“Le ultime sentenze fanno saltare i presupposti del progetto Ovovia”

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Una manifestazione contro l’Ovovia (Foto: Fifaco)

Dopo l’uscita dal PNRR non ci sono più i presupposti su cui si era basata l’intera procedura, e le ultime decisioni del TAR certificano anche quella che dovrebbe essere un’ovvietà: non si poteva approvare un progetto come l’Ovovia senza la verifica della compatibilità urbanistica.
Il Comitato No Ovovia, a una settimana dalle decisioni dei Tribunale Amministrativo Regionale che ha chiesto alla Regione di ricominciare da capo le procedure di rilascio delle concessioni, ha fatto il punto sulla vicenda che da tre anni lo oppone all’amministrazione comunale. Le sentenze hanno riconosciuto alcune delle ragioni del comitato, ma ci sono in piedi altri ricorsi, ha detto il portavoce architetto William Starc, anche più pesanti, che saranno discussi nei prossimi mesi.


Foto: Martegani
Foto: Martegani

“Il fatto che non ci siano più i soldi del PNRR, fa sì che i presupposti di approvazione dell’opera non stiano più in piedi – ha spiegato -: bisogna chiedersi se le procedure – costate già due milioni di euro alle casse comunali – e anche il contratto con la Leitner per la realizzazione dell’opera siano ancora validi”. “Il Tribunale aveva anche rilevato alcune contraddizioni nei documenti riguardanti le specie prioritarie nei siti di Natura 2000 e chiesto chiarimenti su questioni sollevate dai ricorrenti, come il numero asserito di passeggeri e i livelli di inquinamento, dati basilari per decidere se valga o meno il divieto assoluto di costruzione dell’opera previsto dalla legge.

Questa storia che non avrebbe mai dovuto partire”.

William Starc

“Il Comune (che aveva commentato le sentenze affermando che nulla era cambiato e che la procedura proseguirà, n.d.r.) può decidere di continuare, ma rischiando, perché i ricorsi pesanti sono ancora all’esame del TAR. Al momento attuale non c’è ancora un decreto definitivo del Ministero, sia per sancire che i soldi del PNRR ufficialmente non ci sono più, sia per individuare nuove risorse, e il TAR ha sancito che le memorie difensive presentate da Regione e dal Comune non sono sufficienti a smentire, o a smontare, con dati tecnicamente comprovanti, le nostre tesi e le nostre dimostrazioni. Il Comune agisce a suo rischio: dopodiché ne abbiamo viste tante in questa vicenda, una storia che non avrebbe mai dovuto partire”.

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Foto: Martegani
Foto: Martegani

“Il Tribunale afferma che non sono state tenute in nessun conto le normative vigenti in materia e, nel bocciare i due decreti regionali, dice una cosa che qualsiasi funzionario regionale e comunale sa, vale a dire che un progetto non può essere approvato senza compatibilità urbanistica, un fatto palese, una delle prime cose che uno in quegli uffici deve sapere. A questo punto non ci meraviglia più niente. Bisognerebbe fare una riflessione, anche rispetto partite importanti come il Porto vecchio, e valutare se ci sono funzionari all’altezza di gestire queste partite. Qui ci sono forzature continue, omissioni, imprecisioni e così via, e fa pensare il fatto che funzionari pubblici non sappiano che la compatibilità urbanistica è un elemento fondamentale per approvare un progetto. È un principio che ribadiamo da tre anni e dopo tre anni ci hanno dato ragione”.

Qui ci sono forzature continue, omissioni, imprecisioni e così via, e fa pensare il fatto che funzionari pubblici non sappiano che la compatibilità urbanistica è un elemento fondamentale per approvare un progetto”.

William Starc

Il Comitato ritiene dunque di aver vinto una battaglia, ma si prepara anche alle prossime scadenze: in ballo ci sono ancora tre ricorsi, due dei residenti e uno dalle associazioni ambientaliste a livello nazionale, e per sostenere le cause, il Comitato ha raccolto e speso 35 mila euro, una cifra, è stato specificato, molto limitata rispetto a quello che ha speso fino adesso il Comune per le controversie legali: oltre agli avvocati degli uffici interni, l’amministrazione comunale ha deciso di avvalersi di consulenze esterne, pagandole in tutto 100 mila euro, una sproporzione che però non scoraggia il Comitato. “Il Tar – ha detto Starc – fa il suo lavoro e speriamo che lo faccia fino in fondo: siamo fiduciosi che la cosa abbia un esito positivo per noi, ma principalmente positivo per la città. Le risorse e gli uffici vanno usati per fare cose veramente d’interesse pubblico e non per dare vita a una sorta di Disneyland come ci stanno propinando da tempo gli amministratori di questa città”.

Alessandro Martegani





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