Aree interne, la crisi dei piccoli Comuni di montagna in Sicilia: come risolvere i problemi delle “terre alte”

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Lapunzina: «Creare condizioni di lavoro». Messina: «Valorizzato il fondo Fosmit»

Piccoli comuni (di montagna) e grandi difficoltà. Perché se non si creano condizioni di lavoro e prospettive le terre alte non hanno un futuro e sono destinate a diventare sempre più paesi per vecchi.Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione Zone Franche Montane di Sicilia da anni porta avanti la “sua” battaglia e dopo la visita del presidente Sergio Mattarella in quel di Militello Val di Catania (dall’amico Giovanni Burtone) non nasconde le sue perplessità.

«È aberrante – dice a La Sicilia – non avere compreso che se tu costruisci una scuola, realizzi strade o hai ospedali iper funzionali e non crei le condizioni di lavoro affinchè i giovani – che non sono nati per errore nelle terre alte siciliane – possano impiantare un progetto di vita, è tutto inutile. Se i ragazzi non hanno un futuro non rimangono sulle terre alte (le montagne sono quelle delle Alpi, della Valle d’Aosta, del Trentino)».

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«E allora, come vogliamo risolvere il problema delle terre alte siciliane? Con la fiscalità di sviluppo – tuona il presidente Lapunzina – per rendere attrattive le terre alte per gli investimenti che vengono da fuori e per gli imprenditori che arrancano in quelli che io definisco paesaggi e non territori, termine che andrebbe abolito. La parola territorio è sulla bocca di chi parla di speranza, ma la speranza è per i “padroni” è una speranza che non finisce mai. Invece, il termine paesaggio è sulla bocca delle persone che parlano di fiducia. Guardare al futuro con fiducia. Chi parla di speranza e di territorio, purtroppo troppo spesso, ci fa affari. Senza queste condizioni, non risolviamo le criticità. I Comuni sono in dissesto perché in pochi pagano le tasse. E perché? Perché in pochi sono nelle condizioni di pagare. Se per risolvere il problema del dissesto, ai Comuni dai un milione di euro, il problema lo rinvii. Bisognerebbe dare ai Comuni condizioni di lavoro che permettano ai cittadini di pagare la spazzatura, l’Imu, l’acqua. E di farlo puntualmente. Se a questi territori alti dai prebende e non crei condizioni di occupazione non si fa altro che lasciare attaccati a un respiratore artificiale, a tenere in terapia intensiva questi paesaggi».

«Con la decontribuzione del 25%-30% uguale per tutti io da imprenditore non vengo a Castellana Sicula a investire, vado a investire in zone di mare perchè ci sono i trasporti, la ferrovia, l’aeroporto, perchè ho un mercato diverso. Quando diciamo facciamo diventare le terre alte attrattive di investimenti significa che si produrrà tanta di quel ricchezza che – come ha sostenuto il presidente Mattarella – questa ricchezza andrà a finire a mare. Le condizioni di rilancio delle terre montane dipendono dalla scelta politica. Non è un problema di risorse e non manca la visione, ma di coraggio. Non si può unificare tutto per tutti, occorre differenziare per aiutare le terre alte: ecco che in Sicilia sul tema della fiscalità di sviluppo è mancato il coraggio di dire ai vari amministratori che ci sono comuni che superano i 500 metri di altezza che possono entrare di diritto alle condizioni agevolate e altri no. Solo così tutto il resto – sanità, scuole, viabilità – viene da sè. La digitalizzazione? Internet super veloce alle nostre latitudini favorisce solo Netflix…».

Nel frattempo, la Regione non è stata di certo a guardare. Andando a ripescare un fondo per le montagne, denominato “Fosmit” che stanzia risorse per lo sviluppo, la riqualificazione e la promozione delle aree montane. Con un pizzico di orgoglio è l’assessore regionale agli Enti Locali Andrea Messina a spiegare a La Sicilia di cosa si tratta.

«Recentemente abbiamo valorizzato una misura che non era mai stata utilizzata, quella appunto del Fosmit, assegnando per gli anni 2022-2023 19 milioni di euro, mentre per il 2024 abbiamo già avuto rassicurazioni di altri 11 milioni e 223mila euro. Riusciremo a dare un aiuto concreto ai comuni montani e parzialmente montani nella realizzazione di interventi di riqualificazione urbana e di ricostituzione del tessuto socio-economico. Le risorse del Fondo per la montagna, che siamo riusciti a ottenere in sede nazionale, ci consentono di dare continuità agli interventi realizzati nei comuni che si trovano in aree fragili, per attività di salvaguardia ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico, valorizzazione socio-economica e per la costruzione di reti sociali e territoriali».

Tra le attività previste dal Fondo per la Montagna rientrano le misure che incentivano lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, compresi interventi di mobilità sostenibile, per l’accessibilità alle infrastrutture digitali e per il rafforzamento dei servizi essenziali con particolare riguardo a quelli sociosanitari e dell’istruzione. E ancora interventi sui corsi d’acqua per la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico e misure per ridurre il consumo energetico e produrre energia attraverso fonti rinnovabili.

«Ci sono poi – conclude l’assessore Messina – i fondi Ue delle cosiddette autorità territoriali. Circa 600 milioni di euro che vanno a tutti i raggruppamenti di comuni per un bacino di utenza più ampio. Fondi strategici per le infrastrutture di sistema per viabilità, sport, sociale, scuole. Interventi di politica territoriale del Programma Fesr Sicilia 2021-2027».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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