Funivie, solito pasticcio alla savonese. Si tiene in vita il morto. Si spendono milioni senza senso

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In porto sotto la tramoggia di carico carbone sui camion, gli stessi viaggiano uno dietro l’altro, in modo simile ai vagoni del treno: caricare camion o vagoni del treno è la stessa procedura!

di Paolo Forzano

Pertanto “eliminare” i camion e sostituire con treni è solo questione di “volontà”! Si può fare subito!

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Quanto dice il Presidente della Provincia Olivieri “sistema integrato treno-fune” per decongestionare la Sp 29 dal traffico pesante mi sembra una campana rotta che già suonava male quando era ancora sana! ……basta usare il treno! …..ma la lobby del camion è più convincente? Guardiamoci in faccia!

Sul fatto che le funivie diventino il perno di un sistema logistico con aree a Cairo Montenotte sono assai dubbioso.

Ci vuole il coraggio di tirare le somme di quanto costerà la risistemazione delle funivie.

La verità è che tutto l’impianto di trasporto è a fine vita!

Leitner si è tirata indietro perchè ha valutato l’impianto un marciume, ed oltretutto non gestito in modo imprenditoriale con una chiara visione degli investimenti, ma in modo politichese senza obiettivi chiari.

Semplificando molto, un imprenditore da una parte fa una lista dei costi di ripristino degli impianti, dei costi di sostituzione fune, dei costi periodici di manutenzione, dei costi di gestione, dei costi del personale; dall’altra parte la lista dei guadagni. Conviene?

Negli ultimi anni in cui l’impianto ha funzionato lo Stato “appianava” il disavanzo di bilancio ogni anno: dai 6.300.000 del 2017 ai 9.250.000 del 2018. Dipendenti 60.

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Come si può facilmente calcolare un disavanzo da 105.000 a 154.156 € a dipendente! Una voragine! Un qualsiasi privato avrebbe chiuso l’azienda immediatamente!

Anche nel 2023 lo Stato ha dato un contributo di 5.600.000 €: dove sono finiti?

Consultando il PRIIMT della Regione Liguria ci sono 5 documenti relativi ad opere necessarie al ripristino delle “funivie”, per un totale di 47.000.000 €.

Bastano? NO! Ci sono almeno ancora i cavi da sostituire: 72 km! Non sono “briciole”!


Da la Stampa del 2011 si legge che un impianto funiviario costa circa 6 milioni per km di tragitto, se teniamo questa cifra come “indicazione” (lungi quindi dall’essere una cifra esatta) la cifra per sostituire i 72 km di cavi potrebbe essere attorno ai 432.000.000 €!

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432.000.000 + 47.000.000 + ………= ? si dovrebbe fare per bene i conti prima di imboccare strade pericolose!

L’area “carbone” utilizzabile a Cairo è di circa 160.000 metri quadrati. Poca roba per un’area logistica seria! Inoltre i treni da 750 metri non ci stanno!

Credo molto più importante l’adeguamento delle linee ferroviarie Savona-Alessandria e Savona-Torino come punto cruciale dello sviluppo savonese: connessioni adeguate con i veri centri logistici piemontesi.

Per Cairo bisogna trovate un impiego che abbia senso, che regga la competizione, non una “pezza” pagata dallo Stato. Invece che tenere in vita i morti bisogna creare lavoro vero per il futuro.

 

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Savonanews/ AL DIRETTORE | 21 novembre 2024

Funivie, le impressioni di un lettore ed ex dipendente in una lettera al direttore.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di un lettore sul tema delle Funivie Savona San Giuseppe.

“Egregio Signor Direttore, ho letto sul vostro giornale web alcuni articoli sulla situazione delle Funivie Savona San Giuseppe. Sono Mario Varaldo classe 1949 e sono stato assunto all’Italgas di Torino il 4.9.1969 e poi dal 1.2.1975 trasferito alle Funivie Savona San Giuseppe dove ho lavorato nell’attività di Personale ed Organizzazione fino al 30.9.2006 quando finalmente sono andato in pensione.

Le Funivie hanno fatto parte del Gruppo Italgas (Eni – Snam) come Società Funiviaria Alto Tirreno p.Az. fino al 31.12.2002, quando la società torinese ha ceduto le azioni al Gruppo Campostano di Savona che le ha amministrate fino alla scadenza naturale della concessione governativa del 31.12.2005; dal 1.1.2006 le attività sono state gestite direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti come “Gestione Governativa Funivie Savona San Giuseppe” ed affidate al Commissario Ministeriale ing. Marco D’Onofrio, dipendente diretto del predetto Ministero.

La Società Funiviaria Alto Tirreno era concessionaria della ferrovia “Funivie Savona San Giuseppe” e come tale riceveva sovvenzioni governative a copertura dei costi industriali (lavoro di esercizio e manutenzione, appalti, energia) ma gestiva ance il pontile di Miramare a Savona, attività esclusa dalle normative europee da aiuti di stato e quindi era stato necessario dividere l’azienda in due settori, il Settore Trasporti che godeva degli aiuti governativi ed il Settore Sbarchi non beneficiario di aiuti pubblici e questa situazione era stata ereditata dalla Gestione Governativa Savona San Giuseppe.

