Così i carabinieri hanno ucciso Ramy (e mentito…)

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Volevano abbattere lo scooter coi due giovani che scappavano. “Non è caduto, vaffanculo”. Alla fine ci sono riusciti e il ragazzo egiziano ci ha lasciato la vita

Ramy Elgaml era un ragazzino di 19 anni. Non aveva fatto niente di male. Stava in moto, con un suo amico, su una strada della periferia milanese. Forse nascondeva un po’ d’erba, qualche spinello. Ramy era nordafricano di origine, veniva dall’Egitto. E in questi tempi, in questo sventurato paese, se sei un ragazzo di periferia e per di più di origini africane, c’hai appiccicato addosso l’etichetta di “maranza”. Sapere che vuol dire? Nessuno lo sa bene, è una parola che viene dagli anni Ottanta, si usa a Milano per indicare quelli che a Roma si chiamano “coatti”. Una volta nell’Europa del Nord, e anche in America, c’erano i “Teddy Boy”, era un termine per indicare delle persone perbene come mezzi delinquenti.

Ramy è stato ucciso. Non so se è una esagerazione questo termine. A me non sembra. Lui era sul sellino di dietro di uno scooter, e lo scooter non si è fermato all’alt di una pattuglia dei carabinieri. È iniziato un inseguimento che è durato otto chilometri. In piena notte. A velocità elevata. Alla fine la moto sulla quale stava Ramy si è schiantata contro un muro. Ramy è volato via. Ha sbattuto la testa. Non aveva più il casco, lo aveva perduto durante la fuga. È morto. Incidente? Gli amici di Ramy hanno sostenuto che non è stato un incidente. La moto – hanno detto – è stata speronata dalla “gazzella” dei militari. I carabinieri negano, danno un’altra versione, dicono di non avere mai sfiorato la moto dove stava Ramy.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Omar, un ragazzo, che era sul luogo del presunto incidente, dice che lui aveva filmato tutto, ma che i carabinieri, quando si sono accorti che Ramy era morto, lo hanno costretto a cancellare il video. Il ragazzo sostiene che nel filmato era registrato lo speronamento. Il giorno dopo questa tragedia, un gruppo di amici di Ramy è sceso in piazza per protestare. Nel famoso quartiere Corvetto, che è considerato dalla polizia uno dei più violenti di Milano. I ragazzi hanno bloccato il traffico. Ci sono stati scontri con la polizia. Durante un corteo un Suv ha travolto i manifestanti ferendo in modo abbastanza grave un ragazzino di 15 anni e un bambino di 11. I manifestanti poi hanno danneggiato il Suv. Le autorità hanno denunciato questa “sommossa”. I media e i politici di destra si sono scatenati contro i manifestanti.

Sostenendo che si trattava di manifestazioni pretestuose contro le forze dell’ordine. Sottolineando l’origine africana dei manifestanti. Spiegando che la loro ricostruzione dell’incidente era del tutto infondata perché i carabinieri non avevano neppure sfiorato lo scooter, e la colpevolezza del ragazzo morto era comprovata dal fatto che gli erano stati trovati mille euro addosso. Il ritrovamento dei soldi è stata considerata una prova evidentissima del suo delitto. Nessuno però ha potuto spiegare quale fosse il delitto. Il delitto, è stato detto, era comunque nella versione – evidentemente falsa – fornita dagli amici di Ramy. Perché evidentemente falsa? Perché radicalmente smentita dai carabinieri. Ora – dico – la parola mia contro la tua, a chi credi? Al “maranza” o al carabiniere?

Vi dirò che io sono una persona piena di pregiudizi. Anche se si tratta di pregiudizi fondati sulle statistiche. Se un giudice mi chiedesse a chi credo tra i maranza e i carabinieri, risponderei senza esitare: ai maranza, vostro Onore. Però questa non era l’idea della maggioranza dei mass media. Praticamente nessuno si è schierato coi ragazzi. Tutti con in mano la bandiera di legge e ordine. Senza accorgersi che da quelle parti , almeno in questa occasione, non c’era traccia né di legge né di ordine. E così l’altra sera è saltato fuori un filmato, e una registrazione audio, che non lasciano quasi nessun dubbio. I “maranza” avevano ragione. Al cento per cento. I carabinieri avevano spudoratamente mentito.

