Il ministro è stato anche a Beirut per iuna serie di incontri istituzionali, tra cui con il neoeletto Presidente della Repubblica libanese generale Joseph Aoun, il Ministro degli Affari Esteri Bou Habib e il Presidente del Parlamento Nabih Berri. Al centro dei colloqui, il convinto sostegno dell’Italia al processo di stabilizzazione e pacificazione del Libano.
L’Italia è decisa a giocare un ruolo di primo piano in Medio Oriente. E la visita di Antonio Tajani oggi a Damasco e poi a Beirut lo conferma. Il ministro degli Esteri ha avuto colloqui con i vertici della nuova leadership siriana e in particolare con il presidente ad interim Ahmed al-Shaara, noto anche per il suo nome di battaglia di Abū Muḥammad al-Jawlānī o al-Jolani, ex terrorista, leader di Hayʼat Taḥrīr al-Shām, fazione che è stata vicino all’Isis, ora ravvedutosi.
“L’impressione – ha detto Tajani parlando di al Jolani- è stata di una persona pragmatica, che ha confermato tutto ciò che ha dichiarato nei primi giorni, che vuole andare avanti, che vuole avere un rapporto con l’Italia molto forte anche nella lotta contro il traffico di esseri umani e contro il traffico di droga”. “Credo si debba dare un’apertura di credito al nuovo governo, si possa trovare un modo di collaborare nell’interesse della stabilità”, ha assicurato il ministro, sottolineando che la svolta siriana e quella del Libano, dove ieri è stato eletto il nuovo presidente della Repubblica, dopo due anni di vuoto di potere, siano “tasselli importanti ano “due tasselli importanti per cominciare a guardare con più ottimismo verso la stabilità dell’intero Medio Oriente”, dove l’Italia, ha aggiunto, “vuole giocare una partita da protagonista”.
“Da oggi diamo vita a un nuovo percorso nelle relazioni politiche, diplomatiche e amichevoli tra Italia e Siria”, si legge nella dichiarazione diffusa dai vertici siriani, che sottolineano: “Siamo pronti a sostenere la ripresa economica e sociale di un Paese mediterraneo ricco di storia e di relazioni con l’Italia”.
“Ho spiegato alle nuove autorità e al popolo siriano come il governo italiano voglia contribuire ad accompagnare il processo di pacificazione e ricostruzione del Paese, nel quadro di un più ampio sforzo per raggiungere la stabilità nella regione”, ha detto Tajani che prima di volare a Damasco ha avuto un incontro con Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti e l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaya Kallas, proprio per coordinare il lavoro diplomatico sulla Siria e il Medio Oriente e vagliare la possibilità di revocare le sanzioni occidentali a Damasco.La visita di oggi, ha detto il ministro degli Esteri italiano è “un primo passo” perché “vogliamo credere” che in Siria “si stia facendo un passo avanti”.
Il nostro è l’unico paese del G7 ad avere un’ambasciata operativa a Damasco (guidata da Stefano Ravagnano), dove opera anche l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo che vi opera. Un fatto importante che ci rende capofila in Europa nelle relazioni con la Siria del dopo Assad. A Damasco, secondo quanto si legge in una nota della Farnesina, Tajani ha incontrato anche gli esponenti delle comunità cristiane, della società civile e delle Ong ed operatori umanitari, oltre ad una rappresentanza dei connazionali presenti nel Paese. Gli incontri hanno consentito al ministro Tajani di confermare l’impegno dell’Italia nel sostenere il processo di transizione dopo gli anni della guerra civile e la fine del brutale regime di Assad. “Alle nuove autorità ed al popolo siriano ho indicato come il Governo italiano voglia contribuire ad accompagnare il processo di pacificazione e ricostruzione del Paese, nel quadro dei più ampi sforzi per una stabilizzazione della regione”, ha detto.
Poi il ministro è partito alla volta di Beirut per una serie di incontri istituzionali, tra cui con il neoeletto Presidente della Repubblica libanese generale Joseph Aoun, il Ministro degli Affari Esteri Bou Habib e il Presidente del Parlamento Nabih Berri. Al centro dei colloqui, il convinto sostegno dell’Italia al processo di stabilizzazione e pacificazione del Libano. “L’elezione del Presidente Aoun rappresenta un momento storico per il Libano e un segnale importante per l’intera regione mediorientale” ha affermato il Ministro Tajani. “Lavoriamo affinché il cessate il fuoco con Israele rappresenti il primo passo verso una pace sostenibile” ha aggiunto il titolare della Farnesina, che ha concluso sottolineando l’impegno dell’Italia per la stabilità e la sicurezza del confine israelo-libanese attraverso il contingente italiano dispiegato in Unifil, la decennale Missione bilaterale di addestramento delle Forze armate libanesi (LAF) e la guida del Comitato tecnico-militare per il Libano. Il Paese dei Cedri è uno dei principali destinatari degli interventi umanitari e di sviluppo della Cooperazione Italiana. L’Italia ha destinato in favore del Libano un totale di 17 milioni di euro di aiuti umanitari durante la recente crisi, con un nuovo contributo di 10 milioni di euro stanziato durante la Conferenza Umanitaria tenutasi lo scorso ottobre a Pescara
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