La gestione governativa aveva durata massima 2 anni e quindi in data 1.1.2008 le attività di ferrovia in concessione sono state affidate dalla nuova concessionaria Funivie S.p.A. del Gruppo Ascheri, proprietario anche della Italiana Coke di Bragno, mentre il pontile di Miramare è stato trasferito alla ditta TAFS, Terminal Alti Fondali Savona di proprietà della stessa Italiana Coke.

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Il personale a ruolo di Funivie Spa ha mantenuto il CCNL autoferrotramvieri ed internavigatori, mentre il personale passato a ruolo TAFS è stato inquadrato col CCNL dei terminalisti portuali.

Il regime di sovvenzione governativa era scaduto col 31.12.2007 e dal 1.1.2008 Funivie Spa aveva stipulato col Ministero Infrastrutture e Trasporti una Convenzione che prevedeva un contributo pubblico fisso pagato dal governo all’azienda, che avrebbe dovuto coprire sia il costo industriale delle normali attività aziendali che le spese per i lavori di copertura dei parchi del carbone.

Per motivi vari però il contributo governativo era stato utilizzato prevalentemente per finanziare le normali attività aziendali, mentre i lavori di copertura dei parchi del carbone erano rimasti praticamente allo stato iniziale.

Il Ministero aveva interessato l’Avvocatura dello Stato era sorto un contenzioso che aveva portato lo stato a sospendere il contributo stesso.

Poi nel novembre 2019 il maltempo aveva causato il cedimento di due piloni della linea funiviaria in territorio savonese, causando di conseguenza l’interruzione dell’attività di trasporto delle rinfuse tramite vagonetti, che fino ad ora non è stata ripristinata ed il rifornimento al parco deposito di San Giuseppe di Cairo avviene tramite autocarri che transitano da Savona via Cadibona fino a Bragno, causando problemi notevoli alla viabilità ordinaria.

Funivie Spa aveva quindi restituito la concessione al governo e la società era stata messa in liquidazione, poi dietro interessamento delle istituzioni locali e dei sindacati confederali le attività aziendali erano state prese in carico dal Commissario dell’Autorità Portuale di Sistema dei Porti della Liguria Occidentale, con la creazione di una nuova Gestione governativa in grado di amministrare e gestire l’azienda ed il personale relativo.

La cosa però era risultata alquanto problematica per vari motivi tra cui il coinvolgimento dei Commissari Portuali pro tempore nei “casini totiani” non prevedibili, ma anche per scarsa conoscenza del problema da parte dei funzionari che avrebbero dovuto “traghettare” l’azienda ed il personale da Funivie Spa alla nuova gestione governativa.

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Quando ciò era accaduto fra la fine del 2005 e l’inizio del 2006, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti aveva gestito direttamente le pratiche del passaggio dal privato al pubblico creando la Gestione Governativa Funivie Savona San Giuseppe ed affidandone la gestione all’ing. Marco D’Onofrio, funzionario dipendente direttamente dal Ministero, persona veramente capace e preparata che ha svolto la sua attività in maniera veramente encomiabile!

Da quello che leggo sui giornali, dato che sono in pensione dalla fine del 2006, mi risulta invece che l’affidamento delle attività delle funivie al Commissario dell’autorità Portuale sia stato gestito col criterio dello “scaricabarile a brettio”, dato che pochi ci capivano qualcosa e ancora meno volevano farsene carico!

Infatti la sede legale dell’azienda è finita a Genova, con problemi di dover cambiare codice fiscale per via della diversa provincia, per non parlare che anche l’INPS non ha consentito alle “nuove” Funivie di mantenere la matricola storica che era transitata incolume da Spa Funivie Savona San Giuseppe a Società Italiana per il Gas – Settore Funivie Savona San Giuseppe, poi a Società Funiviaria Alto Tirreno p.a. a Gestione Governativa Funivie Savona San Giuseppe.

Poi grazie a Dio sono andato in pensione!

Comunque il passaggio da Gestione Governativa Funivie Savona San Giuseppe a Funivie Spa era andata ancora a posto e le Funivie mantenevano ancora la storica matricola INPS! Poi con la gestione di Funivie Spa da parte della dirigenza di Italiana Coke erano cominciati i guai e le Funivie sono finite come sappiamo, con la linea funiviaria ridotta ad un ammasso di rumenta arrugginita che per metterla a posto si parla di circa 10 milioni di euro.

Poi i politici di turno parlano di finanziamenti da reperire, di utilizzo di funivia (sempre se si trovano i soldi) assieme alla ferrovia, ci manca solo che si progetti il teletrasortatore di guerre stellari e trovate di fantaindustria!

Proposta di un pensionato. I funivieri sono rimasti 42, di cui uno in aspettativa per distacco sindacale, quindi ce ne sono da sistemare 41, per cui credo che costi meno sistemare questi miei colleghi ancora in servizio che buttare soldi pubblici in qualche carrozzone pubblico, per di più gestito da una giunta regionale e da un governo che mi sono simpatici come l’Entella e la Sanremese! Chi mi conosce lo sa già, ma lo dico perché tutti lo sappiano: io tifo Savona, forza biancoblu ed auguri ai funivieri!”Mario Varaldo.

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Paolo Forzano



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