novità, requisiti e cosa cambia

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  • Con l’ultima Legge di Bilancio cambiano i requisiti di accesso alla Naspi nel 2025: tra le novità c’è una stretta sulle settimane contributive per ottenere l’indennità di disoccupazione.
  • I lavoratori che presentano dimissioni volontarie ed entro i successivi 12 mesi vengono licenziati da un nuovo impiego, dovranno maturare almeno 13 settimane contributive.
  • Dal 1° marzo, inoltre, viene introdotta una nuova procedura per quanto riguarda la Naspi in caso di malattia o infortuni sul lavoro.

Cambiano i requisiti di accesso alla Naspi a partire da gennaio 2025, con una stretta in particolare sulle settimane contributive necessarie per ottenere l’indennità di disoccupazione. Nuove regole per i lavoratori che presentano dimissioni volontarie oppure per coloro che abbiano risolto in modo consensuale un contratto a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti.

L’ultimo intervento del Governo mira a ridurre il numero di lavoratori furbetti che, tramite strategie particolari di riassunzione e licenziamento lampo, riescono a ottenere la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Non solo: dal 1° marzo entrano in vigore anche nuove regole per coloro che hanno registrato periodi di malattia o infortunio sul lavoro.

Scopriamo quali sono le novità sull’indennità di disoccupazione, chi può ottenere la Naspi nel 2025, quali sono i nuovi requisiti e cosa cambia da gennaio.

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Naspi 2025: le novità sull’indennità di disoccupazione

La Manovra economica ha modificato i requisiti di accesso all’indennità di disoccupazione e ha introdotto una stretta sulla Naspi 2025, in particolare per i lavoratori che presentano delle dimissioni volontarie o in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Lo scopo di queste restrizioni è quello di limitare l’abuso dell’indennità di disoccupazione e ridurre il numero di “furbetti della Naspi”.

naspi requisiti 2025

La prima importante novità sulla disoccupazione riguarda l’istituzione della piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione sociale e Lavorativa del Ministero del Lavoro), alla quale sono iscritti tutti i percettori delle indennità Naspi e DIS-COLL a partire dal mese di novembre 2024. Grazie a questo portale si intende facilitare l’individuazione di una nuova occupazione per tutti coloro che sono alla ricerca di un lavoro.

Inoltre, il DDL Lavoro aveva introdotto anche una stretta sui furbetti della disoccupazione che spingevano il datore di lavoro a procedere con il licenziamento, anziché rassegnare le dimissioni, per poter ottenere il sussidio statale.

La Legge di Bilancio, infine, ha proposto una stretta sui requisiti di accesso alla Naspi 2025 introducendo la necessità di far valere almeno 13 settimane contributive del nuovo lavoro. Sempre nella Manovra, è stato confermato lo stop all’indennità di disoccupazione per i lavoratori e le lavoratrici rimpatriate in caso di interruzione del rapporto di lavoro all’estero.

I nuovi requisiti per richiedere la Naspi nel 2025

Chi potrà richiedere la Naspi nel 2025? Sulla base della normativa attuale, per ottenere l’indennità di disoccupazione occorre rispettare alcuni requisiti:

  • il lavoratore deve trovarsi in uno stato di disoccupazione involontaria, ovvero causato dal licenziamento del datore di lavoro e non dalla presentazione di dimissioni volontarie;
  • occorre soddisfare anche il nuovo requisito contributivo, cioè aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

A partire dal 10 gennaio 2025, quindi, scatta una nuova restrizione sulla Naspi, in particolare per i lavoratori che hanno presentato le dimissioni volontarie da un contratto di lavoro a tempo determinato e, nei successivi 12 mesi, sono stati riassunti con un impiego a termine dal quale infine sono stati licenziati. Questi lavoratori non potranno richiedere la Naspi se non hanno maturato almeno 13 settimane contributive.

Naspi e dimissioni volontarie: cosa cambia

Come abbiamo visto, i criteri di accesso alla Naspi cambiano per coloro che hanno presentato delle dimissioni volontarie da un lavoro a tempo indeterminato e sono poi stati riassunti da una successiva azienda nell’arco dei 12 mesi seguenti. Per poter ottenere l’indennità di disoccupazione, questi lavoratori devono aver maturato un numero minimo di settimane contributive dall’ultimo rapporto concluso.

Con questa modifica, quindi, si aprono due strade per chi presenta le dimissioni volontarie:

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  • si possono far trascorrere 12 mesi prima di richiedere la Naspi, anche dopo una riassunzione breve;
  • oppure bisogna trovare un nuovo impiego, dopo le dimissioni, che garantisca un licenziamento solo dopo aver versato le 13 settimane di contributi richieste per ottenere la Naspi.

L’intenzione del Governo è quella di escludere dai beneficiari dell’indennità di disoccupazione coloro che sfruttano una rioccupazione con un licenziamento lampo.

Naspi e malattia: nuove regole dal 1° marzo

Ulteriori novità arrivano direttamente dall’INPS, con il messaggio 4468 del 27 dicembre1, che annuncia delle nuove regole su Naspi e malattia in vigore dal 1° marzo 2025.

Dopo aver ricordato che la domanda di accesso alla Naspi deve essere presentata entro 68 giorni dalla decadenza del rapporto di lavoro, l’Istituto specifica anche che tale termine, in caso di malattia o infortunio sul lavoro, è sospeso per tutta la durata dell’evento.

Cambiano poi le procedure da seguire per accelerare il processo di verifica del riacquisto della capacità lavorativa dopo un periodo di malattia o infortunio. A tal fine, è importante allegare alla domanda un certificato medico che attesti il riacquisto della capacità lavorativa per velocizzare la liquidazione.

Le altre novità sulla Naspi

All’interno del DDL Lavoro erano state introdotte ulteriori novità sull’indennità di occupazione: in particolare, riguardo le assenze ingiustificate e i ticket licenziamento.

Secondo la normativa attuale, trascorsi 16 giorni di assenza ingiustificata il rapporto di lavoro si considera concluso per volontà del lavoratore, senza la necessità che quest’ultimo presenti le dimissioni volontarie. Questa norma intende contrastare i “falsi licenziamenti” a cui ricorrevano alcuni lavoratori per ottenere il sussidio economico.

Il decreto risolve anche il problema dei ticket licenziamento che i datori di lavoro devono versare di fronte ai licenziamenti indotti dai dipendenti.

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