Il filmato dell’inseguimento mostra che l’auto dei carabinieri per tre volte sperona la moto di Ramy e del suo amico. Un carabiniere esorta l’altro a manovre pericolose: “Chiudilo, fallo cadere”, grida. E poi, dopo il primo speronamento: “vaffanculo, non è caduto”. Il filmato però mostra che a quel punto Ramy perde il casco. I carabinieri lo vedono. Ora sanno che stanno inseguendo un ragazzo senza casco. Però il loro atteggiamento non cambia, Dopo il secondo speronamento cambia solo l’imprecazione: “Merda, non è caduto!”. Poi l’auto dei carabinieri imbocca a tutta velocità una via contromano per tagliare la strada alla moto. Ci riesce. Terzo atto: la moto vola contro un muro. Uno dei carabinieri comunica alla radio: “È caduto”. Una voce risponde placida: “Bene”. Poi nel video si vede un ragazzo sul marciapiede con le mani alzate. È Omar. Quello che aveva filmato l’impatto ma è stato costretto a cancellarlo.

Le reazioni politiche a questa notizia, davvero sconvolgente, sono abbastanza contenute. Solo pochi esponenti dei partiti si sono indignati. Il radicale Riccardo Magi, la parlamentare di Avs Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il ragazzo ucciso a botte in carcere una quindicina di anni fa. Hanno parlato invece gli esponenti della maggioranza (Donzelli, portavoce abituale di Fratelli d’Italia e un po’ di leghisti) tutti a difesa dei carabinieri. Dicono che i carabinieri hanno fatto il loro dovere. E poi è successo quello che è successo. E quale sarebbe stato il loro dovere? Inseguire fino alla morte un ragazzo sospettato, evidentemente, di avere con sé qualche spinello?

Attenzione, smettiamola di pensare che Ramy fosse un delinquentello. Era un normalissimo ragazzo di 19 anni. Come tanti altri bravissimi ragazzi di 19 anni. Come possono essere i nostri figli, o i nostri fratelli o nipoti. Una cosa di questo genere poteva succedere a ciascuno di loro. Sento l’obiezione: “Se non scappava non succedeva niente”. Già, forse non sarebbe morto. Ma voi vi stupite se un ragazzino, che magari deve nascondere uno spinello, fugge perché ha paura della polizia o dei carabinieri, magari perché ha sentito tante storie di ragazzini presi per uno spinello e maltrattati? Beh, a Stefano Cucchi successe esattamente questo. Fu maltrattato fino alla morte. Non aveva niente di niente di niente di male. Da un po’ di tempo è aperta una campagna che sostiene che le forze dell’ordine sono al centro di una campagna violenta da parte dei giovani. È pericolosa questa campagna. Spinge sia i giovani che alcuni settori delle forze dell’ordine a sentirsi nemici. A scendere in guerra. Quei carabinieri che hanno inseguito e poi abbattuto Ramy si sentivano in guerra.

Ora la procura ha aperto un’inchiesta. Sembra che voglia indagare i carabinieri per omicidio volontario. A me sembra una esagerazione. Non è che uno è garantista con tutti ma non con i carabinieri. L’impressione che si ha, dai filmati, è che i carabinieri volessero buttar giù la moto e fare male ai due ragazzi. Ma non mi pare che ci fosse la volontà di uccidere. E comunque è giusto che la magistratura indaghi, in modo serio, e considerando tutte le attenuanti possibili e immaginabili. Il problema non è quello di punire severamente i carabinieri. La “certezza della pena”, datemi retta, è una stronzata. Punire severamente non è mai servito a nulla. Il problema è interrompere la campagna di criminalizzazione dei ragazzi. È riconoscere che hanno fatto bene a scendere in piazza per protestare contro l’uccisione del loro amico. Non hanno mostrato di essere violenti. Hanno mostrato di essere ragazzi seri, impegnati, coraggiosi, leali e combattivi. E chi non ha creduto a loro, e li ha indicati come malfattori, dovrebbe oggi scusarsi.

Io dico che c’è un problema di informazione. Se un episodio del genere fosse avvenuto negli Stati Uniti, tutti i grandi giornali si sarebbero schierati compatti, per giorni, contro le forze dell’ordine e il governo. Non credo che succederà in Italia. E la prossima volta che un gruppo di ragazzi di origine straniera scenderà in piazza, ne sono certo, sarà di nuovo criminalizzato: come sono stati criminalizzati gli amici di Ramy.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link