragili che hanno bisogno di continuità; l’uniformità di offerta e qualità dei servizi su tutto il territorio; il contenimento dei costi “che non non può essere lasciato in capo ai singoli Comuni ma deve essere provinciale”. Quanto ai tempi di attuazione, per Parolari non ci sarebbero appesantimenti: l’approccio zerosei una volta approvato potrebbe essere attuativo anche il giorno dopo,per quel che concerne l’organizzazione dei servizi rimarrebbero in vigore gli esistenti fino alla formalizzazione dei regolamenti attuativi con la nuova normativa.

Ddl n. 32 “Integrazioni della legge provinciale sugli asili nido 2002 e della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977: principi generali per le sperimentazioni e le progettualità dei percorsi zerosei” (proponente consigliere Degasperi)
“Il ddl 32 è un ddl breve – spiega il consigliere di Onda, Filippo Degasperi – che guarda al trattamento economico del personale. Ci sono norme esistenti che dovrebbero aiutare la realizzazione di questa riforma e su questo mi soffermo”. Il disegno di legge 32 si propone innanzitutto di “ripristinare l’equità perduta con la corsa alla privatizzazione dei nidi comunali – spiega Degasperi- di fatto seguita da una politica che ha portato solo alla compressione dei salari e al peggioramento delle condizioni di lavoro”. La proposta va nella direzione di applicare, anche al comparto dei nidi, la clausola di salvaguardia vigente per le scuole d’infanzia e che già impone ai gestori privati dei servizi (Federazione provinciale scuole materne, Coesi, Asif) l’applicazione di condizioni equivalenti a quelle previste per il corrispondente personale della scuola provinciale. Nei dettagli, l’articolo 1 prevede che il personale dei nidi privatizzati goda di un trattamento economico pari a quello dei dipendenti comunali.

Ai fini del coinvolgimento e della partecipazione alle scelte, l’articolo 2 propone la costituzione del “collegio del personale” unico tra scuola e nido d’infanzia nel caso di attivazione, anche sperimentale, dei percorsi integrati zerosei. In tema di responsabilizzazione, l’articolo 3 richiede che prima di avviare progetti o sperimentazioni nell’ambito dei servizi zerosei venga preliminarmente acquisito dai proponenti il consenso dei rispettivi organi collegiali: collegio del personale per le scuole d’infanzia e assemblea del personale per i nidi.

La consigliera Parolari è intervenuta evidenziando che l’esperienza di accorpare le scuole dell’infanzia e gli istituti comprensivi a livello nazionale non sta funzionando. “Piuttosto – dice la consigliera – si può prevedere un Ente ad hoc che va a raccogliere tutte le scuole dell’infanzia provinciali con autonomia organizzativa ed economica con conseguente assimilazione provinciale del personale ausiliario dei diversi comuni”.

A chiudere l’intervento del consigliere Mirko Bisesti (Lega): “Nei ddl ci sono aspetti importanti e significativi. Va detto che la riforma nazionale del 2017 è arrivata anche in Trentino, anche se a livello di sperimentazione. Dobbiamo tener presente le particolarità del nostro territorio. Il dipartimento fa già deroghe che vanno a garantire numeri, mantenimento dei costi e dei servizi sopratutto nei piccoli territori. Le

sperimentazioni ci sono o per necessità o per lungimiranza. Non lasciamo soli i Comuni. E oggi, dove nei progetti di riforma si parla di equiparare ruoli e voci del personale, ricordo che ci sono accessi e titoli di studio diversi che non dipendono dalla Provincia autonoma. I disegni vanno nella giusta direzione pedagogica e di indirizzo. Non si tratta di risparmiare e svilire, distrugge un sistema che funziona come è stato detto negli anni. Sono convinto che Giunta e assessori sapranno individuare i punti di forza di entrambi”.

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