Opinioni | Antisemitismo, il rigurgito a 80 anni dall’Olocausto

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Ci sono segnali preoccupanti di una recrudescenza dell’antisemitismo in Europa e nel mondo, dagli attacchi agli ebrei e dalle molestie negli spazi pubblici all’aumento dell’odio online e altro ancora. Un sondaggio condotto tra gli ebrei europei ha rilevato che quasi tutti hanno sperimentato l’antisemitismo nell’ultimo anno, mentre la maggioranza ha talvolta nascosto la propria identità ebraica. Tutti noi dovremmo essere turbati e anzi inorriditi da questa situazione.

Gli europei sono tra coloro che meglio sanno a cosa possano portare i discorsi d’odio e la discriminazione. L’antisemitismo è reale e ripugnante: un’ideologia velenosa con radici profonde nel bigottismo e nel razzismo che ancora affliggono il nostro mondo. Un’ideologia che si manifesta in molti modi, dal pregiudizio e dallo stigma ai pogrom e, infine, al genocidio. A ottant’anni dall’Olocausto, abbiamo la particolare responsabilità di essere vigili contro questo flagello mortale, ovunque si manifesti. Come scrisse Anna Frank, “ciò che è stato fatto non può essere cancellato, ma si può evitare che si ripeta”.




















































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La critica alle violazioni dei diritti umani è una parte essenziale della nostra vigilanza contro l’antisemitismo. Di per sé, tale critica non può essere antisemita. Tuttavia, i tentativi di applicare l’etichetta di antisemitismo alle legittime preoccupazioni sui diritti umani sono aumentati in modo significativo dopo i terribili attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi del 7 ottobre 2023.

L’entità e la brutalità delle uccisioni di quel giorno, le testimonianze di torture e violenze sessuali e la presa di ostaggi – molti dei quali ancora prigionieri – hanno sconvolto tutti noi. Sono tutte gravi violazioni del diritto internazionale che ho ripetutamente condannato insieme all’intero sistema delle Nazioni Unite e ai Paesi di tutto il mondo, e i responsabili devono essere chiamati a risponderne.

Nei 14 mesi successivi, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, le operazioni militari israeliane hanno ucciso più di 44.000 palestinesi. Il mio Ufficio ha rilevato che la maggior parte delle vittime accertate sono bambini e donne, a dimostrazione di un’apparente indifferenza nei confronti delle vite civili. Le autorità israeliane sono inoltre venute meno all’obbligo di soddisfare le enormi necessità umanitarie di Gaza. Di conseguenza, Gaza è soffocata dalla morte e dalla disperazione e affoga nelle acque reflue e nelle malattie. Le politiche di Israele a Gaza sono state caratterizzate da gravi violazioni del diritto internazionale, che ho ripetutamente condannato.

Ho trascorso del tempo con i sopravvissuti israeliani e i parenti degli ostaggi sequestrati il 7 ottobre, e con i palestinesi che hanno subito ferite e traumi terribili a Gaza. In entrambi i casi, ho voluto abbracciarli, piangere con loro e sostenerne dolore e sofferenza. Questi incontri ci riportano ai nostri valori fondamentali in quanto persone: empatia, compassione, cura per gli altri. Si tratta di valori fondamentali essenziali se vogliamo sostenerci a vicenda e trovare un modo per superare questi tempi difficili.

Le politiche israeliane che hanno contribuito alla catastrofe di Gaza sono state fortemente criticate, anche da molti israeliani ed ebrei nel mondo. In alcuni casi, tali critiche hanno sconfinato nell’antisemitismo, ad esempio ritenendo tutti gli ebrei responsabili delle azioni del governo israeliano. Non è difficile collegare questa falsa narrativa con i recenti attacchi alle sinagoghe e ad altri siti religiosi e culturali ebraici, che sono stati deturpati con messaggi che incutono paura e provocano ulteriore discriminazione e odio.
Condanno tutto ciò senza riserve.

Respingo anche i tentativi di confondere tutte le critiche alle politiche del governo israeliano e alle operazioni militari con l’antisemitismo. Non è antisemita, ad esempio, deplorare le operazioni militari che sollevano gravi preoccupazioni per le violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Non è antisemita nemmeno condannare tali violazioni e sollecitare il rispetto della legge, comprese le decisioni dei tribunali internazionali. Non è antisemita neppure chiedere a Israele di rendere conto delle decine di migliaia di persone che a Gaza, tra cui più di 250 membri del nostro personale ONU, sono state uccise dal 7 ottobre 2023.

Il mio Ufficio si batte per i diritti umani e la dignità di ogni persona. Documentiamo le violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, in Israele e in molti altri luoghi, indipendentemente dall’identità degli autori e delle vittime. Non siamo a favore o contro qualcuno; piuttosto, siamo a favore di tutti. Questa è la verità radicale dei diritti umani.

Le Nazioni Unite continueranno a fare tutto ciò che è in nostro potere per prevenire e porre fine all’antisemitismo e per ricordare alle persone di tutto il mondo le lezioni dell’Olocausto.
È inaccettabile che nuove forme di questo odio si aggiungano a secoli di discriminazione, repressione e violenza mirata. Continueremo inoltre a resistere alla strumentalizzazione della lotta all’antisemitismo. Insieme, dobbiamo lavorare per un mondo in cui ci vediamo l’un l’altro in tutta la nostra umanità, riconosciamo il dolore e la sofferenza degli altri – compresi i traumi storici – e ci sforziamo di porre fine a questo dolore senza discriminazioni, senza disumanizzazione e con compassione.

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L’autore è Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani

9 gennaio 2025



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