Pensioni, calcolatore Inps torna operativo, Cgil: «Cancellati i 3 mesi in più»

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di
Valentina Iorio

Il calcolatore Inps è nuovamente online dopo la manutenzione avvenuta nella mattina del 10 gennaio e necessaria dopo che la Cgil aveva denunciato di aver scoperto una modifica «a sorpresa» dei requisiti pensionistici per il 2027

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«Il servizio di consultazione de «la mia pensione futura» è al momento in manutenzione. Si prega di riprovare più tardi», è la scritta che appariva sul portale dell’Inps questa mattina a chi prova ad accedere con lo Spid al servizio che consente di simulare la propria pensione sulla base dell’età e la propria storia contributiva. La manutenzione è stata fatta dopo che ieri la Cgil aveva denunciato di aver scoperto, attraverso i suoi patronati, una modifica «a sorpresa» degli applicativi dell’Inps che prevedeva uno scatto di tre mesi in più a partire dal 2027 per la pensione di vecchiaia e un aumento dei requisiti anche per quella anticipata. Ora, il sito «la mia pensione futura», dopo la temporanea sospensione, è tornato in funzione,  eliminando il requisito di ulteriori tre mesi per l’accesso alla pensione dal 2027, come ha fatto sapere lo stesso sindacato, che parla di una «retromarcia dell’Inps». 

Cgil: «È una retromarcia»

«Che sia una retromarcia – spiega Ezio Cigna, responsabile previdenza della Cgil nazionale – è confermato dal fatto che questa mattina tutti gli applicativi dell’Istituto risultavano fermi per un aggiornamento. Solo qualche ora fa, gli strumenti sono tornati a funzionare e, come evidenziato dalle nostre simulazioni effettuate anche oggi e riportare di seguito, l’Inps ha effettivamente modificato nuovamente le tabelle, eliminando gli aumenti ingiustificati sull’aspettativa di vita». Il sindacato ribadisce «la correttezza della propria denuncia pubblicata ieri in merito ai nuovi requisiti pensionistici a decorrere dal 2027, come risultava su tutti gli applicativi Inps»




















































La smentita e le polemiche

Ieri in serata, in comunicato scarno, l’Inps aveva smentito l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici, assicurando che «l’istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate». Smentita che non ha chiarito cosa sia successo e che non è stata sufficiente a placare le polemiche.  A confermare il probabile pasticcio sono state le parole del sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega, Claudio Durigon: «L’aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà. Nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi». La dichiarazione di Durigon è arrivata dopo gli attacchi dell’opposizione. Unanimi le critiche dal Pd al M5S, passando per Azione, Italia Viva e Avs, e le richieste di chiarimenti da parte del governo.

Come funziona l’adeguamento dei requisiti

L’aumento di tre mesi dei requisiti pensionistici, a partire dal 2027, era stato anticipato ad ottobre dal presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in audizione in Parlamento. Ma, come evidenziato dalla Cgil, non c’è stata ancora alcuna comunicazione ufficiale né il decreto ministeriale, necessario per far entrare in vigore l’aggiornamento in base all’aspettativa di vita introdotto con la riforma Damiano e poi reso strutturale, con cadenza biennale, dalla riforma Fornero.

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10 gennaio 2025 ( modifica il 10 gennaio 2025 | 18:38)

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