Scuola, firmato il protocollo ministero-Fondazione Cecchettin per insegnare la cultura del rispetto

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di
Valentina Santarpia

L’accordo preso durante l’incontro di un mese fa tra il ministro Valditara e Gino Cecchettin, il padre di Giulia

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Affermare la cultura del rispetto verso ogni persona e, in particolare, del rispetto verso le donne; affrontare e superare le criticità nelle relazioni di genere, sia nel contesto scolastico che in quello esterno; contrastare ogni forma di violenza di genere, in particolare quella maschile sulle donne; valorizzare relazioni paritarie e promuovere la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo e nonviolento; trasmettere il valore del rispetto per ogni essere umano, della vita, della libertà e dell’autodeterminazione. Ecco quali sono gli scopi del protocollo d’intesa firmato ieri dal ministero dell’Istruzione e del merito e dalla Fondazione Cecchettin. «Abbiamo lavorato seriamente, anche durante le vacanze vacanze di Natale, e come promesso abbiamo dato vita a un progetto veramente importante per affermare la cultura del rispetto e contro la violenza sulle donne», sintetizza il ministro Giuseppe Valditara. L’accordo era stato preso durante l’incontro che il ministro, il 4 dicembre scorso, aveva avuto con Gino Cecchettin, il padre di Giulia, massacrata dall’ex fidanzato Filippo Turetta, condannato all’ergastolo: un incontro importante e costruttivo, che aveva dissipato gli equivoci tra i due e creato le basi per una collaborazione volta a lanciare una «mobilitazione culturale». Dopo poco più di un mese di lavoro dei tecnici, è arrivato il documento che sintetizza le linee guida. 

Il primo passaggio riguarda l’educazione civica, che dovrà essere impiegata anche per attività di sensibilizzazione rivolte a studentesse e studenti sul tema degli stereotipi di genere, delle discriminazioni, delle offese alla dignità delle donne e della gestione non violenta dei conflitti. Il secondo step è invece rivolto alla formazione, che dovrà essere sia nei confronti degli studenti che dei docenti, anche avvalendosi con la collaborazione di enti e organizzazioni che abbiano esperienza nel settore. 




















































Un altro punto chiave riguarda la diffusione delle buone pratiche, attraverso il “peer tutoring” o la peer education, ma anche usando le testimonianze di giovani che hanno già affrontato in maniera positiva situazioni complesse. Fondamentale sarà poi promuovere e organizzare gruppi di lavoro e di discussione tra gli studenti, con il coinvolgimento di organismi scientifici o professionali, proprio per confrontarsi e riflettere sui temi. Un comitato paritetico costituito da quattro esperti non retribuiti (due del Mim, due della Fondazione) coordinerà e monitorerà le iniziative, valuterà i progetti e le iniziative, anche sulla base di specifiche esigenze in contesti particolarmente vulnerabili dal punto di vista sociale. 

«Ringrazio il ministro per aver dato seguito alla promessa di firmare questo protocollo, che è un passo importante per poter iniziare un percorso di sensibilizzazione e formazione delle nuove generazioni verso una cultura del rispetto e relazioni sane, cercando di affrancarsi a quelli che sono gli stereotipi di genere, alla violenza di genere e verso una società più inclusiva verso tutte le persone- ha detto Gino Cecchettin -E’ un percorso che inizia ora, ci sarà tanto da lavorare ma come Fondazione Giulia Cecchettin noi siamo inclusivi quindi cerchiamo collaborazioni anche con altri enti e fondazioni perché solo unendo le forze riusciremo ad ottenere risultati più concreti». 

Valditara ha aggiunto di condividere «pienamente l’appello di Gino Cecchettin deve essere questa una vera e propria rivoluzione culturale, che deve coinvolgere tante realtà e quindi ben volentieri il ministero accoglierà il contributo e la disponibilità di associazioni, enti, e tutte le realtà che vogliono combattere con noi questa importante battaglia di civiltà».

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